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Rupi Kaur – milk and honey

milk and honey di Rupi Kaur per “DiVersi, solo le cose inutili sono poetiche” di Elisabetta Bucciarelli che questa volta ci parla di semplicità e del bisogno di far pace con il successo altrui.

milk and honey, Rupi Kaur, traduzione di Alessandro Storti, tre60
Autore: Rupi Kaur
Casa editrice: tre60
Traduzione di Alessandro Storti
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le persone vanno
ma il modo
in cui vanno
resta sempre

Saper dire le cose che riguardano tutti in modo semplice è una virtù. Me ne sono resa conto in questi anni, guardando le classifiche dei libri più venduti, i libri scelti per le recensioni sui giornali, gli scaffali di alcuni librai.

Il dolore di sapere, di avere la consapevolezza della non appartenenza al mondo delle cose semplici può spingere in due direzioni (in molte di più, ma inizia da qui il mio tentativo, qui e ora, di essere semplice): da un lato l’invidia potente che spinge a denigrare, svalutare, buttare via il successo legato alla semplicità, battezzandola con banalità, gettandola in pasto al ridicolo.

L’altra strada, più difficile, tempestosa e faticosa è, senza rinnegare se stessi, provare a dipanarsi, a sciogliersi cercando di rendersi comprensibili. È un rischio, ma resta l’unico che valga la pena di correre. Farsi capire e farsi leggere, possibilmente fino in fondo.

Ho comprato questo libro nell’unico luogo in cui l’ho trovato in vendita, non dirò quale, non va di moda, tanto già lo potete intuire, e vi ho trovato, con sorpresa, alcuni pensieri che in questo 2017 hanno accompagnato molte delle mie azioni quotidiane. Immagini che sono così limpide, una volta scritte da lei. Giovane ragazza, bella, aggraziata e molto elegante. Tra le 200 pagine di questo volume ne ho salvate alcune, che ho regalato nei discorsi con le persone, che ho scritto su piccoli bigliettini legati ai pacchetti regalo e che mi hanno commossa.

Non so se sia poesia, lirica, pensieri, aforismi… come non so se lo siano la maggior parte dei libri di poesie che quest’anno ho messo da parte, delusa, dopo una sola lettura. Erano nomi importanti, privi totalmente di semplicità. Che, nel significato del vocabolario, significa: senza modestia, sobrietà, senza alcuna naturalezza.

Quindi, arriviamo alle poche parole che propongo per DiVersi7#: resta vero che di molte persone che sono andate via dalla nostra vita, teniamo con noi quell’istante prima della fine, le loro spalle, l’ultimo sguardo, il loro modo di andarsene.

Il modo in cui vanno resta sempre. Non c’erano altre parole per dirlo così bene.

Rupi Kaur è nata nel Punjab, in India, si è trasferita giovanissima in Canada con i suoi genitori. Ha studiato alla University of Waterloo, e attualmente vive a Brampton, nell’Ontario. Interessata da sempre all’arte, ha cominciato a pubblicare i suoi lavori sui social media, soprattutto su Instagram (dove ha quasi un milione di follower), trattando i temi dell’amore, della perdita, del trauma, della guarigione e della femminilità con parole e immagini. Le sue opere hanno acceso dibattiti, scatenato controversie e attirato su di lei l’attenzione di tutto il mondo. milk and honey è uscito per la prima volta nel novembre 2014, autopubblicato dall’autrice, prima di essere poi pubblicato nel 2015 da un editore americano e ottenere un successo istantaneo. La bio è tratta da un’aletta del libro milk and honey.

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