Una fotografia sul mercato in “crescita” dell’editoria
Con la Buchmesse di Francoforte arrivano i dati del mercato editoriale nel 2021, l’anno post pandemia, e gli highlight sul 2022.
Arriva la Buchmesse di Francoforte e, come di consueto, arriva anche il Rapporto sullo stato dell’editoria che fotografa il mercato 2021 nel suo complesso. Una occasione anche per fare il punto sulla situazione nel 2022. Soprattutto perché, dopo un 2021 in crescita, oggi c’è grande preoccupazione per la tenuta del mercato a causa dell’aumento dei costi della carta e dell’inflazione che pesa sui consumatori.
I numeri del 2022
I dati disponibili sull’anno in corso e riferiti al solo mercato trade (saggi e romanzi venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione) indicano una sostanziale tenuta delle vendite nei primi nove mesi del 2022: sono stati venduti libri per 1,022 miliardi, in calo dell’1,9% rispetto al 2021 ma comunque in crescita del 14,4% rispetto al 2019.
Le copie vendute sono state 70,905 milioni, in calo dell’1,7% sul 2021 ma in crescita del 16,0% sul 2019. La forbice rispetto al 2021 si sta riducendo nelle ultime settimane, ma contemporaneamente si assottigliano i margini degli editori a causa dell’aumento dei costi di produzione e della carta in particolare.
Per questo c’è una particolare preoccupazione per l’ultimo trimestre dell’anno e per il periodo natalizio, sempre decisivi per determinare il risultato complessivo dell’annata.
Il Rapporto sullo stato dell’editoria nel 2021
Il mercato dell’editoria italiano nel 2021 vale 3,429 miliardi di euro, con un aumento del +10,7%
Il mercato vale 3,429 miliardi di euro (+10,7%) e fa dell’editoria la prima industria culturale italiana e la quarta in Europa dietro a Germania, Regno Unito e Francia. I dati comprendono, oltre il mercato trade (libri a stampa di fiction e non fiction venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione), il comparto educativo, il professionale (libri, e-book, banche dati e servizi Internet) e l’export di libri.
Più di 85 mila novità pubblicate all’anno con una crescita del 15,6% sul 2020, un catalogo di titoli disponibili sempre maggiore, oggi a quota 1,3 milioni.
Sono questi i numeri che restituiscono la trasformazione dell’editoria italiana uscita dalla pandemia. Industria che, nel 2021, mostra come la situazione emergenziale abbia agito da acceleratore di importanti trasformazioni.
Cioè il boom dell’e-commerce e le innovazioni nei processi di distribuzione e di stampa. Entrambi consentono di calibrare meglio la produzione, e permettono agli editori di presentare ai lettori un’offerta sempre più variegata, dove domina la “coda lunga” (i titoli che magari non fanno grandi exploit in uscita ma che continuano a vendere nel tempo).
Il che significa un mercato fatto da molti titoli, piccole tirature e con vendite spesso piccole, cosa problematica e deludente per gli autori (e per gli agenti letterari). E che di certo complica le cose ai librai che si trovano a dover assorbire e movimentare una enorme quantità di proposte.
Un mercato che esprime buoni numeri ma nei quali permangano le storiche criticità italiane a livello di indici di lettura (bassi) e disparità territoriali (notevoli e preoccupanti).
Nel 2021, l’editoria italiana incrementa l’offerta rispetto agli anni passati
Con 81.892 titoli di varia pubblicati nel 2021, l’editoria italiana incrementa l’offerta rispetto al 2020 del 17,6% e dell’11% rispetto al 2019. La crescita nella varia è in parte dovuta anche ai titoli “in coda”, la cui uscita è stata rimandata dal 2020 al 2021. “C’è quindi una correlazione tra aumento dell’offerta e crescita della domanda” si legge nel rapporto di Aie. Correlazione non è però causalità e, quindi, bisognerebbe capire quali sono le ragioni del fenomeno (titoli più interessanti, migliore comunicazione, maggiore facilità di acquisto…).
“Il 2020 con vendite in crescita nonostante una riduzione delle novità pubblicate, appare così come un’eccezione” si legge sempre nel rapporto. Oppure, al contrario, dimostra che l’aumento della domanda non è causato dall’aumento dell’offerta? O, più semplicemente, nel 2020 hanno inciso la pandemia, lo stop degli editori, le librerie chiuse e lo slittamento dei titoli?
I libri scolastici pubblicati nell’anno sono stati pari a 3.308, in calo del 18,7% sul 2020.
Gli ebook, dopo l’esplosione del 2020, si attestano nel 2021 a 49.926, in crescita del 2,4% rispetto al 2019.
Cresce ancora l’offerta complessiva: i titoli in commercio, autopubblicati esclusi, sono 1,331 milioni, in crescita del 5,3% rispetto l’anno precedente. Nel 2010, prima dell’arrivo di Amazon in Italia, erano circa la metà: 669.240. Erano invece 339.883 nel 1998, anno del lancio di Ibs.it. Cresce anche il catalogo degli e-book, oggi di 550mila titoli, più 9% rispetto l’anno precedente.
Le tirature
Se guardiamo alle tirature, il print on demand e l’innovazione nella distribuzione hanno permesso un drastico calo dei libri stampati. La tiratura complessiva annua è stata di 134,3 milioni di copie (dato 2020), con una flessione di oltre 100 milioni rispetto al picco del 1995 (236,6 milioni).
La tiratura media di ogni titolo, infatti, oggi è pari a 2.100 copie contro le 5.800 degli anni Novanta.
Nella ripartizione per generi, da sottolineare la crescita costante dei fumetti, oggi pari al 13% dei titoli di narrativa. Nel 2021 sono stati pubblicati 3.272 titoli, in crescita del 38,4% rispetto al 2010.
Nel 2000 i titoli pubblicati erano stati solo 304.
Il fenomento del selfpublishing in Italia
Merita attenzione il fenomeno degli autopubblicati: le maggiori aziende specializzate in questo tipo di attività editoriale hanno mandato in stampa e distribuito 16.065 titoli nel 2021, in crescita del 55,7% rispetto al 2020.
La crescita continua da diversi anni e conferma questo come un fenomeno strutturale. Gli autopubblicati non sono compresi nel conteggio complessivo dei titoli pubblicati.
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Il mercato e l’offerta degli editori in Italia
L’offerta editoriale ha trainato nel 2021 un mercato cresciuto oltre le aspettative: il valore complessivo del mercato è stato pari a 3,429 miliardi di euro, in crescita del 10,7% rispetto all’anno precedente e del 10,2% rispetto al 2019.
Il mercato trade (romanzi e saggistica venduti nelle librerie fisiche e online e grande distribuzione, e-book e audiolibri compresi) vale 1,811 miliardi. Il comparto educativo (solo libri scolastici di adozione) 780,1 milioni di euro, in crescita del 5,1%. Banche e dati e servizi Internet hanno un giro d’affari pari a 335 milioni euro, in crescita del 6,1%.
Comportamenti di acquisto
I risultati ottenuti dall’editoria italiana nel 2021 vanno inseriti all’interno di un quadro contraddistinto, da un lato dall’esplosione dell’e-commerce tra le abitudini di consumo degli italiani, dall’altro da perduranti criticità che riguardano gli indici di lettura.
Nel 2021, il 73% dei lettori di libri dichiara che i titoli letti nell’ultimo anno sono stati comprati in librerie fisiche, un valore comparabile a quello del 2019 (74%). Ma il numero dei lettori che dichiarano invece che i libri sono stati acquistati online è il 43%, in crescita di 5 punti percentuali rispetto al 2019, anche se in lieve flessione rispetto al 2020 (la somma è maggiore di cento perché sono possibili risposte multiple).
L’edicola si attesta al 15%, grande distribuzione al 9% e cartolibrerie al 5%. Facilità a reperire libri che non si trovano altrove, possibilità di acquistare a ogni ora del giorno, risparmio di tempo sono i maggiori benefici percepiti da chi sceglie l’online e che oggi è una abitudine di consumo consolidata per molti.
I lettori
Sul lato delle criticità storiche riferite agli indici di lettura dei libri e alle abitudini di consumo, gli italiani che dichiarano di aver acquistato libri di carta negli ultimi 12 mesi sono solo il 48% della popolazione 15-74 anni, il 51% se prendiamo in considerazione anche ebook e audiolibri.
Il 6% degli italiani dichiara di comprare più di 12 libri (a stampa e digitali) l’anno, il 9% da 7 a 11, il 12% da 4 a 6, il 24% da 1 a 3, il 49% nessuno. È un mercato molto concentrato, che cresce soprattutto perché i forti lettori e i forti acquirenti, anche se numericamente esigui, dichiarano di comprare più libri di prima (più 2,5 libri di media rispetto al 2020). Chi legge più di sette libri l’anno è il 32% dei lettori, ma genera il 59% delle vendite.
Secondo i dati dell’Osservatorio AIE, si dichiarano lettori il 56% dei 15-74enni, in calo rispetto al 59% del 2020. Il dato nazionale nasconde forti disparità territoriali tra Nord e Sud, centro e periferia.
Import-export e internazionalizzazione
I dati sull’import/export mostrano la crescente proiezione internazionale del libro italiano che si avvicina all’equilibrio tra titoli comprati all’estero e venduti: negli ultimi vent’anni le esportazioni sono cresciute a un tasso medio annuo dell’8,6% e le importazioni del 2,8%. Nel 2020 sono stati venduti 8.586 titoli e comprati 9.127.
Il trend che porta al pareggio è evidente: nell’ultimo ventennio le esportazioni sono cresciute a un tasso medio annuo dell’8,6%, le importazioni del 2,8%. Dati che confermano da una parte la storica apertura degli italiani alle letterature del mondo, ma dall’altra anche il crescente fascino esercitato dal libro italiano sui lettori stranieri, con punte di eccellenza quali l’editoria per bambini e ragazzi.
Tra gli obiettivi prioritari dell’editoria italiana c’è la crescita sui mercati esteri. Nel 2023 il Paese è ospite d’onore alla Fiera del libro di Parigi, nel 2024 alla Buchmesse. Ogni anno il nostro Paese investe oltre un milione di euro in contributi per la traduzione. L’obiettivo, in vista dell’appuntamento di Francoforte, è quello di arrivare a una razionalizzazione del sistema di incentivi e a una ulteriore crescita dell’export.