Fino a un anno fa Duccio Contini faceva ancora lo scrittore (o perlomeno ci provava). Aveva una vita sociale. Agli occhi di tutti era insomma una persona normale anzi, forse addirittura una persona realizzata. Uno che è stato capace di trasformare il suo sogno in realtà.
Perché il suo esordio non è stato niente male. Non dirompente ma si è fatto notare: un tema forte, articoli, interviste… insomma le persone gli dicevano “ce l’hai fatta!” e lui ci ha creduto. Quello che non sapeva il nostro protagonista è che nonostante tutto, quattro anni dopo l’esordio, si sarebbe sentito nello stesso pantano di quando ancora doveva essere pubblicato.
Anzi. Peggio. Non il pantano del tipo “forse non ce la farai” ma quello del “si stanno dimenticando di te”. Quindi devi fare presto ma, se le idee non arrivano, è un guaio. Addio secondo libro. Addio pubblicazione.
Mentre i genitori lo rassicurano – distrattamente, ché ormai passano tutto il tempo sui social, soprattutto TikTok – e la sua agente lo rassicura, lui non è sicuro per niente.
Duccio sprofonda in una strana, impalpabile apatia, fatta di giornate vuote, sempre uguali. Altro che preoccuparsi di riempire qualche cartella word con qualche improbabile frase… adesso se ne sta tutto il tempo sul suo divano, con il suo plaid a rombi.
No, non tutto il tempo! Sta anche molto alla finestra ad osservare la gente che si muove in fretta dentro e fuori dal bar sotto casa, le macchine. Una frenesia lontana che è come un brusio. E mentre all’inizio tutto questo era strano, innaturale, adesso si sente al sicuro, lì fuori dal mondo. Rassicurato.
Neppure Michelle, la sua coinquilina, lo riconosce più. Quando rientra non si capacita del cambiamento e lo fissa come se fosse uno dei tanti oggetti polverosi di quell’appartamento.
Ma cosa gli è successo davvero? Cosa trasforma un giovane scrittore in un tizio che sta rintanato in casa a mangiare semolino o si aggira per Roma con il suo carrellino della spesa, quando non si imbambola davanti ai cantieri? Lo scoprirete e riderete. E lo amerete da matti, soprattutto se vi sentite spesso fuori posto.