Valerio Magrelli per “DiVersi, solo le cose inutili sono poetiche” di Elisabetta Bucciarelli che ce lo ricorda: i buoni non esistono se accettano di stare dalla parte dei cattivi.
La fame
Facevano rumore, quei vicini,
per darvi l’impressione di mangiare,
di avere qualche cosa da mangiare.E maneggiavano piatti, scodelle,
e urtavano bicchieri, spostavano posate,
scintillanti, pulite, come nuove.Che atroce scena fu quella in cui tuo padre
piombò da loro, un giorno, rivelando
la nudità del pasto, l’amarezza
di un cibo chiamato MANCANZA!
Oggi c’è altro da dire, ringraziando questa poesia-piccola-storia, precisa costruzione narrativa composta da immagini e suoni e movimento.
C’è qualcosa che sembra, ma grazie a un fastidio e all’incepparsi di una quiete, ecco disvelarsi la verità. Quello che prima non si poteva nemmeno immaginare è la mancanza. Ma io pensavo che, invece…
Si tratta di una situazione che capita di frequente, soprattutto quando abbiamo bisogno di credere sia nelle persone sia nelle opportunità che la vita ci offre. Proiezione la definisce qualcuno, speranza qualcun altro. Ostinata volontà di riporre la nostra fiducia da qualche parte.
Torniamo alla poesia, ci ricorda che la povertà esiste. È diffusa e dignitosa, si vergogna a mostrarsi, resta chiusa, nascosta. E finge di essere altro, si nega, a volte anche a se stessa. Crea differenza e non permette di alzare la testa. Esiste quando dobbiamo accettare violenza e compromessi. Esiste quando permettiamo di lasciarci plagiare, cooptare o lusingare dai cattivi maestri, illudendoci che possano risollevare le nostre sorti. La povertà esiste ancora e non lo capiamo finché qualcuno non ci sbatte in faccia che noi possiamo permetterci di scegliere, noi possiamo permetterci di dire quello che pensiamo, noi possiamo permetterci di essere più libere/i. Non sempre è solo povertà economica, a volte è di spirito, psicologica, anagrafica, di pensiero… la confondiamo con il barcamenarsi, likare, cuorare, ostentato opportunistico consenso verso gli arroganti, contro i più deboli (culturalmente socialmente politicamente). È povertà dell’insoddisfazione, del non sapersi accontentare.
Quella vera però, è un’altra cosa, la sopravvivenza è un’altra cosa, è mancanza. Fa rumore per nascondersi e il rumore non ci piace.
L’amarezza di un cibo chiamato mancanza è anche il vuoto affettivo che spinge taluni di noi a cercare incondizionato amore da chiunque, senza valutarne la statura etica per non dire quella morale. Le persone cattive esistono e se ne approfittano. Ma i buoni non esistono se accettano di stare dalla parte dei cattivi. Come difenderli dopo essere piombati e aver visto la nudità del pasto? Come difendersi?
La poesia non ci fornisce risposte ma ci suggerisce di aprire gli occhi, non accettare il rumore delle apparenze e di andare a vedere sempre. Non sarà facile scoprire che il piatto del vicino è vuoto e saperlo ci obbligherà a prendere una posizione. A costo di soffrirne.
Valerio Magrelli, Il sangue amaro, Einaudi arriva da lontano, così lontano che non ricordo il nome della libreria, ma di sicuro ero a Bologna. Potrebbe essere la Feltrinelli sotto le due torri.
Valerio Magrelli è nato a Roma nel 1957. Traduttore e saggista, è ordinario di Letteratura francese all’Università di Cassino. Ha pubblicato Ora serrata retinae (Feltrinelli, 1980), Nature e venature (Mondadori, 1987), Esercizi di tipologia (Mondadori, 1992). Le tre raccolte, arricchite da versi successivi, sono poi confluite nel volume Poesie (1980-1992) e altre poesie (Einaudi 1996). Sempre per Einaudi sono usciti Didascalie per la lettura di un giornale (1999) e Disturbi del sistema binario (2006). Fra i suoi lavori critici, Profilo del dada (Lucarini 1990, Laterza 2006), La casa del pensiero. Introduzione all’opera di Joseph Joubert (Pacini 1995, 2006), Vedersi vedersi. Modelli e circuiti visivi nell’opera di Paul Valéry (Einaudi 2002, L’Harmattan 2005) e Nero sonetto solubile. Dieci autori riscrivono una poesia di Baudelaire (Laterza 2010). Ha diretto per Einaudi la serie trilingue della collana «Scrittori tradotti da scrittori». Tra i suoi lavori in prosa: Nel condominio di carne (Einaudi 2003), La vicevita. Treni e viaggi in treno (Laterza 2009), Addio al calcio (Einaudi 2010), Il Sessantotto realizzato da Mediaset (Einaudi 2011), Geologia di un padre (Einaudi 2013). È fra gli autori di Scena padre (Einaudi 2013). Nel 2014 ha pubblicato per Einaudi la raccolta di poesie Il sangue amaro. Nel 2002 l’Accademia Nazionale dei Lincei gli ha attribuito il Premio Feltrinelli per la poesia italiana. Collabora alle pagine culturali di «Repubblica» e tiene una rubrica sul blog il Reportage. La bio è tratta dal sito di Einaudi editore.