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A caccia di Pokémon? No, di libri!

Il gioco tanto bistrattato ha ispirato una preside di una scuola elementare in Belgio che attraverso Facebook ha creato una community di oltre 50mila lettori.

Stanare e catturare Pokémon grazie alla realtà aumentata, cioè utilizzando la videocamera del proprio telefonino. Sì, perché questi simpatici animaletti si nascondono proprio nel nostro ambiente.  Per chi non lo conoscesse si tratta di Pokémon Go il gioco-mania dell’estate archiviato da molti con una alzata di spalle, additato da altri come il Male supremo (con una notevole leggerezza, a parere mio).

E se doveste andare a caccia di storie? Sì, perché una preside di una scuola elementare di Farciennes, in Belgio, ha creato la propria versione del gioco in cui tutti possono divertirsi andando a caccia di libri. Aveline Gregoire, infatti, ha innanzitutto aperto un gruppo su Facebook – Chasseurs de livres (“cacciatori di libri”) – che conta già oltre 55mila membri e ha spiegato le regole per partecipare.

Come potete leggere nel post fissato in alto è piuttosto semplice. Si abbandona un libro, si scatta la foto, si danno suggerimenti per localizzarlo. Quando il cacciatore lo trova, lo legge e può liberarlo di nuovo. I libri nascosti vanno dagli horror alle storie per bambini e vengono lasciati nelle città del Belgio ma a anche in giro per la campagna (amorevolmente incartati nella plastica, per resistere alle intemperie).

“Mentre stavo riordinando la libreria ho realizzato di non avere sufficiente sazio per tutti i miei libri, avendo giocato a Pokémon Go con i miei figli ho avuto l’idea di cominciare a liberarli in giro” ha dichiarato Gregoire. In effetti Chasseurs de livres è un modo come un altro per condividere storie, farle girare e creare una community di lettori.

Il gioco piace molto e leggendo i commenti di moltissimi utenti si capisce che sarebbero davvero tanti i lettori che vorrebbero partecipare in altre parti del mondo. Per questo motivo Aveline Gregoire sta pensando di implementare il gioco e sviluppare una app.

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Chiara Beretta Mazzotta

2 comments

Barbara 30/08/2016 at 10:32

Azz…mi batte sul tempo. Anche qui stiamo pensando di sviluppare un app simile.
Ci avevano provato quelli di Boosha, una startup italiana, ma che a ben guardare su Google Play è morta subito (non ci sono recensione da un anno e mezzo; scaricata e testata con amici, sembra non funzionare a dovere).
L’ideale sarebbe se i Signori del Bookcrossing sviluppassero una loro app, anzichè quella vetusta ricerca per mappa sul sito. Possibile che non ci pensa mai nessuno?!

Chiara Beretta Mazzotta 30/08/2016 at 14:24

Ci pensa, secondo me, chi usa la tecnologia, è curioso, non prevenuto… e s dà da fare! Per realizzarlo, però, ci vogliono anche altri ingredienti: soldi, tempismo, conoscenze. Comunque sia, spero arrivi, che ho voglia di giocare!

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