Siamo tutti molto impegnati. Impegnati a vivere, a sopravvivere. A mettere insieme il pranzo con la cena, a conservare il lavoro, a educare i nostri figli…
E non abbiamo tempo. Spesso non ne abbiamo per i nostri amici, figurarsi se ne abbiamo per la politica e climate change!
Però, ogni giorno, mentre siamo impegnati a fare altro, qualcuno è impegnato a prendere decisioni che avranno un peso sulle nostre vite, spesso molto significativo. Non solo. Ogni giorno, mentre siamo impegnati a vivere, le nostre azioni e decisioni ricadono, non solo sulla nostra famiglia e sulla comunità, ma anche sulle persone che abitano dall’altra parte del globo.
La dieta che scegliamo ricade sulla qualità della vita e del lavoro del contadino in Amazzonia, i vestiti che decidiamo di indossare influenzano l’esistenza della donna che li ha cuciti in Pakistan. Niente di quello che facciamo è esente da effetti.
Ma, spesso, non siamo capaci di leggere le “cause”. Ci moviamo in un mondo oscuro, fatto di leggi e regole che non conosciamo, o in un mondo fintamente semplice, preda di stereotipi, complottismi e fake news.
Quindi fermarsi e provare a capire che cosa accade oggi, quali saranno le sfide di domani non è cosa da poco. Harari fa questo per noi lettori, si mette al servizio e opera una “traduzione” della realtà. Ce la rende più chiara e comprensibile.
Nascono così – grazie alle domande dei lettori e del pubblico che lo ha seguito negli ultimi anni – queste 21 lezioni. Riflessioni, domande pressanti sui temi più disparati: come sopravvivremo alla tecnologia, come ci influenza questa rivoluzione tecnologica? Come sarà – ci sarà?! – il lavoro nel 2050? E Dio, come affrontiamo la questione religiosa? E il terrorismo? E il cambiamento climatico?
È necessaria la fatica che richiede l’approfondimento (andare oltre al titolo e al sommario già aiuta) e la disponibilità a riflettere. Ma la fatica sembra passata di moda, perché chi le mode le fa sa bene che quando ne facciamo, quando attiviamo il cervello, diventiamo meno malleabili, meno controllabili, meno manipolabili. Perciò facciamo fatica! Facciamoci liberi.
1 comment
21 lezioni per il XXI secolo giace qui di fianco a me impilato assieme a una ventina di libri da leggere nelle prossime settimane. L’anno scorso, di Harari, ho letto uno dietro l’altro i suoi due capolavori precedenti: un’epifania! Saggista-pensatore-divulgatore straordinario, Harari ha la rara capacità di risultare convincente anche quando, non è il mio caso, chi si accinge a leggerlo trova un po’ ardite le sue tesi di partenza. Ed è divertente, poi, vedere la trasformazione sul volto della persona a cui ne hai consigliato la lettura, il quale (solo per fare un esempio) alla parola “amortali” aveva abbozzato un sorriso, mentre adesso ti parla serio e possibilista della faccenda medesima. Uno spasso!
Nel mio caso invece, Harari ha messo ordine e sistemato concetti che, per dirla alla Baricco, già di suo e da tempo si indirizzavano proprio lì dove Harari finisce per andare a parare, regalando però (ed è questo il bello), quasi a ogni passaggio, un mattoncino supplementare che non avevi considerato, una sorta di spiazzamento nella conferma che rende tutto più vivido e più chiaro. Bravissimo.
Certo, potrebbe essere un trucco, l’ennesimo arnese del mestiere che proprio Harari, con tanta maestria, si diverte a smascherare su una miriade di questioni di fede, politica e potere. Ma anche se fosse, lo fa in maniera impeccabile. Ovvio poi che chi crede a un dio dei cieli un autore così lo rifiuta ancora prima di iniziare, ma chi è abituato a non cercare rifugio nello zuccherino consolatorio di qualsivoglia credo ed è sopravvissuto al pensiero non edulcorato di Leopardi, Schopenhauer, Michelstaedter e Ligotti, in Harari non potrà che trovarci dentro che la stessa assoluta coerenza dei primi, rinvigorita da un sapere e una visione modernissimi.
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