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All’improvviso bussano alla porta

All'improvviso bussano alla portaE per gli Scelti da voi, grazie ad Andrea Campagnoli per la sua recensione.
Bisognerebbe immaginarsela una casa larga poco più di un metro, una sorta di triangolo alto forse dieci. Quattordici metri quadrati in tutto, stretti tra una casa eretta prima della Seconda guerra e un edificio anni Sessanta nell’ex ghetto di Varsavia.
I racconti di Etgar Keret riuniti nella raccolta, All’improvviso bussano alla porta, sembrano usciti per davvero da questa casa surreale che lo scrittore israeliano si è fatto costruire. Magari dopo che qualcuno ha bussato alla sua porta e gli ha chiesto di raccontare una storia.
Non sai bene come entrarci e poi quando ci sei dentro, vieni sorpreso da storie grottesche, feroci, assurde, fulminanti, ma anche piene di tenerezza e umanità. Sì, un’umanità devastata e poliedrica in cui regna ormai sovrana l’incertezza, figlia di un relativismo che ci ha resi ebbri ma anche sempre più incerti sul come gestire le nostre vite.
Però un segnale di speranza si trova sempre. E allora, magari mentre Shkedi – il protagonista di Guava, uno dei 38 racconti della raccolta – vive i suoi ultimi istanti di vita gli appare un angelo che gli chiede il suo ultimo desiderio e si ritrova – l’angelo – un poco indispettito, a dover affrontare il compito più impossibile e sublime che possa esistere sulla terra. Eppure non finisce lì, perché prima di espellerti dal racconto, Keret ti scuote con un’ultima bellissima similitudine che non lascia scampo alle tue emozioni di lettore.
Lettore che Keret vuole anche premiare, promettendogli in dono una Mazda Lantis, se avrà letto in modo corretto il suo racconto, o comunque un modello più economico se non lo ha letto in maniera corretta.
Così ti senti come Yonatan che possiede un pesce rosso che può esaudire l’ultimo dei tre desideri, oppure ti ritrovi, come nel racconto Cheesus Christ, a ordinare un Cheesburger senza formaggio con tutta una serie di spiacevoli conseguenze, che scateneranno il famoso effetto farfalla con esito a dir poco catastrofico a simboleggiare il disordine del mondo.
Anche se il protagonista è un’emorroide, tra i personaggi di Keret ce n’è sempre uno che ci riconduce sulla retta via facendoci riconoscere l’essenza vera dell’esistenza.
Sono racconti da leggersi tutto d’un fiato, come in apnea, magari con la maschera da sub piena d’acqua e di pesci rossi, come suggerito dalla copertina.

All’improvviso bussano alla porta, Etgar Keret, traduzione di Alessandra Shomroni, Feltrinelli, p. 187 (15,00 euro) anche in ebook

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