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Salone del libro di Torino 2018
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Salone del Libro 2018: come è andata?

Si chiude oggi il Salone del Libro di Torino 2018. Dati, voti e spetelibress della 31esima edizione della manifestazione dedicata ai libri più importante in Italia.

Il Salone del Libro di Torino 2018 sta per chiudersi. Alle 17.30 ci sarà la conferenza stampa conclusiva. Anche stavolta, però, non c’è bisogno di attendere i numeri: un pienone da capogiro!

Sabato, per darvi una idea, i tornelli sono stati chiusi perché si era raggiunta la capienza massima (per le norme di sicurezza nessuno poteva più entrare). C’erano pure gli animali. Tantissimi cani, è stato avvistato anche un maiale al guinzaglio e una lepre, ma nel piazzale.

Un maiale al Salone del libro di Torino 2018

Programma e ospiti al Salone del Libro 2018

La cinque giorni è come sempre una maratona in stile Spartan Race. I percorsi tematici aiutano, ma sono 25. Quindi ci vorrebbe un percorso per i percorsi.

I vip – Saviano, Cattelan, Volo, Sgarbi… Piero Angela! – creano file interminabili e lamentele interminabili. Pienone anche per Zerocalcare, Alice Sebold, Piperno, Danile Cuello, Javier Marías, il Premio Pulitzer Andrew Sean Greer, KaderAbdolah, Guillermo Arriaga…  Forse un giorno si arriverà a pratiche civili (posti prenotabili) che permettano alle persone di godere di una esperienza civile.

Pollice su per Edi Rama, il premier-pittore albanese che ha una ricetta politica imbattibile: il suo “Rinascimento urbano” prevede di recuperare le città e renderle più sicure grazie alla bellezza. I cittadini se vivono circondati dal bello sono più virtuosi, pagano più tasse e sono più rispettosi. Voto + anche al premier.

Pollice giù per Jeremy Rifkin, economista e sociologo, che bacchetta il pubblico, intima il silenzio e impedisce agli spettatori di abbandonare la sala.

Incontri professionali

Sulla carta tante le proposte interessanti, il problema è il grado di approfondimento. Si ha la sensazione che si dicano sempre le stesse: poche case history, i dati sono sempre gli stessi e mancano nuove chiavi di lettura.

Alcuni dibattiti pare di averli già ascoltati. In effetti, non si tratta di un dejà vu: sono quelli sentiti a Tempo di Libri, a Milano. Tutto ciò che ruota intorno alla traduzione sembra sempre avere una marcia in più.

Digitale

Le proposte del Salone sono scarsine, a parte i droni del Bookstock village riproposti a oltranza (ma meritavano) c’è poco da imparare e da vedere.

Chi parla di comunicazione, di rete, di social dove sta? Non sui social. Il prossimo anno invitate Marina di Io amo leggere e tu che ha costruito una comunità da quasi 70mila persone o Laura Imai Messina che gestisce Giappone Mon Amour (oltre 100 mila utenti attivi). Scoprire come hanno fatto potrebbe interessare a molti.

Al loro posto Salvatore Aranzulla – grandioso il suo sito, ma per i tipi digitali è ormai storia dell’innovazione – e Riccardo Pozzoli – ex “Signor Ferragni” – con un libro sulla sua esperienza di startupper che regala ottimismo ai giovani ma pochissimi contenuti.

Alla fine quasi tutto quello che riguarda i social, la comunicazione e il digitale finisce con l’essere un autore che propone il suo libro. Avanguardia pura.

Vendite e dati Salone del Libro di Torino 2018

Stand strapieni ma le copie si vendono o no? NN Editore ha terminato Jesmyn Ward (Salvare le ossa) il terzo giorno, Adelphi era sotto assedio (anche la cassa). A casa Uovonero successo per Thornhill e La bambina che andava a pile di Monica Taini. Da Hacca edizioni le pilette si abbassano tutte, soprattutto quella di Sara Gamberini (maestoso è l’abbandono). Per Sem la tripletta favorita è L’orso di Claire Cameron, Bestia da latte di Gianmario Villalta e Non sarò mai la brava moglie di nessuno di Nadia Busato.

L’Orma editore vende per Una donna di Annie Ernaux e La Libreria della rue Charras di Kaouther Adimi, in anteprima per il Salone del Libro di Torino 2018. Allo stand Clichy L’uomo dei boschi di Pierric Bailly e Guida tascabile per maniaci dei libri. In quel di Hoepli – che bel catalogo! – Musk e il quartetto di The Four vanno alla grande. Altrettanto gettonati I batteri della felicità. Da E/O dominano Fidanzati dell’inverno di Christelle Dabos e La vendetta del perdono di Eric-Emmanuel Schmitt.

E agli eventi? Una coda interminabile non significa vendite alte. Per Eduard Limonov, per esempio, c’erano 800/1000 persone e sono state vendute 84 copie (il dato è di Luigi Mascheroni su “il Giornale”). I visitatori sono quindi spettatori e non lettori? Può darsi. Ma forse tocca distinguere tra lo scrittore di sostanza che convince i lettori e il fenomeno mediatico.

I migliori comunicatori?

Standing ovation per il Cicap che copre l’evento in modo meraviglioso (fotografando tutte le bufale avvistate negli stand), facendo informazione e ospitando ottimi divulgatori come Divagatrice, alias Beatrice Mautino, e Dario Bressanini. Bravi!

Il Saggiatore si è inventato uno stand-percorso per aiutare i lettori a scovare i libri più adatti alla propria personalità. Voto 10 anche al catalogo.

Ibs ha creato Casa Ibs ospitando Tegamini, Lavyrtuosa e altri 5 blogger. Ottima idea per mostrare il Salone del Libro di Torino 2018 da diversi punti di vista da chi in rete comunica tutti i giorni. I contenuti più riusciti? Quelli amati dagli influencer. Perché un resoconto appassionato coinvolge il lettore più della promozione.

Il padiglione del disagio

Un tendone fuori dal padiglione 3 spacciato come Padiglione 4. Questa è stata la vera nota negativa. Trenta case editrici non hanno infatti trovato posto al Salone per un “problema di overbooking”. Oltre il danno la beffa, perché sono state bollate come ritardatarie. Falso. Pare che alcuni big si siano allargati, prendendo più spazio e togliendone agli altri.

Così a pochi giorni dall’inizio del Salone del Libro di Torino 2018 si è “risolto” il guaio con una tensostruttura. 1500 metri quadrati che sembravano il mercatino abusivo fuori dall’evento. Non è servito piazzarci il Caffè Letterario né provare a mettere una toppa con un food corner e qualche totem in più con le indicazioni.

Sui social sono girati dei post sponsorizzati – uno firmato da Lagioia – che hanno irritato ancora di più i malcapitati. Risultato: gli editori chiederanno i danni, perché hanno pagato come gli altri – il Salone non fa sconti – ma era come se non ci fossero.

Location e accoglienza

Segnalati problemi, gravi, di accessibilità per i disabili al Padiglione 2 e al 4. Una relatrice non riusciva a salire sul palco con la sua sedia a rotelle. La pedana che è stata poi messa era troppo inclinata. Sono cose inammissibili.

L’Ibf, cioè lo spazio dei professionali riservato allo scambio diritti, è stato relegato all’Oval. Ci si arriva superando il Padiglione del disagio, un parcheggio e quello che pare un cantiere.

Dentro i tavoli degli incontri non sono collocati nella struttura ma lungo il corridoio. Da un lato la vetrata che dà sull’esterno, dall’altro una vetrata che affaccia sullo spazio interno: un rettangolo abbandonato, vuoto, sporco, con resti di macerie. Non c’è aria condizionata (o non si avverte), il sole batte a picco sui vetri e l’aria è insalubre. Un’editrice canadese si sente male.

Insomma una location imbarazzante. Peccato trasformare una occasione di lavoro preziosa e utilissima, quale è l’Ibf,  in una tortura (che imbarazzo davanti agli stranieri!). Lo Staff della piattaforma è e resta gentilissimo.

Sicurezza

Tante lamentele per i controlli di sicurezza. Italiani, nel mondo accade lo stesso, fatevene una ragione! L’unico limite al Salone del Libro di Torino 2018 è non aver comunicato con grande chiarezza che vetro e liquidi sarebbero stati confiscati.

Risultato? I tornelli si sono trasformati in banchetti di deodoranti e profumi sequestrati (e dentro la loro assenza si sentiva…), avvistati anche barattoli di conserve, del mirto e un frullatore.

sicurezza al salone del libro di Torino 2018

Spetelibress dal Salone del Libro di Torino 2018

Scoop al Salone del Libro di Torino 2018! Elsa Fornero intercetta Mauro Corona fuori dalla piazza dei Lettori – uno spazio gestito dal consorzio delle librerie indipendenti con 172 editori, 40 librai e 25 librerie – e lo ferma (lo scrittore aveva avuto parole poco gentili per l’ex Ministro). Lui, forse per rimediare, afferra un libro, le fa una dedica e glielo regala. Peccato non lo abbia pagato.

Corona e la Fornero al Salone del Libro 2018

Qualche anticipazione? Violetta Bellocchio uscirà a giugno con un romanzo che parla di violenza di genere. Per Sem è in arrivo una trilogia erotica – King, il 24 maggio, Queen, il 14 giugno e Desire, il 5 luglio – scritta da Meghan March, self publisher da milioni di copie, acciuffata poi dall’editoria.

Michele Vaccari uscirà con Rizzoli, a settembre: si tratta di un romanzo d’amore – Un marito il titolo – che racconta di una coppia che sta assieme da trent’anni ed è alle prese con una piccola quanto destabilizzante trasferta.

Stefano Piedimonte pubblicherà con la nuova casa editrice Solferino L’uomo senza profilo, in uscita a settembre.

Altro che crisi dell’editoria

Il Salone del Libro di Torino è un evento che coinvolge oltre 150mila spettatori. Una potenza. Una mostruosa macchina che è difficile tenere in carreggiata. Servono competenze, dedizione e una efficienza sovrumana.

Non servono i favori agli amici, le conventicole, la supponenza e lo snobismo.

150mila spettatori dimostrano che i libri non sono un prodotto di nicchia ma un bene capace di attrarre il grande pubblico. Ci sono libri splendidi e ci sono state code interminabili per gli Scrittori (quelli che la sciura Maria un tempo avrebbe snobbato). Quindi se l’editoria è in crisi, è colpa di chi ci lavora. Mica dei libri.

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3 comments

Sandra 14/05/2018 at 21:39

Ho notato un pelo di confusione in più rispetto agli anni scorsi e di sicuro la tensostruttura era orribile e poco visibile. Sui controlli, noi in 15 minuti esatti da quando ci siamo messi in fila domenica eravamo dentro, e le 2 bottiglie d’acqua più piccole di mezzo litro le ho potute portare dentro. Credo di aver girato con meno metodo, ho saltato editori che amo e che pure c’erano, perché ho iniziato a spendere subito troppo, 5 libri da Marcos y Marcos, e mi sono messa un freno. Pollice in su per il Libraccio e i suoi libri a metà prezzo e addirittura a 3 euro, per i lettori forti sono una manna, ne ho presi 4 per la nipote che sta venendo su bene, il maschio, no, dopo anni d’oro lo stiamo perdendo e tocca studiare un piano di rientro nel mondo dei lettori (buttargli il cellulare!) Pollice in su per gli editori che si adoperano a raccontare i propri libri con dedizione, per gli illustratori da Tunuè e Lavieri che a guardarli disegnare si allarga il cuore. Pollice assolutamente giù per la tensostruttura orribile, ingiusta dove in effetti sono andata a trovare un’amica che pubblica con i Frilli e sono scappata via. Pollice ancora in su per Le Mezzelane che nel sito/facebook nei giorni scorsi ha pubblicato un buono sconto. Il salone è il salone, a me piace sempre, è come Natale, tutto sommato ci sono alcuni aspetti assai migliorabili, ma io lo aspetto tutto l’anno come un momento per tornare a innamorarmi. E non è poco per niente.

Mario Venturini 31/05/2018 at 02:24

Bellissimo reportage, non ho potuto esserci di persona. Ben fatto, ben detto.

Chiara Beretta Mazzotta 03/06/2018 at 23:59

Grazie, Mario! 😉

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