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Inferno

E per gli Scelti da voi, ecco la recensione di Antonio Viani.

Se vi dicessero che premendo un interruttore potreste uccidere a caso metà della popolazione mondiale, lo fareste?
Certo che no.
Ma se vi dicessero che se non premeste subito quell’interruttore la razza umana si estinguerebbe nel giro di un secolo, lo fareste?
Questo paradosso apocalittico è lo snodo centrale del racconto nell’ultimo libro di Dan Brown.
L’autore sceglie come filo rosso il sommo poeta per eccellenza, Dante Alighieri, raccontato attraverso la sua opera più importante, La Divina Commedia. E così, l’inconfondibile profilo appuntito ci accompagna in questo thriller visionario attraverso Firenze, Venezia e Istanbul (tratteggiate, se vogliamo, in maniera un po’ turistica ma affascinante).
La Commedia è un’opera imperniata di simbolismo e chi meglio dello studioso di simbologia Robert Langdon può individuare il vero significato che si cela dietro le terzine del poeta? L’obiettivo è ben più concreto: cercare di sventare la minaccia provocata da Bertrand Zobrist, geniale e folle scienziato.
La storia prende avvio con Langdon che si risveglia in un letto d’ospedale di Firenze con una ferita alla testa e gli abiti insanguinati. Non ricorda alcunché di quanto successo nelle ore precedenti e, soprattutto, non sa perché chi ha cercato di ucciderlo non sia intenzionato a mollare il colpo. Pur debilitato e con la mente assalita da immagini raccapriccianti che ricordano la Morte Nera (la terribile epidemia di peste che decimò la popolazione europea nel Medioevo) il professore è costretto a fuggire per le vie e i palazzi di Firenze aiutato in questo dal giovane medico Sienna Brooks, talentuosa quanto oscura. La fuga dà inizio a una incessante caccia all’uomo dove la preda è Langdon, una preda che non solo deve scampare ai cacciatori ma deve anche risolvere l’enigma lasciatogli da Zobrist.
Morale della storia: la differenza tra bene e male è infinitesimale e, soprattutto, dipende dal punto di osservazione che scegliamo.
Sarò sincero, ero parecchio scettico. Non essendo un cultore di Dan Brown e, non avendo apprezzato granché Il Codice da Vinci o Angeli e Demoni, temevo che anche quest’opera mi avrebbe lasciato un senso di incompiutezza: l’ennesima trama leggera popolata da personaggi di scarso spessore. Invece qui l’autore sembra non volersi fermare a pelo d’acqua, sia per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi sia per l’intreccio. E, cosa che non gusta in un thriller, il finale non è affatto scontato.
Leggetelo, magari proprio durante una visita a una delle città raccontate nel romanzo.

InfernoDan Brown, traduzione di Nicoletta LambertiAnnamaria Raffo e Roberta Scarabelli, Mondadori, p. 522 (25 euro) anche in ebook

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4 comments

tomas 25/10/2013 at 16:43

ciao e grazie,
magari proverò finalmente a leggere Dan Brown.
L’inizio della tua recensione mi ha ricordato “Ninna ninna” di Palahniuk, davvero inquietante…anche lì qualcuno si rende conto di disporre del potere di vita e morte sul resto dell’umanità, cosa deciderà di fare? e qualcun altro, come interverrà? 😉
Ciao
Tomas

Chiara Beretta Mazzotta 25/10/2013 at 16:47

Bello “Ninna ninna” di Palahniuk!
Un’altra penna, direi…
Ciao, Tomas!

sandra 25/10/2013 at 18:14

Trovo Dan Brown tra i più sopravvalutati del pianeta. Anche se gli invidio il conto in banca.

flaviovillani 26/10/2013 at 11:01

Guardatevi “Un mandarino per Teo” di Garinei e Giovannini, “Italian comedy” del 1960. Lì bastava schiacciare un campanello per uccidere un mandarino cinese ed ereditare una grossa cifra, e c’erano pure angeli e diavoli di mezzo….che strana somiglianza….mah

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