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Il contrappasso del lettore: ricevere in regalo il libro scritto da chi ti dà il regalo

Piccolo manuale di sopravvivenza per gestire lo sventurato caso dell’autore che a Natale ti regala il suo libro a cominciare dalle domande da non fargli MAI!

Non i parenti, non l’orda di grassi, non il riciclone – ricordo delle orride colonnine di marmo rosa che hanno fatto il giro di tutti i conoscenti tre volte – il vero dramma è un altro.

E mentre scarti il pacco e assumi un’espressione plastica di attesa estatica – ti concentri per andare a pescare quella che avevi a cinque anni davanti al megapacco che avresti scoperto contenere la Pista polistil – i tuoi polpastrelli preveggenti percepiscono alla perfezione che cosa ti aspetta.

Perché tra le mani, lo sai bene, hai un libro. Il problema qui è che non si tratta dell’ultimo di Vespa – che la zia ti regala tutti gli anni e che tu, tutti gli anni, andrai a cambiare – il guaio qui è più grosso.

Perché il bipede che ti sorride con aria minacciosa – pupille fisse, dentoni in evidenza – si dà il caso essere proprio l’autore del suddetto libro. E non se ne andrà mai via con un «Graaaazie, non me lo aspettavo!» lui vuole che lo approvi, lo gratifichi. Lo adori!

Se farai esattamente quello che sto per dirti, nessuno si farà del male e uscirai vivo anche da questo Natale.

1. Il libro che hai appena scartato si chiama La mia vita qualcosa – scritto corpo carattere 70 – e ha una copertina che non c’entra nulla col titolo. Di solito sono paesaggi mistici e brumosi. Tu prendi il libro e come se avessi l’imperatore del Giappone dinnanzi a te, stringilo con entrambe le mani, soppesalo. E apprezzalo! Significa incollare gli occhi sulla copertina brumosa e non sbattere le palpebre (c’è di peggio dai). La tua semi paresi verrà presa per stupore.

2. Poi affronta la quarta di copertina. Concentrati! Si tratta di tenere a bada i tuoi 20 muscoli facciali, quelli che controllano le micro-espressioni che tradiranno il tuo orrore se non farai di tutto per concentrarti sul domani. Domani che il Natale sarà passato e tu potrai ripercorrere tutte le tappe evolutive al contrario – da vertebrato a invertebrato – trascinandoti dal letto al divano.

3. Adesso apri – delicatamente! – il libro e vai alla biografia. Il tuo problema è strettamente connesso al numero di righe di cui è composta. Contale. Se supera le 20 sei un DRW. Un Dead Reader Walking. In quel caso per quanto mi riguarda puoi solo metterti a pregare…

4. C’è la foto? Bene, domandagli qualcosa a riguardo. Qui ti muovi in territorio neutrale. Non rischi. Prenditi il tuo tempo. Recupera fiato e asciuga il sudore sulla fronte.

5. Sei pronto? Adesso devi passare all’aletta dell’orrore, quella della trama. Non la leggere. Ripeto: non la leggere! Non potresti dire nulla di intelligente a riguardo. Chiedi, nell’ordine:

  • Quando hai trovato il tempo? Tu che hai una vita così impegnata!
  • È più difficile iniziare o chiudere? (Marzullo docet)
  • Hai già pensato al seguito?

6. Lascialo parlare. Ogni dieci sue parole agita il capo in segno di assenso. Mantieni il contatto visivo e non gesticolare, è un evidente indice di stress.

7. VIETATO fare domande sull’editore. Chi è, cosa fa, se esiste… anche se si chiama La mezza Tacca o Approssimazioni. Hai 364 giorni per accanirti contro l’editoria a pagamento ma oggi no, fatti un favore, oggi fatti i cazzi tuoi!

8. Se pensi di essertela cavata, sbagli. Adesso devi aprirlo ’sto benedetto libro. Il testo non è giustificato, ci sono tre refusi nella prima parola e le pagine sono di una strana consistenza? E che sarà mai?! Quella volta che hai baciato la tua compagna di classe chiudendo gli occhi per autoconvincerti fosse la Schiffer non è stato forse più difficile?

9. Adesso lui proclamerà in tono solenne: «Tengo molto al tuo parere… se non ti piace, dimmelo» e lo dirà con aria ferma e sicura. La stessa aria ferma e sicura di Clinton quando giurava di non fumare sigari. Perciò annuisci, ma sappi che non dovrai mai e dico mai dire la verità, manco sotto tortura.

10. Se stai leggendo questo punto significa che è andata abbastanza bene. Sei vivo. E questa è la buona notizia. Quella brutta? Lui non mollerà. Te lo ritroverai sotto casa, in ufficio, nel negozio di feltrini. Ti manderà mail, sms, WhatsApp, fax e telegrammi… arriverà a travestirsi da postino per chiederti: «Lo hai letto?!» E nessun manuale potrà mai salvarti da questo. Garantito. Ah, dimenticavo: Buon Natale!

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Chiara Beretta Mazzotta

Cammino dunque sogno (e faccio e aiuto…)

Grazie, caro 2018! Buon Capodanno a tutti!

10 comments

El Cugino del Parente 23/12/2016 at 11:15

T E R R I B I L E ! ! ! ! ! ! ! ! !

Chiara Beretta Mazzotta 23/12/2016 at 17:45

Molta paura eh 😉

Barbara 23/12/2016 at 15:33

Questo lo mando in tutti i social…manca ancora 1 giorno a Natale, posso salvarmi!! 😀

Chiara Beretta Mazzotta 23/12/2016 at 17:45

Ahahahahah una specie di tattica preventiva 😉 Fammi sapere se ha dato i suoi frutti!

Carlotta 23/12/2016 at 15:38

AHAHAHAHAH, meraviglioso!
Si potrebbe provare a uscire da questa trappola fingendo una misteriosa patologia agli occhi che impedisce di leggere quel(la) particolare font o quella particolare gradazione di nero 😀

Chiara Beretta Mazzotta 23/12/2016 at 17:45

Certo! La famosa cecità selettiva! 😉

LFK 24/12/2016 at 07:25

Certe cose, alla vigilia di Natale, dovrebbero essere vietate. Sai che hai dato l’idea del secolo a milioni di scrittori che hanno fatto carte false per pubblicare entro Natale?

Chiara Beretta Mazzotta 24/12/2016 at 10:26

In effetti, Vostro Onore, lei ha ragione.
Sono colpevole!
Dovevo innescare il dramma per testare il decalogo… attendo diabolici sviluppi!
E, soprattutto, buon Natale!

aldo 24/12/2016 at 13:55

È esattamente così! Perfetto! Io l’ho fatto due volte e per due volte ho raccolto grandissime soddisfazioni 🙂

Chiara Beretta Mazzotta 27/12/2016 at 15:32

Caro Aldo, il tuo entusiasmo mi preoccupa! E preoccupa pure i tuoi parenti! 😉

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