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Salone del libro 2015: vip, editori insolventi e intestini (felici)

Come è andata la 28esima edizione del salone? Numeri positivi con un incremento del 15 per cento delle vendite. Tanti ospiti e non sono mancate le polemiche.

Libri (tanti). Eventi (troppi?). Politici (pochi). Vip (forse qualcuno in più del solito? È la crisi, bellezza, e il gettone presenza sai com’è…). La location migliore per avvistare gli ospiti (Ozpetek, Saviano, Saturnino, Baricco, Pif, Dunne, Veronesi, Angela, Cazzullo, Cucciari, Severgnini, Bignardi, Di Gregorio, Carrère, Capossela, Avati, Morgan, Guccini…)? La lounge del Circolo dei lettori, un’oasi nel deserto.

Fuori? La moltitudine. Tantissimi soprattutto i nano-missili – ovvero i bambini – quelli che sfrecciano ad altezza menischi e ti azzoppano con precisione da cecchino. A occhio gli spettatori mi erano parsi diminuiti ma sono (per fortuna!) stata smentita dai numeri: 341mila le presenze ovvero lo 0,7% in più rispetto al 2014. Forse negli anni ho solo affinato la capacità di fendere la folla…

La crisi? Di sicuro si è sentita sabato, quando allo stand di Hacca edizioni hanno rubato l’incasso della giornata. Ma sia la rete, con #tuttiperhacca, sia molti editori presenti alla fiera, che hanno ospitato i libri di Hacca nel proprio stand, si sono subito attivati. (La mia valigia, già assai provata, ringrazia l’anima pia che mi ha comperato gli hacca-libri e se li è portati a Milano.)

L’argomento ufficioso del Salone? #OccupayIsbn ovvero la polemica scoppiata su Twitter tra lo scrittore Hari Kunzru e l’ex direttore editoriale Massimo Coppola circa i mancati pagamenti ai collaboratori di Isbn. Tema che serpeggiava tra una presentazione e una pausa caffè e in rete, dove il botta e risposta tra accusatori e difensori ha tenuto banco fino alle “scuse” di Coppola sul sito della casa editrice che hanno a loro volta scatenato non poche reazioni. Peccato che non si riesca a rendere queste discussioni ufficiali, trasformandole così da pettegolezzi di cui sparlare in problemi da risolvere e pure alla svelta.

Sempre in tema di mancati pagamenti i Volontari Involontari hanno volantinato il proprio disappunto allo stand Castelvecchi Elliot ribadendo che – monsieur de La Palisse sorride dalla tomba – il lavoro va pagato. E qualche nervosismo c’è stato.

Più sereni ma parecchio affaccendati quelli all’Ibf. I non addetti ai lavori la ignorano ma anche il Salone ha la sua Area 41: sconosciuta e blindata, l’Ibf è la zona professionale dove avviene lo scambio diritti, cioè dove agenti letterari ed editor comprano e vendono i titoli (qui si fanno promesse, gli affari vanno conclusi poi…).

Parecchie delle prossime uscite dipendono dalle conversazioni che si fanno ai tavolini con le bandierine (sì, anche l’editoria ha i suoi speed-date). Come è andata? La crisi si sente (quest’anno, per la prima volta, i viveri erano a pagamento, altro che feste e aperitivi del passato, signori miei!) ma il morale mi è parso più alto. Soprattutto mi è piaciuto vedere che alcuni agenti ed editor stanno facendo gruppo ché la concorrenza buona fa bene al mercato e la solidarietà è una occasione per lavorare meglio. Certo poi ci si domanda come mai certi (grandi) agenti non ci siano e perché alcuni di quelli che ci sono abbiano questo sguardo perpendicolare sui propri colleghi.

I libri più comperati? La piuma di Giorgio Faletti (Baldini & Castoldi) una favola con illustrazioni di Paolo Fresu nata per essere un musical. In casa Feltrinelli La sposa giovane di Alessandro Baricco, Cari mostri di Stefano Benni e Le mani della madre di Massimo Recalcati. Per Adelphi Il Regno di Emmanuel Carrère (che al Salone ha ritirato il Premio Mondello) e Sette brevi lezioni di fisica di Carlo Rovelli. Neri Pozza con Una vita intera di Robert Seethaler, Il grande Califfato di Domenico Quirico e Non siamo più noi stessi, l’esordio di Matthew Thomas. Giunti riconferma il successo di R.J. Palacio, pseudonimo di Raquel Jamillo, con Wonder e il suo spin off Il libro di Julian. Due i più venduti di Sellerio: La giostra degli scambi di Andrea Camilleri e La memoria di Elvira. Per Einaudi in pole position troviamo L’esercito delle cose inutili di Paola Mastrocola, L’ora di lezione di Massimo Recalcati e Momenti di trascurabile infelicità di Francesco Piccolo. In casa e/o vanno forte La banda degli amanti di Massimo Carlotto e i libri della candidata al Premio Strega Elena Ferrante; Quando siete felici, fateci caso di Kurt Vonnegut per Minimum Fax e Suden di Friedrich Ani per Emons Audiolibri.

Gli incontri più seguiti? Alberto Angela vince tutto con oltre 1200 presenze. A seguire Alessandro Baricco, Gunter Wallraff e Roberto Saviano, Marco Travaglio, Massimo Gramellini e Chiara Gamberale… meno apprezzata l’accoppiata ai fornelli Clerici-Parodi (che, orrore!, sono fuggite prima del firma copie) buon seguito per Zygmunt Bauman, sociologo polacco, che dialogava con Ezio Mauro.

E poi c’era pure il Cappellaio Matto. Intercettato – inutile dirlo – nella lounge. Ora, se la sera prima sei stata alla festa della scuola Holden (imperdibile Carrère che si scatena in pista diciamo non del tutto sobrio, diciamo) il primo pensiero è andato alla (troppa) vodka. In realtà si trattava del Bianconiglio 2.0 ovvero Brice Coniglio – che insieme con Andrea Raviola forma il duo artistico ConiglioViola – ed era presente alla fiera con Kaninchen-Haus e Le notti di Tino di Bagdad un progetto di storytelling interattivo. Immaginate una app capace di animare le immagini presenti su libri, segnalibri ma anche manifesti: è la realtà aumentata capace per esempio di trasformare una città in un cinema diffuso (a Torino ci sono 30 fermate che ospitano i manifesti da animare e qui trovate la versione beta dell’app).

Adesso magari volete pure sapere qual è il libro rivelazione dell’anno… L’intestino felice, signori miei, parecchio azzeccato ché in editoria tocca digerirne tante.

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31 comments

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stefanoaranginu 19/05/2015 at 17:34

Qualcosa di interessante nella zona dell’editoria sarda, al salone del libro? I quotidiani dell’isola ne hanno parlato con così tanto a tal punto che, ad esser sincero, non ho capito se era giusto per dire che anche nell’Isola ci sono case editrici, oppure c’era davvero qualcosa che valesse la pena di essere presentato.

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Chiara Beretta Mazzotta 19/05/2015 at 17:57

Be’ la Sardegna Film Commission era super presente (tre, credo, i film su Sergio Atzeni). Del resto non saprei, è una impresa avere il polso della situazione regione per regione in quella bolgia infernale 😀

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sandra 19/05/2015 at 17:45

A me è piaciuto. Ho visto un po’ di vip (ops. c’è un refuso nel tuo elenco, proprio uno che ho visto Severgnini) Guccini l’ha visto mio marito, io no perchè sono troppo bassa e c’era un muro di folla. E altri che io e Emanuele facciamo a gara e sta volta ha vinto lui, e ha contato pure te, mannaggia ero da Marcos Y Marcos quando ti ho sentita, ormai lui si era beccato i 5 punti. Si gioca. Sempre meglio che farsi venire mal di stomaco (o di intestino) per i mancati pagamenti. Io vado dai soliti che ormai mi conoscono, come Giuntina, frugo gli altri, mi diverto, compro tanto, faccio scorte, come gli scoiattoli con le noci. Tutto sommato è un luna park, certe giostre danno la nausea, ma basta non fare troppi giri 😀
PS. un po’ deludente lo stand tedesco, utile assai l’opuscolo allo stand dei vigili del fuoco sulla sicurezza domestica, bellissimi i blocchi allo stand di Alassio, li hai presi?

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Chiara Beretta Mazzotta 19/05/2015 at 18:57

Povero Severgnini 😉 Grazie, Sandra.
No, niente blocchi! Manda foto che son curiosa!
Mi son persa, come sempre, un mucchio di cose. Purtroppo non gli Eap, quelli anche no volendo, li vedo. E soffro.
Bacio!

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sandraellery 19/05/2015 at 21:41

Ma che foto! Ho fatto incetta, te ne porto uno per super Vic, alla prima occasione.
Comunque sono blocchi a tema “leggere fa crescere” con simpatiche illustrazioni di bimbi alle prese con i libri.

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Chiara Beretta Mazzotta 19/05/2015 at 22:15

Ma che belli! Devo mandare la mia “illustrazione” con SataNana alle prese coi libri 😉 La bestiaccia ricciuta apprezzerà!

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Salvatore 19/05/2015 at 18:30

Il tuo articolo mi è risultato interessante, ma incompleto. Sarà che il mio intelletto bazzica per lo più tra piccole case editrici, non ho trovato a loro alcun accenno che ne desse un po’ il polso della situazione; ci fosse stato, lo avrei apprezzato di più. Grazie, comunque.

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Chiara Beretta Mazzotta 19/05/2015 at 18:51

Ciao Salvatore, il best of è incompleto per definizione! Ma più semplicemente: io lavoro all’Ibf e poi esco nella mischia per fare delle interviste. Perciò ho parlato solo di quello che mi ha colpita. Ci vorrebbero i cloni per vedere tutto 🙂 Alla prossima!

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Evaporata 19/05/2015 at 21:04

L’ha ribloggato su EVAPORATA®e ha commentato:
Ecco chi scrive davvero notizie utili sul Salone del Libro 2015

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Evaporata 19/05/2015 at 21:07

Ho capito che il prossimo anno dovrò andarci in vacanza, anziché toccata e fuga. Ma quest’anno non potevo permettermi di più.

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Chiara Beretta Mazzotta 19/05/2015 at 22:14

Come ho scritto da un’altra parte il Salone è come una lavatrice solo che, invece dei calzini, si perdono appuntamenti, libri, persone… ed eventi. Impossibile capire che succede, figurati far tutto!

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Evaporata 20/05/2015 at 09:53

Poi avevo dimenticato a casa il dono dell’ubiquità. 😉

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sandraellery 19/05/2015 at 22:20

Be’ se fai la fila per la toilette magari incontri qualcuno, voglio dire: è una strategia anche quella, ché in bagno ci si va per forza prima o poi! 😀 😀 😀 😀

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Chiara Beretta Mazzotta 19/05/2015 at 22:27

Noi siamo delle strateghe, esatto. 😉

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El cugino terminale del parente assente e bisessuale... 20/05/2015 at 09:17

Sono a pagina quattordici di Ghiaccio-nove di Vonnegut, MERAVIGLIOSO…

PS: Minimum Fax pubblica SOLO libri da capogiro
PPS: grazie a CBM di esistere
PPPS: Ghiaccio-nove è però di Feltrinelli
PPPPS: Saviano non è altissimo, ma non gli ho visto le scarpe
PPPPPS: la Maestra disse che “nella vita tutti dovrebbero scrivere una canzone, crescere un figlio, pubblicare un libro”. Io sono ancora fermo a zero e temo proprio che ci resterò (#sapevatelo)
PPPPPPS: ascoltare Carrère in francese e dal vivo…
PPPPPPPS: costa più il parcheggio che il biglietto d’ingresso (o no?)
PPPPPPPPS: Carrère ha una compagna più giovane ma non proprio una sbarbatella
PPPPPPPPPS: Lidia Ravera ce l’ha a morte con Moccia
PPPPPPPPPPS: la mamma degli editori non paganti è sempre incinta

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Chiara Beretta Mazzotta 20/05/2015 at 09:23

Questa sintesi mi garba assai!
Ieri, mi son dimenticata di chiederti: chi è la maestra?
Il parcheggio? Sai che non sono mai andata in auto! Ma proprio mai
Carrère per me sarà per sempre l’uomo che balla da solo in pista, indemoniato.
Il Salone trabocca di Eap. Motivo? Hanno i soldi perché la mamma degli egocentrici è sempre incinta.

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El cugino terminale del parente assente e bisessuale... 20/05/2015 at 09:32

La maestra è Dido (ma non ho mai verificato se fosse o meno una citazione).
Siamo tutti o quasi egocentrici, ma se dopo i vent’anni non ti è chiaro come va il mondo e sei convinto che pagare uno ‘stampatore’ serva davvero a qualcosa beh allora arrangiati caro il mio “””autore””” 😉

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Chiara Beretta Mazzotta 20/05/2015 at 09:44

Siamo tutti egocentrici ma non siamo tutti egualmente egocentrici. 😉 E poveri gli stampatori, gli Eap fan certi orrori!
Dido? Ah, come maestra non saprei, ma timbro a parte, come cantante è una punizione!

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Aldo 20/05/2015 at 10:05

Anche a me è sembrato che ci fosse meno gente, meno bisogno di chiedere “permesso!” per passare, meno densità di popolazione. Almeno venerdì. In compenso c’erano certe bionde in giro! 😉

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Chiara Beretta Mazzotta 20/05/2015 at 10:23

Brutta gente, le bionde dico 😉
Folla: anche la domenica (di solito tocca arrampicarsi sui muri per passare) si camminava decentemente. Forse quest’anno i visitatori non si sono concentrati nella fascia 12-18… C’erano parecchi eventi anche la sera. O hanno taroccato i dati 😉

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Marco Amato 20/05/2015 at 10:22

Caspita, io nemmeno quest’anno son potuto andare. Che gran peccato. Ho provato a seguirlo sul sito ufficiale, ma di ufficiale c’è solo la scarsa interattività. Di news multimediali sugli scrittori (veri) praticamente nulla. In compenso hanno inserito contributi su Zoff, la Ricciarelli e Giacobbo. 🙁

Almeno mi consolo col tuo articolo. 😉

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Chiara Beretta Mazzotta 20/05/2015 at 10:24

Ci vorrebbe una tv in streaming per gestire la moltitudine di info. Anni fa ci ha provato Booksweb. Ma era una impresa titanica. (Noi ci sentiamo in giornata)

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Marco Amato 20/05/2015 at 10:32

Ma almeno i video integrali degli eventi principali potevano metterli. Baricco e Carrère mi sarebbero piaciuti.
In giornata? Bene. Avverto solo una leggere tachicardia, un tremolio diffuso agli arti e una sensazione di benevolo svenimento. Ma son sereno, più di morire non può accadermi. 🙁 😀

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Chiara Beretta Mazzotta 20/05/2015 at 10:40

Eh lo so. Ci vuole però qualcuno che lo faccia questo lavoro. Una tv che si accolli riprese, montaggio e spazio in streaming o web…
Il tremolio, no, dai! 😉

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El cugino terminale del parente assente e bisessuale... 20/05/2015 at 10:22

Ma arrendersi al fatto che tutto cambia, nasce, muore, si sviluppa e sparisce no? Perché mai la lettura non può essere destinata all’estinzione alla maniera d’un dodo o un dinosauro? E se fosse sfuggito, il trend ufficiale parla chiaro, meno ottocentoventimila lettori (che precisione!) nel 2014…… https://s3.amazonaws.com/PDS3/allegati/rassegna1002.pdf

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Simona Scravaglieri 20/05/2015 at 10:37

Secondo me le presenze sono alte solo perché hanno fatto l’abile mossa di accreditare i blogger. Nulla a che vedere con Roma, dove vengono trattati in altro modo, ma è stato un buon incentivo.
Simo

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Chiara Beretta Mazzotta 20/05/2015 at 10:44

Ciao, Simona! Certo, i blogger finalmente accreditati avranno dato i loro frutti.
Roma? Ci sono andata poche volte. Tenendo famiglia è un weekend di vacanza (qui a Milano c’è pure il Santo Patrono) e non posso mollare la ciurma 😉
In altro modo? Cioè? Racconta che son curiosa!

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Simona Scravaglieri 20/05/2015 at 11:08

L’accredito dei blogger a Più libri più liberi è equiparato a quello dei giornalisti. Abbiamo le cartelle stampa e l’accesso alla sala stampa compreso ai pc. Abbiamo così un posto dove sederci ed eventualmente intervistare o parlare con un editore o un ufficio stampa. non ci sono altri spazi inaccessibili, tranne il settore dove avvengono contatti e scambi per acquisti diritti nazionali e internazionali. Gli eventi vengono discussi nelle sale e non alla mercè della folla.
Quindi anche se c’è ressa, soprattutto nel we, si riesce comunque a lavorare meglio.
Per gli utenti in generale, ci sono un sacco di scale, bar interni e bar esterni (che a Torino erano chiusi o inesistenti) e ci sono salette ai lati del corpo scala e sotto nel piano interrato, sempre a ridosso delle scale, con due punti ristoro aggiuntivi prima della sala in cui si fa la fila per i bagni.

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Chiara Beretta Mazzotta 20/05/2015 at 11:13

Grazie per le info! Io vivendo la fiera da editor mi godo lo spazio Ibf da giovedì a sabato e e la domenica riparo nella zona per la stampa. Quindi son viziata 😉
Ma il problema delle interviste c’è. Nella saletta stampa il rumore è bestiale. Ho intervistato Gabardini e lui si sente, grazie al cielo, ma la mia voce giunge da una cripta 😉

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Simona Scravaglieri 20/05/2015 at 11:27

Guarda, forse sono io che sono fortunata, ma raramente ho trovato caos a Roma, anche perché c’è una stretta sorveglianza per evitare gli schiamazzi. Quindi quando verrai qui vedrai che ti troverai bene 🙂

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Simona Scravaglieri 20/05/2015 at 11:10

Ops… “Per gli utenti in generale, ci sono un sacco di scale (di cui servirsi per sedersi), […] dimenticai il testo fra parentesi! sorry 🙂

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