Come scrivere un best seller in 57 giorni

Come scrivere un best seller in 57 giorni

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Un romanzo sulla scrittura, sulla creatività e le regole del successo, una storia sulle storie e chi le scrive.

John, Paul, George e Ringo… questi sono i protagonisti della nostra storia. E se i nomi vi dicono qualcosa no, non siete fuori strada: in effetti sono proprio beatles, ma nel senso letterale. Ora, voi vi chiederete quale problema potrebbero avere quattro scarafaggi? Per esempio vivere nella casa di un umano, un certo Briac – scrittore snob fallito e squattrinato – prossimo allo sfratto.

Il loro desiderio? Continuare a infestare quell’appartamento bohemien – e l’aggettivo calza a pennello visto che siamo a Parigi – in santa pace. E come farlo? Be’, perché non scrivere un best seller e diventare ricchi?!

Denso di consigli di scrittura e di altrettante “tirate di orecchi” per autori e lettori, Luca Ricci ci regala un divertissement letterario (a partire dal titolo) per chi ama le storie e le storie sulle storie…

Un brano
“Sapevamo un sacco di cose sulla letteratura, ma niente o quasi sui best seller. Sapevamo che la letteratura americana era piena zeppa di ebrei lascivi. Nella letteratura sudamericana non si distinguevano i personaggi vivi da quelli morti. La vecchia Europa era ammalata di citazionismo e non amava i colpi di scena. Erano finiti i bei tempi in cui le donne dei romanzi francesi morivano improvvisamente di vaiolo, e gli uomini concludevano rovinosamente le loro scalate sociali (niente più Anna Coupeau e Georges Duroy!). Del misterioso Oriente sapevamo il minimo indispensabile: haiku, studentesse perverse e apologhi zen.
Ma i best seller? Probabilmente non ne avevamo letto neanche uno. E non si poteva di certo sperare nella libreria di Briac: sarebbe stato come cercare un ago nel pagliaio. Avevamo sentito dire che i best seller erano i libri ideali da leggere sotto l’ombrellone. Una definizione che la band trovò un po’ oscura, a dire la verità.
– Da leggere dove?
– Sotto l’ombrellone.
– Sarebbe a dire?
– In spiaggia.
– Andiamo bene. A Parigi non c’è neppure il mare!
Guardai Paul compiacersi del suo sense of humour. Briac aveva appena finito di lavarsi, e nel vano doccia si era creato un piccolo ristagno saponoso che ci metteva allegria.
– Datemi la vostra definizione di best seller.
– Un libro idiota che risulta intelligente.
– Un libro scritto così male da sembrare già un film.
– Un libro che è stato scritto per vendere molto che vende molto e poi lo ristampano e vende ancora di più e tutti ne parlano perché ha venduto e dopo vende ancora un po’.
Ci mettemmo a ridere come pazzi e lasciammo che il piccolo gorgo d’acqua e sapone del vano doccia ci risucchiasse via. Riemersi dalle tubature, concordammo sul fatto che un best seller fosse un libro piacevole da leggere (a differenza dei libri che era piacevole dire di aver letto). Comunque la confusione imperava sovrana. Per fortuna le conversazioni in chat con Rossana diedero i primi frutti. Grazie a qualche domanda mirata, riuscimmo a ottenere una prima ricognizione sull’universo dei best seller. Ecco alcuni canovacci tipici: il diario in cui una nonnina moribonda rivela alla nipote che la sua famiglia è composta da degenerati responsabili di ogni abiezione, tipo aver brevettato la shoah; la partita a scacchi tra un poliziotto e un serial killer (il poliziotto è stato appena lasciato dalla moglie e il serial killer uccide perché ha subito un forte trauma nell’infanzia); uno zoppo e un’anoressica si amano perché si scoprono simili nelle loro apparentemente diverse storie di handicap, salvo poi scoprire che la vita è comunque tregenda e solitudine. Come si noterà, c’è sempre di mezzo l’infanzia, un segreto svelato e sentimentalismo a frotte (niente che il vecchio Peter Rizz non avesse previsto).
Era dunque questo che gli esseri umani si divertivano a leggere sotto l’ombrellone? Pareva proprio di sì. Ognuno di noi lanciava la sua proposta strampalata.
– Dobbiamo scrivere un romanzo sentimentale, alla Via col vento, guerra di secessione e amori tormentati, soldati e corna.
– Ambientiamolo nel medioevo, alcuni alieni rapiscono un gruppo di monaci, un romanzo di fantascienza retroattiva.
– Io scriverei un western ambientato ai giorni nostri, dove i duelli con le pistole si svolgono a Wall Street, dopo un conflitto nucleare.
Io avanzai l’ipotesi di un thriller con protagonista un anatomopatologo. Avevo sentito dire che gli anatomopatologi andavano per la maggiore nei best seller, anche se avrei avuto qualche problema a spiegare quale professione svolgessero di preciso… Inutile nasconderlo, ci sentivamo come scolari a cui si erano dimenticati di mettere l’abbecedario in cartella.
@ Cyrano: Non procedo.
@ Rossana: Come mai?
@ Cyrano: Non so da dove cominciare.
@ Rossana: Comincia dall’inizio.
@ Cyrano: Dammi la tua definizione di best seller.
@ Rossana: Un libro che riescono a leggere quelli che di solito non leggono. Io, personalmente, è una vita che leggo solo quelli!

Come scrivere un best seller in 57 giorni, Luca Ricci, Laterza, p. 109 (9,50 euro)

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4 Comments

  • Ma è fantastico!

    • Merita, sì! Se dovesse capitarti, ti consiglio anche “L’amore e altre forme d’odio” Einaudi. Una vera chicca.

      • Lo terrò a mente per la prossima volta che passo in libreria! Grazie!

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