Libri a Colacione 12 settembre 2020

Libri a Colacione 12 settembre 2020

Tornano i Libri a Colacione, la rubrica di Tutto Esaurito su Radio 105! Questa settimana: Le cose da salvare di Ilaria Rossetti e Design your life di Bill Burnett e Dave Evans.

Vuoi ascoltare la puntata? Ecco il podcast!

LE COSE DA SALVARE
di Ilaria Rossetti, Neri Pozza, pagine 208, anche in ebook

LE COSE DA SALVARE di Ilaria Rossetti, Neri Pozza

Il ponte è crollato da un’ora. Penzola minaccioso, sopra alla sua testa. Sopra alla casa in cui è nato, cresciuto, la stessa in cui sono i morti i suoi, nella quale si è sposato ed è poi rimasto solo. Muoviti!, gli gridano da fuori, mentre nell’aria vortica la polvere e la calce.

Gabriele sa che presto crollerà tutto e pensa alle cose da salvare. Si guarda intorno e non sa decidersi. Le foto, i soldi, i documenti. Un libro speciale? Le scarpe? In sessantaquattro anni ne ha accumulate di cose e di ricordi… Se le cose da salvare sono troppe, come si fa?

Un anno dopo il crollo Petra Capoani, una giornalista che lavora per un quotidiano locale è chiamata a scrivere un pezzo su Gabriele Maestrale. Non le pare una buona idea ma non ha molta scelta, il direttore glielo ha chiesto.

Che cosa chiedere a un uomo che, da oltre un anno, abita al civico 36 di via dei Bastioni, l’unica casa ancora in piedi sotto il ponte? Uno che vive nell’unico edificio che non è stato abbattuto, che sorge sotto i resti di un ponte le cui macerie potrebbero crollare da un momento all’altro? Sì perché alla fine Gabriele si è rifiutato di andarsene e le persone si sono stancate di provare a convincerlo.

A guardare ciò che resta delle case distrutte, il fiume che scorre, il moncone del ponte… tutto parla di un luogo spezzato, letteralmente. C’era stato molto dolore. Ma per Petra il supplizio è un altro, fare i conti con la malattia che si è portata via sua madre e accettare di non vederla mai più.

Dentro casa, Gabriele conta  i passi e lo spazio a disposizione, nel piccolo mondo in cui si è rinchiuso e non ha alcuna voglia di  discutere delle cose da salvare, di quelle da lasciarsi alle spalle, di esistenze monche. Eppure lui, chiuso lì dentro, è in grado di far cambiare persone e cose là fuori.

Una storia che parla dei trentenni alle prese con il proprio posto nel mondo, migranti a caccia di una occasione che un’Italia avara è restia a dare, che parla di famiglie, di amori che hanno resistito al tempo, di amori falliti e di quanto possano influire sulla nostra vita.

DESIGN YOUR LIFE
di Bill Burnett e Dave Evans, traduzione di Francesca Parviero, Rizzoli, pagine 295, anche in ebook

DESIGN YOUR LIFE di Bill Burnett e Dave Evans, traduzione di Francesca Parviero, Rizzoli

In un momento come questo molti, magari, si sentono incastrati in una vita che vorrebbero diversa, in un lavoro che forse dà preoccupazioni e regala pochi ottimismi per il futuro. Questo potrebbe essere particolarmente vero per i ragazzi che il proprio futuro, adesso, lo stanno progettando. Come fare?

Riorganizzare la propria vita, tanto per cominciare, non significa avere la bacchetta magica, neppure vincere alla lotteria. Non significa guadagnare tanti soldi e di sicuro non vuol dire non commettere errori. Ha molto a che vedere, invece, con il modo in cui guardiamo il mondo e con ciò che crediamo vero a proposito del mondo e della nostra vita.

Per esempio molti credono che il percorso di studi determinerà ciò che faranno (e soprattutto ciò che non faranno), che si è felici solo se si ha successo, che è troppo tardi per cambiare. Gli autori propongono di ribaltare queste affermazioni:

  1. Negli Stati Uniti i tre quarti dei laureati non fanno un lavoro collegato ai loro studi.
  2. Felicità è progettare la vita che funziona per ciascuno di noi.
  3. Non è mai troppo tardi per progettare la vita che vorremmo.

E a questo proposito, occhio, la vita che vorremmo potrebbe avere a che fare con le proprie passioni a patto di conoscere davvero quali siano. Molte volte non ne abbiamo idea, altrettante scopriamo di amare qualcosa soltanto facendo. Va da sé che ciascuno di noi potrebbe percorrere con soddisfazione diverse strade “giuste” perché gratificanti.

Per provare a fare chiarezza l’idea è quella di applicare un approccio da designer alla propria vita. Quindi bisogna immaginare un prototipo di vita, testarlo, farsi delle domande e se le cose non vanno, riprovare da capo.

Ma prima di iniziare è necessario capire perché si è insoddisfatti, indagando i quattro ambiti principali della propria vita: salute, lavoro, gioco/svago, amore. A questo punto serve una bussola che permetta di identificare la direzione: qual è il vostro scopo? Che cosa ha valore per voi? L’obiettivo è che ci sia coerenza tra chi siete, i valori in cui credete e ciò che fate.

E siccome non esiste solo un piano – abbiamo energia e capacità per tante vite – provate a immaginarne diversi, almeno tre differenti versioni di voi: chi potreste essere tra cinque anni? Dove potreste essere? Cosa potreste fare?

Per vivere una vita gratificante, bisogna progettarla. Non perdete tempo!

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