L’ho “incontrato” più di quindici anni fa. Ero a caccia di un qualche oggetto allora indispensabile – attualmente non saprei proprio dirvi cosa diavolo fosse – quando, entrando in un negozio di arredamento sull’Aurelia, mi sono imbambolata davanti a una libreria. Una mastodontica distesa di scaffali che occupava l’intera parete e dentro tanti libri. Lo stesso, però.
Ecco, trovare un testo comprato al metro, come la pizza, non è che faccia proprio una grande impressione a un lettore. Grazie al cielo chi stava con me non ha tirato conclusioni affrettate, anzi, ha avuto la faccia bronzea di non comprare neppure uno spillo ma di pretendere in omaggio (per la visita?) una copia del libro.
Era La colazione dei campioni di Kurt Vonnegut. Testo che consiglio ai lettori dagli 0 (ci sono le figure) ai 110 anni, qualsiasi siano i loro gusti, interessi & Co. Letto questo, non ho perso tempo e li ho letti tutti: Mattatoio n. 5, Ghiaccio-Nove, Galápagos…
Vonnegut è morto l’8 aprile del 2007 lasciando storie incredibili, toccanti, sempre originali. Storie e anche disegni che erano il suo marchio di fabbrica e sono per me un ricordo del cuore. Quei tratti che dicevano tanto di lui e dei personaggi che sapeva creare con l’estro e il genio di un cappellaio matto. Un genio con un profondo rispetto nei confronti del lettore: “Use the time of a total stranger in such a way that he or she will not feel the time is wasted.” Detto in soldoni: non sprecare il tempo di chi legge!
Esce tra poco (il 18 settembre) Guarda l’uccellino una raccolta di 14 brevi racconti inediti, scritti per lo più agli inizi della sua carrierea. Inutile star qui a mettere paletti parlando di generi e temi, ché ogni storia è una vera scoperta (non leggete neppure la quarta di copertina!), quello che conta è poter “riascoltare” quella voce e guardare il mondo con i suoi occhi. Ancora una volta.
Guarda l’uccellino, Kurt Vonnegut, traduzione di Vincenzo Mantovani, Feltrinelli, p. 256 (18 euro)
4 comments
Un piccolo attacco di malinconia?
Sì. Lei mi conosce, caro Tale’s.
Ritengo più probabile che lei sia stata capace di rendere percepibile la malinconia per mezzo di ciò che ha scritto. Grazie a questo ho potuto sopperire all’ignoranza con l’intuizione.
Infatti mi riferivo all’empatia 😉
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