E con il romanzo di Frank McCourt torna © Aldo Costa, il nostro recensore atipico che stavolta ci lascia pure le sue volontà.
Vi parlerò delle mie di ceneri, se la cosa interessa, perché di quelle di Angela non si sa nulla, nemmeno alla fine del libro. Angela proprio non muore, non parla mai del proprio funerale e da cattolica irlandese ultra osservante quale è, dubito che abbia mai pensato di farsi cremare. Non si capisce dove abbiano pescato questo titolo.
È la storia raccontata in prima persona da Frank McCourt. Il fatto che questo sia anche il nome del protagonista mi fa pensare che si tratti di una autobiografia e che la storia sia vera. Se è così è incommentabile. Come si fa a commentare una vita? Che fai? Vai a sindacare le scelte che ha fatto? Le parole che ha detto? I peccati che ha commesso? A meno che si tratti della vita di Salvini e di pochi altri, direi che ci si deve astenere, a maggior ragione se la parte di vita raccontata è quella di un bambino irlandese cresciuto nella miseria.
Il libro è bello? Sì, molto. Molto per la vena ironica con cui McCourt racconta e perdona tutti, dal padre che converte in Guinness ogni scellino che si ritrova in tasca, al destino che fa di Limerick una città che uccide chi non ha nulla. Bello, perché i pensieri del bambino, autore e protagonista sono divertenti, anche nei momenti più drammatici.
E veniamo alle mie ceneri, giusto per quadrare il commento. Ho lasciato scritto che siano disperse intorno ai 2500 metri di quota in tre valloni qui dalle mie parti. Significa che per assolvere alle mie volontà ci sarà da farsi un discreto mazzo, tanto che i miei congiunti sperano di non sopravvivermi. In verità possono fare quello che preferiscono: portarmi in montagna o buttarmi nell’orto, tirarmi su col naso o nell’aspirapolvere. Buttarmi nell’organico o nel cesso. Non sono irlandese, non sono cattolico e non me ne frega un cazzo.
Le ceneri di Angela, Frank McCourt, traduzione di Claudia Valeria Letizia, Adelphi, p. 378 (12 euro) ebook (7,49)
16 comments
Attenzioni alle ceneri “ad alta quota”: potrebbero influire negativamente sul traffico aereo (se tante, le ceneri!). Scherzo. abbe’!!!!
E dopo le scie, le ceneri chimiche 😉
Il problema delle ceneri è un tema sempre controverso. Il povero Pirandello chiese di murarle in un posto qualsiasi delle campagne di Girgenti. Ma eredi e amministrazione pensarono di murarlo nel giardino di casa sua, farne un museo e far pagare il biglietto. Certo, pure l’urna sul camino è un classico che fa chic, quasi vintage ormai. Non regge il confronto con le mete più ambite, vuoi mettere lo spolveramento alle Maldive. I parenti hanno il bonus all inclusive. Vacanza e volontà del defunto in un unico pacchetto.
Poi ultimamente alcuni avventizi di futuro progettano di spedire le ceneri dei ricconi nello spazio. Visto che di cretini ne è piena la terra, mi pare giusto, per quel che ne resta, di esportarli pure nell’infinito siderale.
Se interessa v’illumino sulle disposizioni date per le ore immediatamente successive al mio trapasso.
Bara rigorosamente non sigillata (mi manca l’aria). All’uopo andrà benissimo una tovaglia a mo’ di coperchio. Legno grezzo che inquina meno. Forno crematorio con testimoni (metti che poi di nascosto mi sotterrano, cosa che per la mia claustrofobia è atroce assai). Una scatola per scarpe come urna traghettatrice dal sapore virgiliano per il tempo strettamente necessario a raggiungere il water più prossimo. Tirare lo sciacquone più volte, se necessario…
La cosa che mi preoccupa è che hai pensato a tutto… ma la tovaglia, la tovaglia? Be’ pure la scatola per scarpe, però…
AIUTOOO che piega hanno preso i commenti? Volevo solo dire che Le ceneri di Angela è un bellissimo romanzo e che c’è pure il seguito e il seguito del seguito. In quanto a me, che sia sepoltura classica in terra al mio paesello in Valtellina.
Ah Sandra, sei sul classico. La sepoltura va sempre bene, purché sia sulla nuda terra. Questa ossessione di voler sigillare e preservare è un po’ bislacca.
E comunque visto che la morte è a un passo per fotterci chi amiamo e prima o poi noi stessi, è sempre meglio divertirsi a irriderla. 😉
D’accordissimo caro Marco, lo humor un po’ inglese in tal senso non ci farà sconfiggere la morte, ma piuttosto che depressione a go-go ben venga. bacione
Viva lo humour! Ecco, se poi scoprite qualcosa pure per sconfiggere la Signora, fatemi sapere eh. 😉
Devo cominciare a fare gli scongiuri?!
È che il mio babbo in questi giorni lotta da leone in terapia intensiva, e fra le lunghe inesorabili e pazienti attese, senti l’impotenza crogiolarsi fra le tue dita. E ti resta ben poco se non irriderla la fottutissima.
Marco, mi spiace tanto. E dico solo che ti abbraccio, forte.
Marco davvero un abbraccione a te e al tuo babbo, ché il mio l’ho perso circa un anno fa e porca miseria ha lottato pure lui come 100 leoni!
Grazie
Eccola, pure tu! Libri e Trapassi, devo chiamarlo così il blog! 😉
Buongiorno Chiara, ho letto la recensione de “le ceneri di Angela”.Libro che ho letto due volte, e di cui ho visto anche il film (fatto molto bene, tra l’altro)…e volevo togliere il dubbio al “recensore atipico”..le ceneri, non sono quelle della cremazione,ma, quelle della stufa, che la donna ha cura di mantenere vive per non morire di freddo…grazie per l’attenzione e buon lavoro.
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