È Gabriella Leto la voce che Elisabetta Bucciarelli ci suggerisce per “DiVersi, solo le cose inutili sono poetiche” e stavolta si interroga sulla strada che abbiamo scelto e sulla quale ci troviamo a camminare.
Non trema alle tue labili
accuse la certezza
al passato non chiedo
le ragioni eluse.Io che le due variabili
del tuo sistema
lo so – non ho accettato.
Gabriella Leto scrive versi eleganti, non gioca su poesie semplici capaci di colpire e poi svanire, al contrario lei prova a trasferirci la sua educazione classica e musicale, costruisce piccoli edifici sintattici e lessicali. Potremmo leggere la sua poesia, quotidianamente, con il solo obiettivo di raffinare il movimento della nostra parola. Tutti più armonici quando ci rivolgiamo agli altri e a noi stessi.
Ora resta da scoprire quali siano le due variabili del sistema che noi non abbiamo accettato, in nome di cosa la nostra esistenza ha preso una delle due strade, quella su cui ci troviamo a camminare. Non deve esserci alcun timore nel ripercorrere le ragioni di quella scelta, perché era l’unica possibile, l’unica sostenibile. Così capita all’esistenza di noi tutti, con buona pace dei sensi di colpa, delle malinconie o del rammarico, in quel momento del passato non avremmo potuto fare altra scelta che quella compiuta. E dobbiamo esserne emotivamente e ragionevolmente consapevoli.
Questo libro è stato acquistato alla libreria Centofiori di Milano (tanto tempo fa).
Gabriella Leto è nata e vive a Roma. Ha esordito nel 1975 sull’«Almanacco dello Specchio» e nel 1980 ha preso parte all’antologia einaudiana Nuovi poeti italiani I. Dieci anni dopo, ancora da Einaudi, il suo primo libro individuale: Nostalgia dell’acqua (Premio Viareggio 1991). Nel 2003 ha pubblicato, sempre per Einaudi, Aria alle stanze.
Gabriella Leto è anche traduttrice di poeti latini. Con Einaudi ha pubblicato le Elegie di Properzio (1970), Le Eroidi (1966) e Gli Amori (1995) di Ovidio; nei Tascabili sta preparando un volume con tutto l’Ovidio amoroso. (Dal sito Einaudi).