Libri a Colacione 14 novembre 2020

Libri a Colacione 14 novembre 2020

Tornano i Libri a Colacione, la rubrica di Tutto Esaurito su Radio 105! Questa settimana: Con le ali sbagliate di Gabriele Clima e Il caso Olivetti di Meryle Secrest.

Vuoi ascoltare la puntata? Ecco il podcast!

CON LE ALI SBAGLIATE
di Gabriele Clima, Uovonero, pagine 176, anche in ebook

Con le ali sbagliate

Nino è un ragazzo che, come tutti, cerca il suo posto nel mondo. Ma presto, deve fare i conti con ciò che la società, e soprattutto la sua famiglia, gli concede di essere e di non essere.

Perché il problema, oggi, è essere all’altezza di ciò che gli altri si aspettano da noi. E la famiglia di Nino ha grandi progetti e immense aspettative. Ma Nino a questa immagine non corrisponde minimamente.

Nino è omosessuale, lo sa con precisione così come probabilmente sa di respirare e di esistere. Ma per i genitori questo è un problema e non è bastato neppure un dottore, un dottore che peraltro gli ha confermato che tutto è normale, che certe persone sono fatte in un modo e altre… no, ai genitori non basta perché, forse, i dottori non capiscono, forse c’è un’altra via.

E un giorno si presentano da lui con una lettera, una lettera che è un aiuto che viene dall’alto e che risolverà “quella tua faccenda”. Ci deve almeno provare Nino, no? In fondo glielo stanno chiedendo suo padre e sua madre. E sorridono. E ci credono. E così finge di crederci anche lui.

Nino entra così in una specie di clinica, un centro spirituale per “quelli come lui”. E impara che la sua natura non può essere omosessuale perché è divina, perciò è perfetta, deve essere perfetta. La sua omosessualità non è nient’altro che una ferita dell’anima e va curata e riportata sulla retta via.

Non si tratta di una forzatura dell’immaginazione. Questa storia nasce dopo la lettura di un reportage di Matteo Pucciarelli che raccontava di una clinica, di una casa spirituale che “cura” l’omosessualità. Gabriele Clima ha preso questa storia dolorosa e lacerante e l’ha trasformata in una narrazione per tutti i Nino del mondo.

Questa storia è una occasione per ricordarci quanto sia prezioso il dialogo tra ragazzi e adulti, per non smettere di imparare ad affrontare i limiti e i tabu che ancora oggi impediscono agli esseri umani di essere ciò che sono.

IL CASO OLIVETTI
di Meryle Secrest, traduzione di Marta Rizzo, Rizzoli, pagine 400, anche in ebook

Il caso Olivetti

Questa è la storia di una azienda eccellente. Parliamo di quella realtà che ha prodotto il primo modello di desktop computer: il Programma 101. Il primo computer da scrivania tanto innovativo da essere adottato anche dalla NASA. E non stiamo parlando di una azienda straniera ma della nostra italianissima Olivetti.

La storia di questa azienda è legata a quella di una famiglia di grandi imprenditori illuminati, nasce con Camillo, e viene portata avanti dal figlio Adriano e poi ancora da Roberto. La Olivetti commercializzava cinque modelli di macchine da scrivere, calcolatrici, telescriventi e strumenti da ufficio.

Ma con il primo elaboratore centrale tutto a transistori gareggiava testa a testa con IBM che aveva prodotto anche lei un primo modello ma possedeva meno risorse. Pensate che Olivetti, con i suoi prodotti ben congegnati e costruiti (finiranno anche al MOMA, al museo di arte moderna) vendeva in 117 Paesi. E nel 1959 si era anche inserita nel mercato americano comprando la Underwood, una solida società fondata nel 1874.

La Olivetti è passata alla storia anche per il suo atteggiamento illuminato nei confronti dei lavoratori: stupendi alti, ore di lavoro limitate, un ambiente di lavoro stimolante (in cui non manca una biblioteca, il cinema, un centro ricreativo…). Il licenziamento non veniva contemplato, semplicemente, si ragionava su un cambio di ruolo all’interno dell’azienda.

Una realtà insomma all’avanguardia che dovette però fare i conti con un destino infausto: Adriano muore su un treno diretto in Svizzera per attacco di cuore, l’anno successivo nel 1961 viene a mancare anche Mario Tchou, ingegnere e braccio destro degli Olivetti, che si schianta con il suo autista sul cavalcavia della Milano-Torino che conduceva al casello di Santhià.

Questa non è soltanto la ricostruzione della storia di una azienda ma è anche una indagine che rilegge la storia del declino della Olivetti e suppone che in queste morti inaspettate possa c’entrare qualcosa di molto più infido e terreno del destino: gli interessi economici e il potere.

Le indagini conducono infatti alla CIA che potrebbe aver agito su pressioni dell’IBM che avrebbe considerato la Olivetti una minaccia inaccettabile tanto da tentare  con ogni mezzo di risolvere il problema in modo definitivo. Se non fosse tragica, sarebbe una vicenda molto avvincente.

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