I dati del mercato del libro nel 2020 si rivelano, nonostante la pandemia e la crisi, positivi ma non mancano le criticità legate alle librerie, alla mancanza di e-commerce strutturati e al crescente potere di Amazon.
Come è andato il mercato del libro nell’anno della pandemia? L’Italia chiude con il segno più. Nel 2020 le vendite di libri cartacei sono cresciute dello 0,3% a prezzo di copertina, toccando 1,43 miliardi.
La crescita è ancora più marcata, pari al 2,4%, se si considerano e-book (cresciuti del 37% a 97 milioni) e audiolibri (+94%, 17,5 milioni). Grazie a questi aumenti, la lettura e l’ascolto digitale valgono oggi il 7,4% delle vendite del comparto varia.
Ancora più significativa la crescita in termine di copie (+2,9%), dove il +36,6% degli e-book ha più che compensato il leggero calo delle copie di libri (-0,8%). Nel complesso, gli italiani hanno acquistato 104,5 milioni di libri, al netto degli audiolibri per i quali non possiamo avere un valore “a copia”, perché in prevalenza acquistati in abbonamento.
L’editoria di varia (libri di narrativa e saggistica e per bambini e ragazzi venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione, ebook e audiolibri) è cresciuta del 2,4% raggiungendo gli 1,54 miliardi di euro a prezzo di copertina. Si tratta di una delle migliori performance a livello europeo.
L’online cresce
Le librerie – e più in generale i canali fisici – cedono quote di mercato all’online che dal 27% del 2019 cresce fino al 43%. Da segnalare la concentrazione di una larga fetta delle vendite nelle mani di un solo operatore (Amazon).
Le librerie
I canali fisici, però, hanno recuperato terreno rispetto all’online nel corso dell’anno, passando dal 52% di aprile al 57% di fine dicembre.
Hanno fatto invece bene le librerie indipendenti che hanno saputo riorganizzarsi e hanno puntato sulle consegne a casa, sul dialogo costante con la propria clientela e sulla presenza online. In questo panorama, è da sottolineare la particolare difficoltà delle librerie di catena, di quelle che si trovano nei centri turistici delle città d’arte, all’interno dei centri commerciali, stazioni ferroviarie e aeroporti.
Un dato interessante riguarda infatti le abitudini delle persone che si sono spostate nelle zone a basso flusso. Il timore della pandemia e delle aree ad alta concentrazione ha portato i cittadini a vivere maggiormente le zone residenziali e il proprio quartiere.
Il confronto con l’Europa
L’Europa è il gigante del mondo nel mercato del libro (anche Obama ha pubblicato con un editore europeo). Le differenze nelle performance nei vari Paesi sono date dall’impatto della Pandemia e quindi della crisi e, soprattutto, sono legate a quanto le librerie sono rimaste aperte nel periodo del lockdown.
Il mondo del libro da noi vale 3miliardi di euro di vendita ed è la prima e la più grande industria culturale del nostro Paese (più di cinema e musica…). Il dato positivo italiano (+0,3%), esclusi e-book e audiolibri, è superiore a quello di Francia e Germania, che calano rispettivamente del -2% e del -2,3% e poco inferiore a quello spagnolo (+1%).
Regno Unito (+5,5%), Olanda (+7%) e Finlandia (+2%) – tra i Paesi che ad oggi sono in grado di fornire questi dati – fanno molto meglio dell’Italia. Mentre crolla il Portogallo (-19%) svantaggiato dallo scarsissimo sviluppo dell’e-commerce.
Il calo delle vendite in libreria è l’elemento, preoccupante, che accomuna tutti i paesi dell’Unione. “In questo quadro” spiega Riccardo Levi “il nostro Paese si è distinto per il vasto piano di sostegno pubblico che è stato ottenuto anche grazie a una stretta collaborazione tra l’associazione degli editori, quella dei librai e quella dei bibliotecari. Una collaborazione che ha portato a misure, prese a modello in Europa, che hanno al centro lo stimolo alla domanda, pubblica e privata”.
Le criticità
L’editoria scolastica, il cui ruolo è stato fondamentale nella didattica a distanza, ha avuto un anno condizionato dal limitato rinnovo delle adozioni. Meglio è andata l’editoria universitaria, per la valorizzazione del libro nella didattica a distanza e perché il lockdown ha ridotto il fenomeno delle fotocopie pirata, un problema che si ripresenterà alla riapertura, aggravato dalla preoccupante crisi delle librerie universitarie.
Da ricordare, infine, le difficoltà di settori molto specifici del comparto, come l’editoria d’arte, quella turistica e professionale giuridica.
Conclusioni
Dati, quindi, ben più positivi rispetto al mood che si respira in Italia oggi parlando con i diversi operatori. Dati che sono il frutto della collaborazione tra i vari attori della filiera, senza dimenticare i contributi e il sostegno del Governo.
Il sentimento di preoccupazione permane, però, ed è legato all’impossibilità di organizzare ancora eventi fisici e quindi alla cancellazione di tutte le fiere e degli eventi culturali. A questo vanno aggiunti i timori legati alla pandemia e alla lentezza della campagna vaccini, i timori per l’economia e i consumi (il calo del Pil è stato infatti molto rilevante) e per la situazione politica altamente instabile.
Di certo nel 2020 è cambiato l’approccio di tutti gli operatori: la necessità di raggiungere i lettori in modo differente e di comunicare in assenza di socialità ha spinto editori e librai a orientare al meglio le proprie forze, a ridistribuire i budget, a trovare altre vie di promozione.
E sono cambiati anche i lettori: molti hanno scoperto la rete e gli ebook, altrettanti sono rimasti fedeli ai propri librai privilegiando una esperienza di acquisto più empatica e fisica (nei limiti del possibile, data la situazione). Sono cambiate le esigenze che li animano, è mutata la gerarchia dei bisogni: al primo posto, infatti, la necessità di prendersi cura di sé, seguita dall’innovazione e dal miglioramento personale.
E, in effetti, un libro è quell’oggetto magico che può intrattenerci, essere una cura, un maestro e migliorare la qualità della nostra vita.
Qui potete scaricare la presentazione con tutti i dati.