Un po’ di dati sul mercato editoriale in Italia dopo la pandemia.
I numeri dell’editoria italiana tra gli effetti del “ritorno alla normalità”, i rincari causati dalla guerra in Ucraina e con la carta che ha toccato prezzi stellari.
Come va il mercato editoriale in Italia? Nei primi cinque mesi del 2022 l’editoria italiana di varia (cioè romanzi e saggi venduti nelle librerie fisiche, online e nella grande distribuzione) è in flessione del 4,5% a valore e del 3,6% a numero di copie rispetto ai primi cinque mesi del 2021*.
Le vendite a prezzo di copertina nelle prime venti settimane sono state pari a 565,6 milioni di euro, le copie vendute a 38,3 milioni. Pertanto, si sono persi a valore – rispetto al 2021 – ben 27,0 milioni di euro e 1,4 milioni di copie vendute.
Confrontano il periodo che va dal 24 aprile al 21 maggio) si registra un -8,6% a valore e -8,2% a copie rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le vendite sono state pari a 96,2 milioni e le copie sono state pari a 6,7 milioni (rispetto al maggio 2021 si sono persi rispettivamente 9,1 milioni a valore e 600mila copie).
Rispetto ai primi cinque mesi del 2019, le vendite sono invece in crescita del 15,3% a valore e del 15,8% a numero di copie, ovvero 72,4 milioni di euro in più e 5,2 milioni di copie in più rispetto al periodo corrispondente del 2019.
Dove compriamo i libri?
Si interrompe la crescita dell’online che proseguiva ininterrotta dal 2019, mentre le librerie fisiche continuano a recuperare terreno dopo il crollo nel 2020 a causa delle chiusure dovuta alla pandemia. A livello di quote, le librerie superano la metà delle vendite con il 52,4%, l’online si ridimensiona al 43%, la grande distribuzione cala ancora fino al 4,6%.
Quali generi?
Nel 2022 gli unici generi in crescita sono la narrativa straniera e i fumetti le cui vendite nelle librerie, dal 2019 a oggi, sono triplicate (un fenomeno esplosivo, a dir poco). Basta dare un occhio alla classifica della varia che è praticamente colonizzata dai manga. E le librerie fisiche ne approfittano allargando gli scaffali dedicati al genere e dando vita a iniziative promozionali.
Il potere dei fumetti
Un libro ogni dieci venduto nel 2021 nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione (cioè il 10% del totale) è un libro di fumetti.
Quanto al valore delle vendite, i fumetti pesano per il 5,9% sul totale del mercato di varia (romanzi, saggistica, manualistica e libri per ragazzi). I numeri dei primi quattro mesi del 2022 indicano che il peso dei fumetti continua a crescere: nel periodo tra gennaio e aprile arrivano a pesare il 12,3% sul numero di copie e il 7% a valore.
Dei 100,245 milioni di euro spesi in fumetti acquistati nelle librerie e nei supermercati nel 2021, 58,3 milioni (il 58,1%) sono manga, 29,7 milioni (il 29,7%) graphic novel, fumetti e comic strip, 12,2 milioni (il 12,2%) fumetti per bambini e ragazzi. Il genere che ha avuto la crescita maggiore è il manga, passato da 11,2 milioni di euro di vendite nel 2019 a 58,3 milioni di euro nel 2021.
I titoli pubblicati nel 2019 erano 3.148, sono scesi a 2.748 nel 2020 per la pandemia, sono risaliti a 3.272 nel 2021. Adesso il catalogo è in crescita costante: 30.127 titoli nel 2019, 31.254 nel 2020, 33.078 nel 2021. Se nel 2000 i fumetti erano il 2% di tutti i titoli di narrativa pubblicati in un anno, nel 2021 sono balzati al 12,6%.
Chi influenza i lettori?
Gli acquirenti che nelle loro scelte dichiarano di essere stati influenzati “molto” o “abbastanza” da quanto letto, visto o ascoltato sui social network sono il 59% nel 2021, erano il 50% nel 2019.
Quando noi siamo gli “stranieri”
Un ultimo dato interessante riguarda i libri italiani tradotti all’estero. Nel 2001, l’Italia vendeva i diritti di traduzione di 1.800 titoli, pari al 4% delle opere pubblicate. Nel 2020 questa percentuale è salita al 12% per un totale di 8.586 titoli.
Merito degli sforzi delle case editrici per l’internazionalizzazione del nostro comparto editoriale, delle politiche di sostegno, degli strumenti e degli incentivi messi a disposizione. A cominciare dal bando del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (635.000 euro) e di due distinti bandi del Centro per il libro e la lettura (per un valore di 800.000 euro).
E all’orizzonte?
Il libro resta un prodotto complesso che se la deve vedere con una domanda limitata, dato il risicato numero di lettori che abbiamo in Italia. E oggi torna a contendersi l’attenzione delle persone che hanno ripreso una vita più normale e sono tornate a viaggiare, a uscire, a popolare i luoghi di intrattenimento.
E dovrà vedersela con ciò che accadrà nei prossimi mesi. A cominciare dai rincari, soprattutto della carta il cui prezzo per gli editori è raddoppiato. Aumenteranno quindi i prezzi di copertina?
Ma il punto non è tanto il costo dei libri, ma quanto li desidereranno i lettori, quanto bisogno avranno di leggerli. E quindi quanto saremo bravi a lavorare su tali leve. Questo sì che fa tutta la differenza del mondo.