Inquietudini editoriali: tre buoni motivi per lamentarsi

Inquietudini editoriali: tre buoni motivi per lamentarsi

Nuove tattiche per spillar soldi degli eap (che, ahimè, troppo spesso vengono pure legittimati) e altre tristezze.

Brontolo, cioè io, oggi ha diversi motivi di disappunto.

1. Scopro con gioia che tra gli Eap vanno di moda le pubblicazioni benefiche. Spesso, tra l’altro, ricorrendo alla collaborazione (gratuita) di scrittori noti. I quali, altrettanto spesso, ignorano o scoprono troppo tardi che l’editore è uno di quelli che richiede contributi (non certo a loro, ovvio, ma agli esordienti). Si tratta, nella maggior parte dei casi, di raccolte di racconti (così da coinvolgere più autori) che affrontano temi delicati quali la disabilità, la condizione femminile, le violenze… il tutto con il coinvolgimento di associazioni di volontario o altro. Insomma, spesso con la scusa di affrontare argomenti seri si cercano visibilità, credibilità. E contanti.

2. Ho letto su Affaritaliani.it qualche anticipazione sui candidati al Premio Strega. Tra questi compare l’editore Il Foglio Letterario di Gordiano Lupi. La casa editrice è presente nella lista Eap (lista stilata inizialmente da Linda Rando e dal suo Writer’s Dream, oggi presente in diversi siti e blog tra cui Lipperatura di Loredana Lipperini e lo spazio web di Michela Murgia), come editore “doppio binario”, vale a dire che pubblica sia senza sia con contributo. Possiede infatti una collana, Il Foglio Promo, pensata per gli esordienti a cui offre servizi di Print on demand richiedendo l’acquisto di 100 copie con lo sconto del 30 per cento del prezzo di copertina (come dichiarato su La guida 2011 agli editori che ti pubblicano, Leonardo Pappalardo, DelosBook). E nonostante l’editore parli di voler “contrastare il fenomeno dilagante dell’editoria a pagamento”, non capisco perché farlo proponendo agli esordienti pubblicazioni con contributo. Non sarebbe più semplice editare solo gli esordienti ritenuti davvero validi? Investire solo sui romanzi in cui si crede davvero? Detto questo, staremo a vedere se la notizia sarà confermata dai fatti. Mi incupirebbe un po’ vedere che un Premio come lo Strega accoglie anche Eap.

3. Ieri ho rilanciato sul blog gli Scelti da voi, ovvero consigli e “sconsigli” di lettura scelti e scritti da voi lettori sotto forma di vere e proprie recensioni. L’iniziativa è stata accolta con calore e sono subito arrivate diverse recensioni. Tutte di Eap! Purtroppo alcuni non hanno accolto le mie motivazioni di non voler accettare testi di editori a pagamento. Me ne farò una ragione.

4. Non c’entra con l’editoria ma c’entra con la libertà e la democrazia (e il rispetto), senza le quali non avremmo né libri, né blog… quindi c’entra. La Rai avrebbe inviato un’ingiunzione di pagamento a 5 milioni di imprese chiedendo il pagamento del canone su qualsiasi apparecchio in grado di ricevere il segnale televisivo: pc, videofonini, videoregistratori, iPad e sistemi di videosorveglianza. La pretesa si basa su un regio decreto, udite udite, del febbraio 1938 che all’articolo 1 recita: “Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto. La presenza di un impianto aereo atto alla captazione o trasmissione di onde elettriche o di un dispositivo idoneo a sostituire l’impianto aereo, ovvero di linee interne per il funzionamento di apparecchi radioelettrici, fa presumere la detenzione o l’utenza di un apparecchio radioricevente”. Pare che la Rai abbia fatto retromarcia, ma le cartelle son partite. Sempre la Rai è stata accusata dal coordinamento di giornalisti precari Errori di Stampa di licenziare le consulenti-collaboratrici esterne quando rimangono incinte. Questa trovata civile è stata chiamata “clausola maternità”. Il direttore generale dell’azienda, Lorenza Lei, ha annunciato provvedimenti con argomentazioni che lasciano, a dir poco, basiti: la Rai «non ha alcuna difficoltà a togliere la clausola dai contratti, per una diversa formulazione che non urti la suscettibilità fatta salva la normativa vigente che non è nella disponibilità della Rai poter cambiare». Squallore a parte, dinnanzi a questo impacciato dietrofront possiamo dire che la Rai procede, stabile, in retromarcia.

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5 Comments

  • Ti condivido subito 🙂

  • Ma questi Eap sono come il prezzemolo, non sapevo fossero tanto diffusi! Hai espresso delle ottime considerazioni 🙂

  • Il problema è, in effetti, reperire le informazioni.
    Non è mica illegale pubblicare a pagamento, ma spesso c’è una omertà spaventosa. Chi pubblica sborsando non lo dice, gli editori che lo fanno si irritano se dici che lo fanno…
    Il giorno in cui sarà tutto limpido, per davvero, allora si potranno cominciare a guardare gli Eap con occhi diversi. (E loro stessi si irriteranno di fronte a fenomeni quantomeno grotteschi). A considerarli un’altra realtà, non equiparabile all’editore puro (che scommette sui libri e lucra su quelli), ma non per questo di per sé negativa.
    Non c’è nulla di male a offrire servizi di stampa, ci si aspetta però che chi lo fa non si atteggi a grande editore e non si definisca tale.
    Ci si aspetta che faccia bene il proprio lavoro. Punto.

  • La collana Promo del Foglio letterario nasce e muore nel 2010. Prima e dopo quei mesi di Promo la casa è free.

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