I consigli da leggere di Tutto Esaurito su Radio 105! Questa settimana: Qualcosa di vero di Barbara Fiorio, La casa di Parigi di Elizabeth Bowen e La casa delle parole, Cécile Coulon.
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►VOLTAPAGINA
Qualcosa di vero, Barbara Fiorio, Feltrinelli, p. 249 (15 euro) ebook (9,99 euro)
Giulia, quarant’anni, fisico snello, appassionata di rock e un lavoro in pubblicità. È alticcia la sera in cui la incontriamo – anzi, diciamo che è proprio sbronza – e sul pianerottolo chi ti trova? Una bambina. Eh no, non è una allucinazione alcolica… è rimasta chiusa fuori di casa, la mamma non c’è, ha bisogno di un posto dove passare la notte.
E così la “bambina del pianerottolo”, che poi si chiama Rebecca, entra nella vita della nostra protagonista. Perché Anna, la mamma di Rebecca non c’è mai la sera e Rebecca ha bisogno. Bisogno di una presenza, qualcuno che la vegli, di essere ascoltata e pure di avere un adulto in cui credere. Qualcuno che per esempio ti racconti delle fiabe (perché Giulia con le fiabe ci lavora). Ma quelle splatter e sanguinolente e avventurose e incredibili e per certi versi così vere!
La verità? È che anche Giulia ha bisogno di qualcosa, non di un ranocchio e neppure di un principe, ma forse sì anche di questo. Un libro per chi lo sa bene: una delle più grandi libertà che abbiamo nella vita è poter scegliere le persone che vogliamo intorno, le persone a cui volere bene.
► DA GUSTARE
La casa di Parigi, Elizabeth Bowen, traduzione di Alessandra Di Luzio, Sonzogno, p. 286 (16 euro)
L’autrice di questa storia, pubblicata nel 1935, è irlandese ed è vissuta tra il 1899 e il 1973. Il racconto, come ci svela il titolo, è ambientato in una casa, la casa di Parigi della signorina Fisher. A passare da cui è Henrietta, una bimba di undici anni orfana di madre che viene accolta per un giorno.
Più che passare è come se fosse ingoiata da questo luogo – un posto infelice, freddo – e ne rimane invischiata, intrappolata come è intrappolata la signora Fisher che deve anche vedersela con la malattia della madre. E in questa casa – in una stanza in particolare – sembra avvenire tutto: Henrietta incontra Leopold, un suo coetaneo e mentre i due ragazzini si studiano e scoprono, ascoltano anche i racconti dei grandi e della padrona di casa, scostante e scontrosa. E piano piano, grazie a Henrietta che diventa la perfetta ascoltatrice di quei dettagli intimi che alle volte solo agli estranei sappiamo dire, siamo noi a scoprire la storia di una donna e a scoprire chi è Leopold e chi è Karen e Max… ma non vi dico altro!
Una storia costruita con un uso sapiente dei tempi della narrazione – sperimentale per l’epoca – che ci racconta di una grande passione. E la storia di una famiglia e di tutte quelle (scomode) verità che la abitano.
► BELLISSIMI
La casa delle parole, Cécile Coulon, traduzione di Tatiana Moroni, Keller editore, p. 148 (14 euro)
Pensate alle emozioni, che droga incredibile sono. Quale potere hanno! E adesso immaginate un mondo in cui queste emozioni sono distillate e somministrate dall’autorità. E i fruitori possono goderne solo sotto il controllo del governo e in momenti stabiliti.
E come vengono somministrate queste emozioni? Con le parole, le storie, i libri. Perché la lettura rende schiavi, la lettura ti fa provare emozioni… e ti rende umano quindi anche debole. Ecco perché gli agenti non devono farlo, non possono farlo. Gli agenti sono freddi e analfabeti. Questo gli garantisce una vita di agii, benessere e leggerezza.
Non hanno neppure un nome gli agenti, esseri umani così poco umani, ma un numero. Per esempio c’è 1075. Uno dei migliori sul campo. Finché un incidente lo costringe in ospedale. Ed è qui che incontra la donna. Quella che legge ai bambini. E nulla potrà essere più come prima. Una travolgente distopia che svela il senso ultimo della lettura: il piacere che dà. E tutto il resto son noiose spiegazioni.
► #CITACIONE
“Quando si effettua una scelta, si cambia il futuro” Deepak Chopra.
4 comments
Bambini, il comun denominatore di queste tre belle storie! Barbara Fiorio è un esempio di autrice che scrive scrive scrive, invia invia invia, revisiona revisiona revisiona e poi trova la strada verso i big e vola lontano. E’ la sintesi del “farcela”.
L’ho incontrata. Gran bella persona!
Anch’io, è del mio anno!!!
Speriamo che sia il nome a portare bene! 😀
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