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Il Festival dell’Inedito silenzio (considerazioni conclusive)

Sono passati tre giorni e anche se in molti dibattono sulla vicenda Festival dell’Inedito, per quanto riguarda risposte o precisazioni da parte degli organizzatori, possiamo dire che l’operazione si conclude con un nulla di fatto. Il silenzio stampa rimbomba. Lo sentite?

Tacciono anche su Facebook e su Twitter. Nessun commento, nessuno “strillo” acchiappa scrittori “sommersi”, nessuna esortazione a essere “liberi professionisti” che investono i propri denari.

Ma in rete, qualche dichiarazione si trova e in carenza di commenti a caldo…
Ecco, per esempio, le affermazioni di Antonio Scurati, in una intervista condotta da Loredana Lipperini durante il programma Fahrenheit, in merito al Festival.
Si parte con il definire l’evento: “Mi sembra che il Festival dell’Inedito abbia questa peculiarità, si distingue da quello che è stato fatto fin qui… mi permetto di dirlo soprattutto perché non è un’idea mia, ma un’idea che ho sposato con grande convinzione, perché mi è sembrata un’idea forte, ma è un’idea d’altri quindi… la peculiarità è questa: noi vorremmo in tre giorni di festival – quindi di condivisione di creazione di una piccola comunità, provvisoria – chiamare a raccolta il numerosissimo popolo degli scrittori e degli scriventi sommersi. Nel senso che il nostro orizzonte non è quello di un avviamento professionale, come orizzonte prevalente. C’è anche, l’interesse, la ricerca, un’attività di scouting, di individuazione di nuovi talenti ma, soprattutto, c’è questa volontà, di incenerire i confini tra chi scrive e chi legge […] l’idea è quella di chiamare a raccolta un numero molto ampio… noi stiamo organizzando una struttura piuttosto articolata e in buona parte anche basata sul volontariato di comitati di lettura che garantiscano a tutti un’attenzione, un ascolto, una lettura e anche una valutazione. Per poi operare una selezione ma, ripeto, una selezione ampia. Dipende da quanti manoscritti ci arriveranno. Duecento, trecento persone perché no […] che oltre a ricevere un ascolto da parte nostra dovranno ascoltarsi vicendevolmente, fornendo il pubblico l’uno dell’altro a turno. Ci sarà per ciascuno di essi una postazione dove la loro opera è in qualche modo visibile, dei momenti in cui loro la leggeranno e, torno a dire si forniranno reciprocamente un pubblico”.

E ancora “noi ci stiamo, soprattutto su una base volontaria, sobbarcando un carico di lavoro che, devo dire, anche un po’ mi spaventa… noi ci appoggeremo a decide di circoli di lettori – che sono molto diffusi in Italia, come Fahrenheit sa bene –  […] chiediamo un vaglio, un setaccio […] e quindi una valutazione di tutti i testi, che sarà una valutazione delle loro caratteristiche e in qualche modo anche una selezione. Testi che poi passeranno all’attenzione di alcune figure di riferimento che noi chiamiamo Capitani, che sono degli scrittori […] Carlo D’Amicis, Chiara Valerio, Linda Ferri, Giuseppe Antonelli […] che forniranno una seconda revisione […] noi faremo due tipi di selezione, una molto ampia di quelli che vengono invitati a partecipare al festival – alcune centinaia, ci auguriamo – e una rosa più ristretta […]  cinque o dieci, non lo so, e la sottoporremo all’attenzione di qualche editore […] insomma è molto importante questo fatto di dire “aperto a tutti”, no, venite! Partecipate!”
E alla domanda: “Si deve pagare per partecipare al Festival degli Inediti?”

Risposta di Antonio Scurati: “Sì, c’è una piccola quota di iscrizione che è indispensabile a contribuire a sostenere la macchina organizzativa che comunque sarà molto più costosa… e dipenderà, comunque da… e lo dico qui per essere chiaro, anche da sponsor privati che sosterranno la manifestazione, che altrimenti non avremmo potuto fare. Però una piccola quota di iscrizione secondo me è anche una cosa giusta e prevista”.

Cioè 631,3 euro. Traete voi le vostre conclusioni.
Aggiungo poi che una lettura attenta del regolamento ha rivelato una interessante informazione. Carolina Cutolo, scrive: “Mi sono chiesta cosa succederebbe se il numero di iscritti fosse insufficiente e il Festival saltasse. Ho trovato la risposta nel Regolamento sul sito del Festival: ‘Nelle ipotesi di annullamento del Festival previste dal presente articolo, l’Organizzazione rimborserà ai Partecipanti la sola quota di Iscrizione decurtata del 50 per cento. Verrà inoltre rimborsato il 100 per cento di quanto eventualmente versato per ciascun Servizio extra non effettuato’. Quindi non viene rimborsata la preiscrizione di 130 euro (più Iva)? E dei 400 euro (più Iva), in caso di annullamento del Festival, mi verrebbero rimborsati solo 200 EURO?”
Altre domande, temo, nessuna risposta.

E adesso torno a occuparmi di cose belle, i libri.

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43 comments

Tales Teller 30/03/2012 at 14:15

Non faccio fatica a credere che un festival di quelle dimensioni, se organizzato in modo decente, possa avere dei costi molto elevati. Tra gli affitti dei locali, la pubblicità, le concessioni, i vari servizi interni si tratta sicuramente di migliaia di euro.

Ma 300 (partecipanti) * 631 (euro) = 189.300 euro. A cui vanno poi aggiunti tutti i vari 130 (+Iva) di coloro che non siano stati selezionati.

Considerando che è stato ripetuto più volte che per la prima analisi si appoggeranno a gruppi di lettura ed a volontariato (a cui probabilmente verrà mandata copia digitale da stamparsi a carico proprio) e che per una cosa simile sicuramente ci sarà qualche contributo comunale/regionale/nazionale/europeo, come fanno ad esserci costi superiori agli introiti?

Ognuno dei loro ospiti VIP viene pagato con un contributo di 10.000 euro/giorno?

La nota finale sugli eventuali rimborsi poi è veramente geniale, un po’ complessa a comprendersi ad una prima lettura, quindi mi permetto di allegarne una traduzione:

“Se per caso arriva il solito rompiscatole che ci sgama e si accorgono che è una farsa, non rischiamo comunque di rimanerci a bocca asciutta. Qualche soldino lo mettiamo da parte così.”

Chiara Beretta Mazzotta 30/03/2012 at 17:31

Più chiaro di così!
Ci siamo capiti…

Daniele Poto 03/04/2012 at 17:39

Mi meraviglio di Scurati. Avevo stima di lui. Ma farsi trascinare in un’avventura improbabile… Io ho scoperto l’iniziativa per un pezzetto elogiativo su Repubblica

Chiara Beretta Mazzotta 03/04/2012 at 18:32

Il pezzetto elogiativo, eh già. Un vero peccato che nessun giornale abbia trattato la notizia nel modo corretto. Perché un giornalista avrebbe il dovere di leggere e di informarsi per informare a sua volta il lettore.
Comunque sia, ripeto, spero che dalle critiche possa venir fuori qualcosa di decente.

Daniele Poto 03/04/2012 at 08:14

Penso che se vado sul sito del festivadell’iedito non posso iscrivermi: Fate la prova. Se metto insieme quello che trovo scritto qua sopra la conclusione è piuttosto desolante

Chiara Beretta Mazzotta 03/04/2012 at 09:17

Ciao Daniele,
sono in “manutenzione” da un giorno e mezzo. Hanno annunciato modifiche al Festival a a causa delle (mostruose e numerosissime) critiche. Stiamo a vedere. Però, sì, la desolazione resta tutta. A presto!

Tales Teller 03/04/2012 at 13:00

Forse hanno sospeso le iscrizioni.
Dopo tutta la maretta che c’è stata su blog/facebook/twitter c’è stata una comunicazione ufficiale (la trovi nella pagina facebook della manifestazione) dove dicevano che avrebbero cambiato le cose.
Magari fino ad aggiornamento terminato le iscrizioni son sospese. In ogni caso, dopo un simile e palese tentativo di turlupinare chi non stava attento, io non mi iscriverei comunque. ^_*

Francesco Ciracì 30/03/2012 at 15:30

Secondo me neanche lo fanno. Si intascano mezzo bottino e bon.

Chiara Beretta Mazzotta 30/03/2012 at 17:32

E chi lo sa… Per ora sono svaniti nel nulla.

ilariamazzeo 30/03/2012 at 16:29

Ciao Chiara,
complimenti per il blog e in particolare per questi post sul vergognoso Festival Dell’Inedito.
Non vorrei ascoltare l’intervista a Scurati, che tu hai così generosamente “sbobinato”, mi chiedevo solo se “Marco D’Amicis” fosse un refuso, perché, se ci si riferisce all’autore di “La battuta perfetta”, il nome di battesimo è Carlo… Tra l’altro, grande delusione per me che lo considero un bravo scrittore e non posso che essere dispiaciuta quando assisto a svendite di talento.
Quanto al resto, sottoscrivo tutto quel che è stato detto nei tuoi post e su “Scrittori in causa”. Spero veramente che l’iniziativa non si faccia e/o sia un flop, così organizzatori e aderenti ci penseranno meglio, la prossima volta, a spendere soldi e faccia per iniziative che sviliscono qualcosa di bellissimo: i libri e chi li ama davvero.

Chiara Beretta Mazzotta 30/03/2012 at 17:27

Refuso, refuso e grazie! Anche se un nome (Scurati) lo cicca in pieno, ma son stata buona.
Non so che ne sarà di questa cosa, ma stai certa che un’occhiata in giro non mancherò di darla!

Davide Andolfi 30/03/2012 at 17:29

E’ facile criticare chi ha preso un’iniziativa su un tema così poco discusso! E’ sicuramente da migliorare questo progetto, ma sfido chiunque a fare bene al primo colpo!A me sembra un ottimo punto di partenza! Poi ci sono quelli che sparano a zero ma non hanno mai fatto nulla ( e non faranno mai nulla) per cambiare la situazione e/o, peggio ancora, parlano senza cognizione di causa! Ho lavorato per anni negli nel mondo degli eventi e riesco ad immaginare quanto possa essere difficile cercare portare avanti un progetto così grosso, sopratutto in questo periodo in cui gli sponsor scarseggiano!! Voi altri, se sapete fare di meglio, fatelo, se avete dei suggerimenti, rferiteli, se no vi prego state zitti! trovatevi altro da fare( leggete magari!!!)

Chiara Beretta Mazzotta 30/03/2012 at 17:41

Davide, un tema poco discusso? Quale scusa? Perché da editor posso dirti che la questione esordienti e inediti sia centrale. E se ne discuta eccome.
Se parliamo di organizzazione eventi, sul costo degli ombrellini nei cocktail non saprei…
Scherzi a parte, non mi pare sia questo in discussione.
Comunque (se esisti) e se ti iscriverai, ci tengo davvero a conoscere la tua esperienza.
Nel frattempo attendiamo insieme le risposte alle tante domande poste in questi giorni ai paladini degli esordienti (ricchi).
Un caro saluto

Elsa K. 30/03/2012 at 17:48

A me sembra che questo festival stia lasciando solo tutti a bocca aperta e che chi fa mestieri simili stia rosicando da morire tipo la signora autrice di questo articolo che di mestiere che fa? L’agente letterario e per sua stessa ammissione la sua agenzia chiede per una valutazione 150 euro! un costo maggiore rispetto al concorrente. E’ un po’ come se io fossi il proprietario della BMW e andassi sulla pagina della Fiat a dire che le macchine che producono loro costano meno e sono più veloci. Questi commenti parlano comunque di un festival alla sua prima edizione e con delle grandi
aspirazioni. Partendo dal presupposto che proprio non mi è andata giù la clausola per cui se il concorso viene cancellato prima del 15 giugno riceverò indietro
solo il 50% della somma versata, il concorso nel suo complesso mi sembra una nuova forma di promozione, si a pagamento, ma dall’alta visibilità, viste tutte le case editrici, media e partner istituzionali coinvolti . Se ci pensiamo bene con 530 euro senza che aggiungiamo iva che quella va allo stato e non al festival, quanto costa ad un artigiano prendere una bancarella in un mercatino nella provincia di Roma??? Molto di più. Se cercate eventi gratis, è semplice: non partecipate. Il resto sono chiacchiere.

Chiara Beretta Mazzotta 30/03/2012 at 18:16

Cara Elsa,
non sono un agente ma sono un editor e lavoro con agenti, editori ed autori.
Inutile spiegarti che il mio lavoro prevede dei costi, come il tuo immagino richiederà un compenso equo e dignitoso, ma io non lo spaccio come festival, né come indispensabile occasione per dare voce agli scrittori sommersi. Io fornisco dei servizi, punto. Come fa un panettiere o un imbianchino.
L’unica volta che ho fatto un concorso qui, Tramando, è stato molto divertente e molto gratuito. E ti assicuro che leggere più di centoquaranta racconti richiede il suo tempo.
Ma sai una cosa, non so se sei in buona fede. Perché se hai letto quello che ho scritto, e se segui un po’ il mio modo di fare, difficilmente potresti dire che rosico.
Comunque, ripeto, spero tu sia in buona fede, spero tu esista e che tu non sia una fantomatica essenza parlante del gruppo silenzioso. E spero che se parteciperai ne valga davvero la pena.
Un caro saluto

Elsa K. 30/03/2012 at 21:47

Cara Chiara,
esisto certo e non vedo perché debba mettere in dubbio il fatto che “scrivo, dunque sono”. La pensiamo evidentemente in modo diverso sulla possibilità di partecipare o meno a un’iniziativa del genere, ma non può mettere in dubbio la mia buona fede o la buona fede di chiunque la pensi in modo diverso da lei…altrimenti dovrò pensare davvero che non c’è buona fede in lei che ha indossato i panni della paladina degli scrittori sconosciuti! Continuerò a seguirla per vedere gli sviluppi della vicenda e se parteciperò all’evento la inviterò al mio stand per un aperitivo:) così potrà vedermi di persona e pubblicare la foto del nostro incontro sul suo blog:)

Chiara Beretta Mazzotta 30/03/2012 at 23:00

Che gioia, adoro gli aperitivi, Elsa!
(mi permetto il “tu”, viste le stoccate, siamo più che intime)
Scherzi a parte.
Elsa, sono felice che tu esista (come Elsa intendo) ma che vuoi che ti dica, son sospettosa. Nessuno difende l’evento per quattro giorni quattro. Poi, mentre compare la risposta sulla pagina di Fb dei signori del Festival ecco che, compaiono pure qui, pareri discordanti.
Devi però ammettere, Elsa, che io ci metto la faccia, il lavoro e la vita quando dico quello che dico. Cioè quando “indosso i panni della paladina degli scrittori sconosciuti” (e sono due volte, Elsa, vocativo quindi tra virgole, che tu attacchi me e non quello che dico).
Tu cosa ci metti, Elsa K.?
Questo intendevo dire.
Che ci guadagno io a dire quello che dico? Al massimo qualche illustre nemico.
Però ci tengo. E Firenze, da Milano, è a un soffio. Se mi scrivi una mail (chiaraberettamazzotta@gmail.com), ci mettiamo d’accordo e sì, seguo tutta la tua esperienza al Festival. Porto anche lo Spritz.
A presto,
Chiara

Elsa K. 31/03/2012 at 13:09

Non riesco al replicare al post sotto. Intanto ho letto che forse ci saranno sviluppi perciò attendo …ritornerò per commentare qui…l’email l’ho registrata e la userò: non dubitare!:)

Chiara Beretta Mazzotta 31/03/2012 at 14:58

Ci conto.
Più che ci saranno sviluppi, direi che pare che abbiano accolto la valanga di critiche.
Spero proprio che ne venga fuori un bel progetto, per tutti, senza furberie di mezzo.
Buon weekend

Davide Andolfi 30/03/2012 at 17:53

Gentile Chiara, non è un attacco personale a lei chiaramente. Però avendo avuto dimistichezza con questo tipo di eventi ho fatto la prima cosa che mi è sembrata più sensata.
Ho chiamato il numero di questa Acciari di Roma.
Sa che cosa ho trovato? Una persona preparata che mi ha risposto con molta pazienza a tutte le obiezioni fatte ( da lei nel suo articolo) e per carità qualcosina va rivista!
Pensi che mi hanno addirittura richiamato poichè ero in galleria ed è caduta la linea!
Non so lei, ma mai nella mia esperienza mi era successo che qualcuno fosse così attento alle mie obiezioni!
Quindi il mio umile suggerimento sarebbe questo:
prima di disilludere chiunque, magari alziamo il telefono e facciamo delle ricerche e indaghiamo perfavore!
Questi di Acciari hanno diverse lacune da rivedere a mio conto, ma se non altro mi hanno dimostrato di essere gente seria, valla a trovare oggi!!!

Chiara Beretta Mazzotta 30/03/2012 at 18:24

Davide,
sono felice che non sia un attacco personale.
L’evento mi è stato segnalato da una autrice, basita.
Io ho visto il nome di Scurati ed ero certa della bontà dell’evento.
Poi leggendo le modalità del festival e del relativo concorso sono rimasta altrettanto basita.
Ho quindi rivolto delle semplici domande, ma non ho ricevuto alcuna risposta.
Da nessuno. In nessun luogo.
Le ho fatte su Facebook e su Twitter e su BookBlister perché sono “luoghi” pubblici e rispondere lì significava rispondere a molti.
Che lei sia stato fortunato mi fa piacere, ma tutti gli altri?
E poi mi scusi, ma qui si parla di un festival e non di una fiera e si parla di esordienti, non di imprenditori o liberi professionisti.
Già mi stomacano i concorsi quando chiedono 50 euro (se non trovi gli sponsor che te lo devo pagare io il concorso?) e non le dico l’editoria a pagamento.
Quindi, mi spiace, ma credo che il punto sia un altro.
Ripeto, spero, se parteciperà che possa raccontarci come è andata.
Un caro saluto.

carolinacutolo 30/03/2012 at 18:32

Grandissima Chiara che hai sbobinato questi pezzi (direi preziosi) dell’intervista!!!

Chiara Beretta Mazzotta 31/03/2012 at 19:57

In assenza di commenti a caldo… però, hai visto, si prendono una settimana per elaborare e critiche e fare delle modifiche al Festival. Stiamo a vedere. A presto!

Carlotta Borasio 30/03/2012 at 18:54

“Perché non è un’idea mia, ma un’idea che ho sposato con grande convinzione, perché mi è sembrata un’idea forte, ma è un’idea d’altri.” Se la sposi non è che il fatto che sia un’idea d’altri ti deresponsabilizzi in nulla. Ci metti la faccia, chiuso lì.

631 euro… lo sa vero che ci sono ragazzi che lavorano 8 ore al giorno per 250 euro al mese. Qualcuno glielo faccia presente.

Chiara Beretta Mazzotta 31/03/2012 at 19:55

Speriamo sì che qualcuno glielo faccia presente… ma credo che, vista la “settimana sabbatica per rivedere il Festival”, qualcuno qualcosa deve avergli detto.
Ciao, Carlotta!

i firmatari 02/04/2012 at 17:42
Chiara Beretta Mazzotta 10/04/2012 at 17:44

Grazie!

i firmatari 03/04/2012 at 03:09

ti abbiamo inserita tra i primi firmatari su http://www.minimaetmoralia.it/?p=7298

perdonaci per il ritardo, è stata una giornata frenetica senza il tempo di fare la cronologia degli interventi (noi avevamo avuto la notizia da Carolina Cutolo)

Chiara Beretta Mazzotta 10/04/2012 at 17:44

Nel delirio della settimana scorsa, non mi ero accorta che il messaggio fosse finito nello spam! Quello che conta, direi, è come andata! A presto
Chiara

davide Andolfi 03/04/2012 at 11:27

Gentile Chiara,

Mi sembra che Lei sia una persona di grande cultura e anche di grande esperienza! Il ruolo scleto da Lei con le sue parole e suoi spazi su internet La “obbliga” ad essere la portavoce delle obiezioni dei suoi lettori! Se non ricordo male, è visto che non sono più così giovane e potrei sbagliare, ne suo articolo lasciava poco spazio al dialogo …mi ricordo una frase tipo “spenna creativi” ma forse mi sbaglio. ( la prego di non voler rispondere con la banale, era una provocazione, da una persona di cultura come lei non lo accetterei). Oltre ai sostenitori ( che non danno soldi) sappiamo gli eventuali finaziatori di questo evento, lo stato fa o da qualcosa?… ecc?Io sono curioso, potrebbe informarsi? Magari cerchiamo di capire perchè ha dei costi così alti per il pubblico!…Magari senza attaccare niente o nessuno, senza magari scrivere continue frasi poco simpatiche sulla loro pagina, ma mandando una mail, telefonando ecc….

Forse un veicolo d’informazione dovrebbe trovare il modo di avere le risposte e non imporre la propria domanda e pretendere la risposta nel modo e nei tempi scelti, altrimenti tutto e cacca!Mi viene da pensare che forse questo silenzio stampa è dovuto proprio a giornalisti che si stanno informando bene su tutta la faccenda onde evitare di scrivere cose inesatte, forse!( ma magari mi sbaglio)

La ringrazio in ogni caso per i dubbi che mi ha fatto venire su tutta la faccenda, ma al momento rimango fermamente convinto che non potrà essere in grado di fornirmi delle risposte. Pertanto, visto che ho gia avviato un conattato diretto, cercherò di trovare le risposte da solo!

PS non mi dica qualcosa tipo ” ci faccia sapere”, io non ne so niente di Blog e non vorrei assumermi nessun “obbligo” verso terzi, non saprei prprio come si gestisce questa cosa!

Grazie

Chiara Beretta Mazzotta 03/04/2012 at 11:50

Davide,
chissà se mentre parliamo i signori del Festival saranno tornati on line?! Apprezzo che abbiano colto le critiche che li hanno travolti a mo’ di tsunami e che stiano facendo i doverosi interventi a un progetto che faceva acqua da tutte le parti e che era solo un modo per spennare i creativi, gli esordienti eccetera. Ma lei lo sa che un corso di scrittura costa meno dell’iscrizione al festival?
Ma lei lo sa che un editing – lavoro di mesi – costa quanto l’iscrizione al festival?
Che si vergognino!
Ora perché abusa della mia “grande esperienza”?
Lei è un fake. Cioè lei è qui solo per disturbare e sa una cosa curiosa curiosa? Il suo indirizzo ip 95.241.66.91 è lo stesso della signorina Elsa K.!
Ora, lei e le sue molteplici personalità, tornate a lavorare per quelli del Festival che ne hanno bisogno! Tanto tanto bisogno.
È stato un piacere

Silvio Donà 03/04/2012 at 12:38

Permettetemi un piccolo contributo.
L’anno scorso ho partecipato al Torneo Letterario “Io Scrittore” organizzato dalla Mauri Spagnol.
Sono stati ammessi a partecipare 1170 romanzi circa, quindi si è trattato di un concorso non semplice da gestire.
La formula, certo, aiuta a ridurre i costi perché la lettura e i giudizi sui romanzi proposti viene fatta tramite letture incrociate da parte degli stessi partecipanti che si leggono, si votano, si criticano e, alla fine, decidono chi passa il turno e chi torna a casa.
Possiamo discutere sul fatto che la casa editrice “scarica” il lavoro sui partecipanti ma, comunque, la formula è democratica e, a mio modestissimo parere, anche interessante (nella peggiore delle ipotesi, in caso di eliminazione, si ricevono comunque un gran numero di interessanti giudizi da parte di altri scrittori di cui si può fare tesoro).
Forse per fortuna, forse perché un po’ di talento c’è, sono stato uno dei 30 vincitori.
Il premio consiste nella pubblicazione del proprio romanzo in formato ebook con Mauri Spagnol (per i pochi che non lo sanno si tratta di Longanesi/Garzanti, per capirci).
Costo dell’operazione per me: zero euro.
Visibilità guadagnata: di gran lunga superiore a quella prospettata dal Festival dell’Inedito.
Insomma, non è affatto vero che per fare le cose in modo professionale (ammesso che qui vengano fatte in modo professionale) si debba pagare.
Agli aspiranti scrittori dico: ci sono altre iniziative altrettanto o più valide di quella di cui si discute che richiedono investimenti economici modesti o nulli. Perché allora sborsare queste cifre?

Chiara Beretta Mazzotta 03/04/2012 at 12:43

Certo, Silvio!
Il tuo esempio è lampante. Conosco bene il Torneo, una mia cara autrice ha partecipato (e vinto) e ho seguito la sua bella esperienza.
Comunque, come hai potuto notare, le uniche obiezioni qui sul blog erano di due false identità!
Ti ringrazio per il tuo contributo e a presto!

davide Andolfi 03/04/2012 at 12:56

Signora Chiara,

No so cosa sia un indirizzo IP, chiederò a mia figlia!

Intanto mi sono anche informato su di lei!!! che cose bizzare che escono fuori! Si vergogni!!! Ma non utilizzo questi mezzi per scridatere nessuno, vengo da altri tempi!!

Chiara Beretta Mazzotta 03/04/2012 at 13:23

Questo commento rimarrà a memoria di quanto lei sia patetico (scridatere? Non si agiti, scriva con più calma).
Non sa cosa sia un indirizzo ip?
Però, forse, sa che cosa è la polizia postale.
Di sicuro, Elsa o Davide, lei non sa che dall’ip si possono ottenere diverse informazioni, interessanti.

Elsa K. 03/04/2012 at 16:13

siamo alla paranoia:)

Chiara Beretta Mazzotta 03/04/2012 at 18:10

Tu non esisti. Anche se cambi ip. Non esisti.
Al prossimo sospiro, non dico commento, ti banno.

maurizio sbordoni 03/04/2012 at 13:54

Due considerazioni (non di numero)
Credo che si debba dare merito a Chiara di esser stata la prima a indignarsi per il festival dell’inedito. Gli evidenti limiti regolamentari, la struttura di base, il bieco tentativo di far passare un furto per un evento culturale – che li rendevano veramente indifendibili – hanno calamitato il resto del dissenso.
Brava.
I pochi lettori che si annidono in Italia, quasi tutti nel duplice ruolo di aspiranti scrittori, si stanno svegliando.
Bene.
Al caro amico Silvio, a me sconosciuto al pari di Chiara, una doverosa precisazione, da azionista di quel gruppo: la società che per tuo merito ti ha pubblicato in ebook, comprende anche marchi altrettanto importanti nel panorama editoriale italiano, tra cui Guanda, Nord, Salani, Tea, Ponte alle Grazie, Corbaccio e altri. Sarà mia premura inviarti il magazine “il Libraio” che periodicamente ti aggiornerà, solerte, sulle iniziative del gruppo.
Riguardo al bipolarismo di Davide, una sola parola: genio.
Chi, colto a rubare la marmellata, adduce limiti generazionali tirando in ballo la tecnologica figlia, lo è.
Un genio.

Silvio Donà 03/04/2012 at 14:25

Verissimo Maurizio.
GEMS riunisce una galassia di marchi storici e io, nella concitazione della risposta, ho semplificato elencandone solo un paio 🙂

maurizio sbordoni 03/04/2012 at 16:18

Sei un bravo ragazzo, Silvio 🙂

Chiara Beretta Mazzotta 03/04/2012 at 18:24

(parto del fondo) un genio. Già.
Sono davvero felice, Maurizio, che ci sia stata coesione. E che si sia dato il via al passaparola.
Credo che non ci si possa sempre solo lamentare delle cose che non vanno ma che – soprattutto in casi tanto plateali – si debba fare. Che alle volte significa semplicemente dire le cose a voce alta e prendere una posizione.
Io spero che dalle critiche ne venga fuori qualcosa di buono.
E, grazie!

Alessandra 03/04/2012 at 21:17

I fake permettono una banalissima considerazione: se tutti i partecipanti scrivono come il signor Andolfi e sua figlia, è giusto che paghino non 600, ma 6.000 euro.
600 euro è un prezzo iniquo per risarcire i loro lettori.
E che diamine 🙂

Daniela 03/04/2012 at 21:22

Bè come autrice basita, il mio contributo a Chiara e sul mio blog continua. Il punto non è screditare tizio per ricevere qualcosa in cambio, è, se si ha coraggio, far sentrie la propria voce su qualcosa che non sembra per nulla a pro degli esordienti. Da tanti ma tanti anni partecipo a concorsi sempre gratuiti, al max 5 € se ne vale la pena. Poi se a uno piace l’idea e può spendere, nessuno gli vieta di farlo. Ma da una che non è più di primo pelo e seppur ai bordi del mondo letterario, mi indigno sì quando mi trovo a scontrarmi con queste “opportunità” in cui qualche giovane aspirante potrebbe caderci in pieno.E dovrebbero passarla liscia? La fame di fama è quella che gli esordienti hanno e che il mondo letterario e non, conosce bene. Ecco, fare leva su questo non mi sembra democratico. Non si violano nè leggi nè decreti, per carità, ma il rispetto per chi ha una vera passione e un sogno e cerca una sola opportunità, deve essere preservata proprio da chi dovrebbe darla, questa opportunità! Scrivere è un lavoro serio a prescindere dal fatto di essere famoso o meno: quello che al massimo devo pagare è l’elettricità che consumo per il laptot e la connsesione internet…

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