I vecchi Amberson sono parecchio acciaccati. Howard ha 74 anni e guai con il cuore, Anne ne ha 72 e ha il cancro. Entrambi sanno bene che ogni giorno potrebbe essere quello decisivo…
Howard però non vuole limitarsi ad aspettare la morte. Soprattutto non vuole sprecare una occasione. Il punto è: in tutto il tempo che ha trascorso nella piccola Paradise Falls, in Ohio, in tutti gli anni passati a insegnare al liceo, che cosa ha capito del mondo?
Non conosciamo questo mondo. Non abbiamo l’obbligo almeno di provarci? È giusto andarsene prima di sapere che cosa si sta lasciando?
E allora ecco la soluzione. Saltare sulla propria auto e mettersi in viaggio (senza dimenticare Sinclair, il gatto) per scoprire il senso della vita e qualcosa di più sul perché ci si affanna, si lavora, si ama… Mettersi in viaggio per andare incontro al mondo e capire, finalmente, la “struttura” delle cose.
In questo viaggio gli Amberson scoprono un mucchio di cose sul proprio conto, e non sono di certo tutte positive. E il lettore ne scoprirà altrettante grazie al diario di Howard, attraverso il quale l’uomo ricostruisce il proprio passato.
Howard e Anne incontreranno tutta una serie di personaggi (pazzeschi!) che non solo li aiuteranno a capirsi e a rivelarsi meglio (perfino a loro stessi) ma dimostrerà loro che il mondo è un luogo che va scoperto perché pieno di meraviglia e sorprese.
La grande conferma di questa piccola e incredibile avventura? Il loro amore e che anche la morte e la malattia possono essere occasioni per dimostrarsi ciò che si prova l’uno per l’altra.
L’ultima stagione è una storia di sentimenti scritta con maestria, la testimonianza di un grandissimo amore e la dimostrazione che si può arrivare alla fine in maniera poetica. È una piccola storia sull’umanità, sui nostri limiti e le nostre paure.
E nella commozione e come se qualcuno ci sussurrasse che tutti noi siamo finiti ma le nostre emozioni no, sono polvere di infinito.