Tornano i Libri a Colacione, la rubrica dei libri di Tutto Esaurito su Radio 105! Ecco i BookBlister consigli della settimana: Essere originali di Adam Grant e Attìa e la guerra dei Gobbi di Isidoro Meli.
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ESSERE ORIGINALI
di Adam Grant, traduzione Ilaria Katerinov, Hoepli, pagine 294, anche in ebook
Per essere originali, per essere creativi che cosa bisogna fare? Nulla! Perlomeno questo ci dice il pensiero comune che ritiene tali doti un dono di natura, qualcosa scritto nel nostro Dna. Di tutt’altro avviso Adam Grant che, prove alla mano, dimostra quanto la creatività sia una attitudine che si può sviluppare.
In effetti è un saggio che fin dalle prime pagine ha il pregio di sfatare un bel po’ di false credenze. Primo tra tutti, appunto, che solo alcuni possano avere delle idee originali. Per essere creativi, bisogna soprattutto imparare ad andare controcorrente, ma questa “ribellione creativa” non è innata richiede infatti un atto cosciente di volontà. Qualcosa che si può imparare.
Il segno distintivo dell’originalità e rifiutare lo standard predefinito e cercare di scoprire se esiste un’alternativa migliore.
Secondo mito da sfatare: i bambini prodigio, i super talenti, sono quelli che hanno le grandi idee. Nulla di più falso! Perché, un conto è essere super competenti di qualcosa, conoscere una materia alla perfezione e quindi saper applicare delle regole preesistenti alla perfezione. Per essere originali, per cambiare il mondo, è necessario qualcuno capace di inventarsi regole nuove, qualcuno che non si limita ad applicare alla lettera quelle vecchie né si concentra sulle conoscenze esistenti.
Spesso i bambini prodigio sono ricchi di talento e di ambizione, a impedire loro di cambiare il mondo è che non imparano a essere originali. Con la pratica si diventa più bravi ma non si innova (…) i bambini concentrano le energie sul consumo di conoscenze scientifiche già esistenti e non si dedicano a elaborare nuove teorie.
Terzo mito da sfatare: gli individui originali, i creativi sono anche quelli che hanno una maggiore propensione per il rischio. In realtà chi è avverso al rischio, chi nutre qualche dubbio sulla fattibilità delle proprie idee ha maggiori probabilità di costruire una azienda longeva. E l’autore vi poterà una sfilza di esempi illustri a partire da Bill Gates. Allo stesso modo: si dice sempre che il tempismo sia tutto ma anche la procrastinazione può essere decisiva.
La parola “entrepreneur” (imprenditore), coniata dall’economista Richard Cantillon, significa letteralmente “portatore di rischio”.
In questo libro incontrerete persone originali e idee originali, buone idee che però hanno fallito e idee che parevano deboli e invece hanno avuto grande successo. Scoprirete come intercettare le idee, valutarne i rischi e metterere a fuoco le scelte per realizzarle su larga scala (il dilemma delle tempistiche!). Imparerete come esprimere e sostenere l’originalità a casa e al lavoro (anche quella dei vostri bambini) e soprattutto farete i conti con le emozioni che ci impediscono di essere originali.
Nessuno potrebbe mai essere originale in un ambito se non potesse contare sulla stabilità emotiva e sociale che deriva da un atteggiamento convenzionale in tutte le altre sfere.
Quel che è certo per essere originali bisogna avere una idea insolita, migliorarla a tal punto da renderla reale. Bisogna imparare a rifiutare lo standard, smetterla di difendere lo status quo (perché in qualche modo giustifica i nostri fallimenti), e andare a caccia di una alternativa migliore. Bisogna abituarsi a guardare con occhi nuovi ciò che ci circonda, perché solo così potremo trovare soluzioni nuove.
ATTÌA E LA GUERRA DEI GOBBI
di Isidoro Meli, Frassinelli, pagine 301, anche in ebook
“La faccio breve: la notte del primo marzo 1860 quattro uomini salparono da Palermo alla volta di Caprera per rapire la donna di Giuseppe Garibaldi”.
Così inizia la storia di una bizzarra impresa che come tutte le imprese ha una mente che l’ha ideata. Sarebbe a dire? Tal Francesco Landi, detto Il Generale, esimio rappresentante del potere borbonico in Sicilia che però di guerra non ne aveva combattuta mezza ma aveva un piano: rapire la suddetta donna e ricattare così Garibaldi. In cambio della liberazione? Costringerlo a rinunciare all’impresa dei Mille.
Ma sapete come si dice: un conto è la teoria, tutt’altra faccenda è la pratica. E infatti, se aprite un qualunque libro di scuola, troverete le gesta del Primo grande eroe d’Italia che, sbarcato a Marsala, si conquistò tutta la Sicilia.
E quindi che ne è stato di Landi e degli sciagurati che avrebbero dovuto mettere in atto il rapimento? Per prima cosa si tratta di una combriccola male in arnese di quattro scapestrati decisamente sui generis. E anche se delle loro gesta non rimane traccia, la testimonianza di questa tragicomica avventura ci viene regalata da un testimone molto particolare, Nello. Un cantastorie capace di leggere nel pensiero della gente (ma pure le immagini) e preservare così la picaresca scorribanda di Attìa, un ladruncolo, e del suo amico Panc, un gigante ma tutt’altro che cattivo; di Andrea Foti che invece qualche morto ce l’ha sulla coscienza… tutti e tre si trovano più o meno costretti a partecipare a questa avventura, mentre il quarto, cioè Salvatore Paradiso, be’, nel suo caso c’entra una promessa.
Ed ecco che questa sgangherata compagnia dell’anello (e Tolkien direi che c’entra) parte da Palermo e dirige verso la Sardegna (con qualche deviazione). E i Gobbi? Sì, anche gli juventini c’entrano in qualche modo…