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Mariangela Gualtieri
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Mariangela Gualtieri – Senza polvere senza peso – Einaudi

Mariangela Gualtieri per “DiVersi, solo le cose inutili sono poetiche” di Elisabetta Bucciarelli che oggi protegge le rime dalla deforestazione e prova a ri-piantumare la dignità…

Mariangela Gualtieri - Senza polvere senza peso - Einaudi
Autore: Mariangela Gualtieri
Casa editrice: Einaudi
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Mare, sono io la tua madre oggi, e tu – figlio mio lar-
go e solcato – capriccioso bambino di sale – quanto
ti amo – io.

La poesia, per fare luce sul buio, risale la corrente. E il mare cambia lo scenario.

È bello che tutti usino e abusino il pensiero poetico, chi per confezionare titoli di libri chi per citare la bellezza tra una pagina e l’altra. La poesia è bosco e selva, alberi alti e cespugli che grondano fiori. È muschio, caprioli con le madri e, come la fantascienza agreste ci racconta, innesti di piante sugli umani, radici che ci sprofondano al centro della terra.

Che bella la poesia sparpagliata ovunque, lirismo a destra e a manca, poeticità a caso o come direbbe quel tale del calcio, ad minchiam.

Strappare un verso è portarsi dietro un sistema di costellazioni. Farlo tutti è schiacciarne la forza. Nessuno, invece, è negare che esista. Quindi? Come sempre vale la consapevolezza, saperlo e distinguere.

E allora, mentre deforestiamo rime, proviamo a ri-piantumare dignità. Il mio contrappasso di oggi è questo. Chiamo Mariangela Gualtieri sottovoce, generosa di parole prestate a chiunque e immaginario condiviso. Carnale e rarefatta. Nobile e poeta.

Mi risponde un’apertura di un suo libro a caso (provateci ogni tanto, come fosse un oracolo), ci parla del mare. Di acqua, di un capriccioso bambino di sale. Suona l’amore semplicemente dicendo: “Ti amo – io.”

Mi sembra di non essere più capace di tanta semplicità, sovrastrutture di assenze, lontananze, presunte unioni invisibili d’anima e spirito. Si ama chi c’è, chi è presente. Si ama chi condivide con noi. Chi è sul cammino, per mano, accostato. Tutto il resto è sproloquio, malattia, materiale per psichiatri. Andiamo fino in fondo.

Salire non aiuta chi non si sa immergere. Vale la pena di provarci, si rischia al massimo un’otite.

Facciamoci mare, calmo e in tempesta, bonaccia e marea alterna. Accarezziamo, sorridiamo leggeri, sfioriamoci ma serbando sempre quel segreto. La metafisica dell’esistenza, l’invisibile e l’indicibile stanno racchiusi proprio lì, nel pudore, nel riserbo. Cerchiamo di perseguire l’eleganza della sottrazione. La lontananza da noi. Non dall’altro, da noi. Proviamo a rimanere nascosti. Meno solcati, quasi di sale.

Mariangela Gualtieri è un talismano, arriva dagli anni giovani, comprata in una libreria di Corso Magenta, a Milano. Il titolo dell’antologia da cui è tratta la poesia di questo lunedì è Senza polvere senza peso (Einaudi). La preferita è a pagina 93.

Mariangela Gualtieri è nata a Cesena nel 1951. Nel 1983 ha fondato, insieme con Cesare Ronconi, il Teatro Valdoca. Ha pubblicato alcune raccolte di versi, fra le quali Antenata (Crocetti 1992), Fuoco centrale (Einaudi 2003), Senza polvere senza peso (Einaudi, 2006), Bestia di gioia (Einaudi 2010), Le giovani parole (Einaudi 2015) e il testo teatrale Caino.

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