Siete a caccia di nuovi editori? L’ex direttore generale di Mondadori Libri, Riccardo Cavallero, lancia Sem (Società editoriale milanese): pochi titoli, soprattutto romanzi, spazio agli esordi e ad alcuni “recuperi” senza dimenticare l’innovazione.
I primi libri saranno in libreria a gennaio 2017. Un inedito di Fellini, un romanzo di Tommaso Avati (il figlio del regista Pupi), uno della canadese Claire Cameron mai tradotta in Italia, l’esordio di Sara Kim Fattori, un thriller del questore di Foggia Piernicola Silvis, i gialli di Malcolm Mackay e Thomas Hardy…
Una ventina di titoli – soprattutto romanzi, italiani e stranieri – distribuiti da Messaggerie e Pde, nessuna collana perché ogni libro è un unicum da trattare con la massima professionalità. Attenzione verso gli esordi ma anche il desiderio di recuperare quelle storie che si sono perse nel mare magnum di pubblicazioni.
Nasce una nuova casa editrice, si chiama Sem (Società editoriale milanese da non confondere con Sem edizioni!), a fondarla – a maggio 2016 – Roberto Cavallero, ex direttore generale di Mondadori Libri Trade, socio al 50% insieme con Mario Rossetti, tra i fondatori di Fastweb (e autore con Sergio Luciano di un libro per Mondadori in cui racconta la sua disavventura giudiziaria Io non avevo l’avvocato). Con loro ci saranno anche il poeta Antonio Riccardi (l’ex direttore letterario di Mondadori) e Valerio Giuntini (ex direttore commerciale di Mondadori).
Gli obiettivi? Riportare attenzione al prodotto oltre a una grande attenzione per il digitale, e non solo. Se si compra un cartaceo Sem si ha infatti accesso anche alla versione ebook (cosa che Cavallero aveva già sperimentato con Mondadori a gennaio 2013) e all’audiolibro, grazie ad accordi con Amazon Audible.
Non stupisce. Quando Cavallero è tornato in Mondadori dopo aver lavorato a lungo all’estero, voleva dare una svolta tecnologica. Un’epoca segnata dagli accordi con Kobo, il lancio della piattaforma sulla scrittura e sul selfpublishing Scrivo.me, l’acquisizione di aNobii. Esperimenti (alcuni azzardati) utili per esplorare un territorio che in Italia è stato da molti troppo presto ignorato ed etichettato come poco remunerativo.
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