Che rapporto lega un editor ai suoi autori? Come si gestiscono talenti del calibro di Thomas Wolfe, Fitzgerald o Hemingway? Lo racconta un film nelle sale dal 10 novembre; nel cast Colin Firth, Jude Law, Nicole Kidman, Laura Linney e Guy Pearce.
Per Max Perkins un editor doveva restare anonimo. Perché il pubblico non dovrebbe sapere chi si nasconde dietro a un talento, né il talento pensare di non esserlo abbastanza. Chi era Perkins? Un editor, appunto, cioè uno che dovrebbe “prima che un autore distrugga le qualità naturali della sua scrittura, ecco il momento in cui un editor deve intervenire. Ma non un attimo prima”.
Se non conoscete quest’incredibile personaggio vi consiglio di leggere il libro Max Perkins: Editor of Genius pubblicato nel ’78 da Andrew Scott Berg (Berkley Pub Group) tradotto in italiano da Monica Capuani con il titolo Max Perkins. L’editor dei geni (Elliot).
Scoprirete che Perkins dal 1910 lavorava per la Scribner’s Son, editori e librai, una delle più famose e longeve case editrici americane fondata da una famiglia di uomini di affari. Al quinto piano della sua sede, un palazzo della Quarantottesima Strada, questo editor promettente cercava di scovare talenti all’interno di una realtà paludata, famosa per un catalogo molto (troppo) classico.
E non doveva essere granché stimolante editare testi pressoché perfetti di autori che pubblicavano da anni… finché nelle di Perkins passò The romantic Egoist – chiamarlo romanzo all’epoca sarebbe stata una iperbole – di un certo Fitzgerald che, dopo una serie di peripezie, diverrà Di qua dal Paradiso. E il resto è storia.
Genius, il film di Michael Grandage – regista teatrale e produttore al suo debutto cinematografico – è ambientato a New York, negli anni Venti, e ci racconta un Perkins (Colin Firth) arrivato, che può vantare autori come Hemingway e ha saputo costruire bestseller e casi di successo senza dimenticare mai il proprio compito: scovare buoni libri da pubblicare “perché non c’è niente di più importante di un libro”. La letteratura, insomma, conta.
Questa è la storia di un uomo di talento – felicemente sposato con Luise (Laura Linney) e padre di quattro figlie – che incontra un altro talento: il giovane Thomas Wolfe (Jude Law). No, non confondetelo con l’autore de Il falò delle vanità o Maledetti architetti!
Tom è scapestrato, eccessivo. Travolgente. Insopportabile! Il suo romanzo O lost è stato rifiutato da tutti gli editori che “odiano il mio libro” e non si capacita del perché Perkins voglia lavorarci. Solo Aline Bernstein (una insuperabile Nicole Kidman), sua amante devota che per lui ha lasciato famiglia e figli, lo sostiene ancora.
Cosa significa mettere le mani in migliaia di pagine e dar loro un senso? Cosa significa aiutare un autore a mettere a fuoco ciò che ha valore del suo libro e convincerlo a tralasciare ciò che invece non ne ha? Gestire gli umori, la follia, un ego smisurato… e pure una crudeltà affilata, chirurgica nella sua precisione.
È anche la storia di un mestiere, senza dubbio, e di una amicizia. E pure di un rapporto tra un figlio e un padre mancati. Perché Perkins avrebbe tanto voluto averne uno di figlio maschio e Wolfe suo padre l’ha perso.
È soprattutto il racconto di quanto si possa ammirare e detestare un genio, di quanto costi ammettere che il genio può essere umanamente imperfetto, di quanto il genio pretenda devozione e continue conferme travolgendo la tua vita e persino i tuoi affetti.
“I’ve been edited” dice a un certo punto Aline. “Sono stata tagliata” come se si trattasse della pagina di un romanzo perché tutto nella vita di Wolfe viene misurato in relazione alla sua arte, alla sua creatività. Anche le persone.
Vi emozionerà questo film e vi verrà voglia di scoprire quali libri abbia scritto il giovane Wolfe (Angelo, guarda il passato e Il fiume e il tempo, per suggerirvi quelli di cui si parla nella pellicola). È una storia semplice, raccontata fedelmente perché stavolta la realtà aveva già avuto una creatività sorprendente.
Voto: 7
4 comments
Scovare buoni libri da pubblicare! WOW che mondo si apre con questa affermazione.
Adoro Colin Firth, ne subisco proprio il fascino, ecco. Ma non tradirei per lui la mia editor preferita 😀 in ogni caso chissà come avrai gongolato sulla poltroncina del cinema.
Gongolato? Aggrappata alla sedia coi lacrimoni!
La Beretta (stavolta cerco di analizzarmi da fuori) era estasiata e non si è persa una parola.
Unica sofferenza? Ero sotto embargo, cioè l’ho visto tempo fa ma non potevo parlarne… un po’ come Roger Rabbit alle prese con “Ammazza la vecchia…”
Bacio!
Oddio, prima ho commentato senza aver visto il trailer. Mi ha emozionata un sacco! Grazie!
Figurati! Io mentre facevo il pezzo l’ho rivisto in loop 😉
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