Classe ’77, Michael Uras è francese di origini italiane – il papà è sardo – il suo ultimo romanzo, pubblicato con la casa editrice Nord, è Le parole degli altri (traduzione di Francesco Graziosi).
Michael Uras l’ho conosciuto leggendo il romanzo Io e Proust (a cura di Giuseppe Girimonti Greco, traduzione di Giacomo Melloni, Voland) in cui raccontava la storia di una ossessione: quella del giovane Jacques Bartel per Marcel Proust.
Lo ritrovo alle prese con Alex, un lettore accanito che a un certo punto decide di utilizzare tutta la propria competenza in ambito letterario per “curare” le persone in difficoltà. Una cura che non comporta medicamenti ma le parole dei libri.
Sì, perché Alex non solo ama i libri, le parole e le storie ma possiede un grande talento: la capacità di capire le persone anche se diversissime tra loro. Sa sentire il loro cuore e intuirne bisogni, paure, dolori… e così ecco che Alex si trasforma in un biblioterapeuta.
Tutto quello che cerchi – lo dico sempre! – lo trovi (anche) in un libro. Anche la soluzione ai tuoi problemi. Basta scegliere quello giusto, è ovvio. Solo che, si sa, è facile dar consigli agli altri ma noi, per noi stessi, siamo il paziente più difficile da curare.
Sulle prime potrebbe sembrare una storia alla Hitch in realtà è un inno d’amore per la letteratura francese e per quanto di magico possono fare alcune storie. Un inno d’amore per la poesia e per i romanzi poetici che ci ricorda ciò che i lettori sanno molto bene: (anche) i libri ci rendono felici.
Se adorate i libri che parlano di altri libri qui ne troverete parecchi. Non semplici consigli di lettura, ma prescrizioni per guarire, per essere più felici, per liberarvi dalle vostre paure facendo qualcosa di meraviglioso: leggere.
E se volete saperne di più, ascoltate l’intervista.