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La corsa dei mantelli

Milo De Angelis è un poeta. Vive a Milano e insegna in un carcere. Saggista e traduttore, ci ha anche regalato un testo in prosa, La corsa dei mantelli, pubblicato per la prima volta nel ’79 nei quaderni della Fenice di Guanda (il direttore della collana era Giovanni Raboni) e appena ripubblicato da Marcos y Marcos.
È uno scrigno questa favola che racchiude tutto il mondo poetico dell’autore che, via via, prenderà forma nella sua produzione (Somiglianze, Guanda, 1976; Millimetri, Einaudi, 1983; Terra del viso, Mondadori, 1985; Distante un padre, Mondadori, 1989; Biografia sommaria, Mondadori, 1999; Tema dell’addio, Mondadori, 2005) e ci racconta la storia di Daina, dodici anni, coraggiosa e pronta a sfidare i maschi in ogni disciplina: giochi, lotta, caccia. Di lei si innamora Luca che la intravede – con i suoi abiti fuori dal tempo, nuda e infreddolita – di fronte al cinema di via Garigliano. Inizia così a seguire questa eterna bambina, androgina e crudele, nelle sue molteplici comparse e sparizioni a zonzo per la periferia di Milano, il Monferrato, Varsavia, la Russia, un’isola.
Una trama che trama non è – perché manca di poggiare su coordinate rassicuranti come il “prima e il poi” e sembra non voler considerare i nessi di causa effetto – è un’insieme di scene, di immagini legate da un tema comune capace di traghettare il lettore di pagina in pagina. A caccia di un’anima che è impossibile afferrare, fuori dal tempo, eppure così concreta, tangibile.

Di sera le ombre fanno cose che nessuno potrebbe vedere. Si aggirano per i campi di calcio vuoti, ripetono infinite volte i dribbling non riusciti, e i tiri al volo mancati dai ragazzi. Hanno una camicia piena di macchie di fango, e annotano ogni gesto sul loro quaderno. Le ombre sono così scure e il campo di calcio così buio, che nemmeno quando passa la corriera si vede molto, nonostante che Daina aguzzi gli occhi. “Giocare a pallone non è come giocare a un altro gioco” pensava, nascosta dietro al terrapieno.

La corsa dei mantelli, Milo De Angelis, Marcos y Marcos, p. 127 (14,50 euro)

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