Un anno difficile per il mercato del libro in Europa che si è dimostrato però più resiliente del previsto, ma l’incertezza domina questo inizio 2021.
La Federazione degli editori europei (FEP) ha pubblicato un nuovo rapporto sulle conseguenze della crisi del Covid-19 per il mercato del libro in Europa. Il rapporto regala una panoramica della situazione a un anno dall’inizio della pandemia.
I dati della FEP sono una sintesi delle tendenze nazionali che sono state condivise dai suoi 29 membri: associazioni nazionali di editori di libri, riviste scientifiche e contenuti educativi, in tutti i formati.
Difficile ma non disastroso
“Difficile”, se volessimo riassumere il 2020 con una parola sarebbe questa. Ma i guai sono stati meno temibili del previsto. Si ipotizzava infatti una perdita tra il 15% e il 25% e invece i dati paiono suggerire un calo tra il 2% e il 5%. Non una buona notizia ma neppure uno sfacelo.
Ma è necessario valutare caso per caso, perché i dati del mercato e della crisi variano sensibilmente in relazione alla gravità della diffusione del virus, alla lunghezza del lockdown e al numero delle attività chiuse, in base all’efficienza della rete e al grado di informatizzazione del Paese. Senza dimenticare le misure anticrisi messe in atto dai Governi (in alcuni casi decisive).
Dopo le chiusure e i preoccupanti segni meno, le cose sono migliorate perché le persone, non appena sono state riaperte le librerie, sono tornate a comprare libri. E così si è recuperato terreno. In Austria, ad esempio, la perdita cumulata alla fine di agosto era del 7%. In Italia il 9%, in Francia il 10%, in Spagna e in Germania il 6%. Le cose sono ulteriormente migliorate in estate e hanno continuato a farlo in autunno.
L’incertezza, però, resta la parola chiave anche per l’inizio del 2021, secondo anno di crisi del COVID-19. Ciò nonostante, il settore librario ha rivelato una resilienza maggiore rispetto alla situazione che si prospettava solo sei mesi fa. A luglio è stato infatti pubblicato un primo rapporto (si trova nel link a fine articolo).
Le parole del presidente e del vicepresidente della FEP
Peter Kraus vom Cleff, Il presidente della FEP, ha dichiarato: «Il lato positivo è che i cittadini europei hanno letto più libri durante questi ultimi mesi e spero che questo durerà nel tempo. Meno ottimistica è la situazione di molti editori europei che sono stati colpiti da mesi di lockdown e la cancellazione di fiere del libro e festival letterari. Se posso rallegrarmi del fatto che diversi Paesi se la sono cavata meglio del previsto, devo riconoscere che questa è la combinazione di un mercato dinamico e del sostegno dello Stato attraverso sgravi finanziari e supporti diretti. Invito tutti i governi d’Europa a fare in modo che un settore editoriale culturalmente diversificato superi insieme la crisi. Essi possono essere strumentali nel fornire finanziamenti dove necessario e promuovendo le politiche più adatte, compreso il dichiarare i libri “prodotti” essenziali».
Il vicepresidente della FEP, Ricardo Franco Levi, ha aggiunto: «Leggendo questo rapporto, non posso che congratularmi con le autorità italiane per aver prestato tanta attenzione ai libri in questo periodo terribile. Con il sostegno che hanno dato a tutta la catena, ci hanno permesso di superare quest’ultimo anno. Consentendo a un maggior numero di libri di raggiungere i cittadini italiani. Sono felice che siamo stati in grado di ispirare i nostri colleghi e i loro Governi in questo senso. Mi unisco al collega Peter per lanciare un appello a tutti i Paesi europei affinché prestino la massima attenzione nei prossimi mesi, facendo in modo che nessuno rimanga indietro».
Il rapporto completo può essere scaricato sul sito della FEP (qui il link).