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Tempo di Libri: la nuova fiera del libro di Milano

Si è appena tenuta la conferenza stampa per presentare la nuova manifestazione meneghina che si terrà da mercoledì 19 aprile a domenica 23 aprile 2017.

Sala affollatissima a Palazzo Reale a Milano per la conferenza stampa di presentazione della nuova fiera del libro milanese. Sul palco Federico Motta di Aie, Renata Gorgani presidente de La Fabbrica del Libro SpA, Corrado Peraboni di Fiera Milano, Filippo del Corno assessore alla cultura, il sindaco di Milano Sala e il presidente della Regione Maroni.

Elogi, prevedibili, del sindaco a una città dinamica, internazionale… Prende subito la parola Motta che ricorda a tutti che in Europa le fiere come Francoforte sono organizzate dall’associazione degli editori e che questo è solo il primo passo per dare vita a una rete di collaborazioni tra Milano, Roma con più Libri più Liberi, #IoLeggoperché, BookCity (che rimarrà però un evento a sé) e tutti gli altri avvenimenti culturali presenti sul territorio.

Motta ribadisce che il progetto è molto ambizioso ma che non verranno chiesti fondi né sostegno alcuno dallo Stato. Mostra poi il logo della fiera – un libro aperto illuminato dal sole – e comunica il nome dell’evento: Tempo di Libri. Un augurio, certo, quello di dedicare il nostro bene più prezioso, il tempo appunto, a una attività preziosa perché “un Paese cresce grazie alla crescita del proprio livello culturale non viceversa”.

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Segue l’intervento di Corrado Peraboni che ribadisce che Milano è la città delle opportunità… e la parola passa finalmente a Renata Gorgani che ha l’imbarazzo di dover presentare un progetto che ancora non c’è visto che La Fabbrica del Libro SpA – quella che organizza la fiera – è nata soltanto un mese fa.

Cosa sappiamo? La fiera dovrà essere aperta, dinamica, interattiva e plurale. Sarà interattiva perché il pubblico parteciperà più attivamente. Sarà dato maggiore spazio ai blogger, a chi vive la rete, i libri li comunica in rete e in rete addirittura i libri li scrive. Ci saranno e avranno voce in capitolo tutti i professionisti della filiera: gli editori, grandi e piccoli, i librai “i nostri messaggeri, quelli che i libri li comunicano e vendono”, i bibliotecari. La direttrice si immagina anche una grande biblioteca all’interno della fiera stessa, in cui si possa tesserarsi e prendere a prestito i libri. E grazie all’aiuto di BookCity (che come detto rimane un evento a sé) Tempo di Libri uscirà dagli spazi della fiera e occuperà tanti altri luoghi della città.

Spazio ai giovani. La fiera sarà dedicata in special modo ai lettori dagli 0 ai 18 anni, grande attenzione soprattutto ai piccolissimi. Tempo di Libri sarà rivolta alle scuole “e dobbiamo iniziare a lavorare da domani, perché i ragazzi devono arrivare alla fiera dopo aver compiuto un percorso”.

Chi saranno i “responsabili” di questo evento? Chiara Valerio si occuperà del programma generale, Pierdomenico Baccalario del programma 0-18 e Givanni Peresson di quello professionale. Ciascuno proporrà idee, progetti e soluzioni e farà parte del comitato scientifico. Ecco gli altri membri:

comitato-scientifico-tempo-di-libri

Nulla si sa ancora nulla del responsabile della parte digitale di Tempo di Libri. Probabilmente non è stato ancora individuato e spero che la scelta che verrà fatta sia molto scrupolosa. Il sito, invece, è online www.tempodilibri.it

Questi i fatti. Come potete vedere tante idee ma non c’è ancora nulla di concreto sul piatto. Nessuna polemica, nessun dissenso, tanti applausi, signori miei… di sicuro c’era la curiosità di capire e ascoltare. Quando ci saranno programmi veri si potranno anche porre domande più sensate.

L’unico a fare un cenno alla diatriba con Torino – poeticamente descritta come una occasione di dialogo pacato e di confronto – è Roberto Maroni che sostiene che il caso sia chiuso e la questione ormai archiviata. Sicuro, sicuro? Maroni sottolinea anche quanto la fiera milanese sarà di aiuto per i torinesi… e su questo punto non credo loro saranno troppo d’accordo!

Attendiamo quindi il parere degli editori amici del Salone e della Fondazione per il Libro. Perché Libriful non certo finisce qui.

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