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NN Editore: figli di nessuno

Nata a marzo, NN Editore è una nuova casa editrice indipendente pronta a sfidare la crisi con due parole: “Identità” e “informalità”.

NN Editore è una casa editrice, sì. E decidere di aprire una casa editrice, data la crisi, parrebbe una scelta suicida. L’espressione meno cruenta per descrivere il crollo del numero dei lettori è “emorragia”. Senza contare i caduti: librerie che chiudono, editori che falliscono, agenzie letterarie che si fondono, collaboratori non pagati…  Ma è proprio quando sei in crisi il momento giusto per rimboccarsi le maniche. E infatti in un momento come questo c’è chi intravede degli spiragli per collocarsi sul mercato editoriale in un modo nuovo.

Alberto Ibba NN

La pensano così Eugenia Dubini (editore), Alberto Ibba (amministratore), Gaia Mazzolini (responsabile editoriale), Edoardo Caizzi (responsabile commerciale) e Alex Pietrogiacomi (responsabile comunicazione) che hanno appena dato vita alla NN editore (e il sito racconta parecchio dello spirito di questa “creazione”).


Clicca PLAY e ascolta l’intervista a Alberto Ibba, amministratore di NN.


Un gruppo di professionisti “figli di nessuno” (NN ovvero nescio nomen senza nome), perché fuori dal coro, che vuole comunicare trasparenza e veder nascere, non prodotti che occupano spazio sugli scaffali, ma libri che aspirino a essere unici. Necessari. Progetti che riflettano l’identità della bottega che li ha realizzati e voluti. Tanto che in NN svaniscono le collane: al loro posto le serie, così da valicare i vincoli di genere in favore dell’autonomia di una idea. Una scommessa per conquistare il lettore come succede con le serie tv. E poi ibridazione, per esempio, tra testo e musica… innovazione quindi ma senza dimenticare l’importanza di tutti i passaggi della filiera. A dimostrarlo, tra l’altro, la bio del traduttore sulle alette.

Eugenia-Dubini NN editore

 

 

 

 

 

 

Le prime uscite? Due titoli americani: Benedizione di Kent Haruf tradotto da Fabio Cremonesi e Sembrava una felicità di Jenny Offill tradotto da Francesca Novajra. Ma presto arriveranno anche gli scrittori italiani come Elisabetta Bucciarelli, Antonella Cilento, Tommaso Pincio…

La scommessa? Far leggere in modo diverso, senza spocchia, senza quella dannata tendenza a evangelizzare i non lettori (dio ci salvi dai messaggeri!) facendoli sentire manchevoli e quindi ancor meno desiderosi di essere lettori. Magari facendo scoprire a chi non ha ancora avuto l’occasione di sperimentarlo che, come ci dice Alberto Ibba: “I libri sono una delle tante occasioni per interessarsi alla vita e a ciò che ci circonda, e il libro non è un oggetto sacro ma qualcosa che permette alla gente di vivere meglio”.

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10 comments

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vagoneidiota 01/04/2015 at 07:27

Che il cielo benedica il talento del fare ed il coraggio.
Tiferò per loro.
Sure thing – St. Germain

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Chiara Beretta Mazzotta 01/04/2015 at 09:14

Quoto, sottoscrivo e tifo! Ottimo il commento con colonna sonora 😉

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sandra 01/04/2015 at 08:38

Bene, grazie, li ho appena contattati. W il coraggio, W il coraggio, W i nati di marzo, come il figlio di mio cugino, nato ieri. Sono talmente felice che lo scrivo ovunque.

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Chiara Beretta Mazzotta 01/04/2015 at 09:12

Evviva il pupo! E il coraggio! E pure marzo.
😉 Un bacione (anche al cugino!)

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sandra 01/04/2015 at 09:25

Bimbo, sia detto, atteso per 10 anni! Grazie

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Chiara Beretta Mazzotta 01/04/2015 at 09:30

È proprio vero che certi maschi si fanno desiderare 😉 Evviva!

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Marco Amato 01/04/2015 at 14:45

Che piacere scorgere tanta audacia e amore per le storie e i libri, tanto da creare con orgoglio (e identità) l’eNNEsima casa editrice.

Molto simpatico e frizzante Alberto Ibba. Peccato per il vento, e qui mi domando come ha potuto il signor Vento insinuarsi nonostante i poteri della Chiara…

Le idee sono buone, però da un nuovo soggetto editoriale mi sarei aspettato anche una propensione all’innovazione digitale.

Ho guardato il sito, carino, traspare passione ed entusiasmo, e già questo, cominciare così, è da applausi.

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Chiara Beretta Mazzotta 01/04/2015 at 15:19

A cosa pensavi? Lo so, domandone da mille euro 😉
Comunque gli ebook ci sono, le colonne sonore pure. Vediamo se ci stupiscono con altri effetti… digitali!
intanto apprezzo il coraggio e mi leggo le storie. Alla fine per me contano quelle.

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Marco Amato 01/04/2015 at 17:38

Ah sulle storie non c’è dubbio, è la base per costruire la roccaforte editoriale. Anche a me hanno attirato le pubblicazioni di NN, ma la mia povera lista dei desideri di Amazon è così intasata, che di recente ho fatto entrare solo la cara Sandra. In confronto alla tua velocità di lettura io sembro un bradipo e tu il ghepardo. Ma sono già pronto ad approfittare delle tue recensioni, così vado sul sicuro. 😉

Sul domandone da mille euro… La risposta e la ricetta non ce l’ho, ma parto da alcune considerazioni domande.

Siamo sicuri che oggi la comunicazione editoriale sui nuovi media, cioè internet (nella sua galassia di social, blog, magazine, giornali online etc), ma anche le immancabili app di cellulari e tablet, sia al meglio possibile?

La mia sensazione è no. Gli editori sanno bene come muoversi nel vecchio sistema, con i comunicati stampa, le recensioni dove e come vanno fatte sui giornali, le presentazioni di libri, merchandising collaterale quando si profila il bestseller. Si sa tutto del vecchio sistema. Del nuovo e prorompente scenario digitale, strumento di passaparola dal potenziale enorme, si va avanti a tentoni.
Vedo gli editori muoversi con le pagine social, il blog, eventi, chi più chi meno, ma sostanzialmente credo che vadano per imitazione, non vedo e trovo delle soluzioni innovative.

Io purtroppo nella mia storia personale, per sfuggire a una vita alla quale ero incanalato e prigioniero senza scampo, sono riuscito a costruirmi una realtà lavorativa basata sul web. Adesso vorrei fuggirmene anche dal web per questioni bizzarre che mettono in causa parole prive di sostanza e di pane come sogni, anima, felicità. Ma dalla mia esperienza lavorativa io mi sono fatto delle idee, innovative o meno, efficaci o tutte da dimostrare. Ma lato autore, lo scenario che mi interessa al momento. Qui sono preparato.

Però anche lato editore si potrebbero tentare alcune soluzioni webmediali (che parola orrenda, che la Crusca mi fucili).

Perché il limite del piccolo editore lo sappiamo, è la distribuzione in libreria e la visibilità. In principio, come adesso NN, attira attenzione e curiosità, ma è sul lungo miglio che si gioca il futuro. Quando ci sarà da sgomitare fra tante piccole realtà simili. La discriminante sarà individuare gli autori giusti, le piccole perle cui chi ama i libri non può fare a meno. Saperli valorizzare al meglio. Creare attenzione. Il discorso è che mentre in libreria e sui giornali la visibilità è data dalle logiche di mercato e dagli spazi fisici limitati, il web ha spazi e possibilità d’espansione possibilmente illimitate.

Se fossi NN per restare in tema, visto che gli autori sono ancora pochi, accenderei dei fari su di loro, sul mio prodotto. Perché per quanto, anche per me, il libro abbia un’aura romantica, occorre non scordarsi che di prodotto si tratta. E va venduto per forza perché ci sono affitti da pagare, tasse (sempre elevate), stipendi, consulenze e le sacrosante Royalty agli autori.

Allora fossi io, a partire dal sito web non mostrerei gli scrittori e i loro libri in delle consuete gallery, viste da tutte le parti e che si guardano senza attenzione perché i navigatori ne sono assuefatti. O delle semplici pagine autore con stringete bio e i libri pubblicati.

Ma ogni autore e libro va strappato all’oblio dell’anonimato e illuminato sotto un riflettore che esalti le caratteristiche della storia nel connubio tra opera scritta e autore. Anche la genesi e la stesura di un libro è una storia. In pratica occorre che la sezione dedicata all’autore e ai suoi libri diventi un punto di riferimento, la casa, il luogo da cui far partire le condivisioni social. La sfida è trasformare una asettica scheda libro/autore in un’emozione. Emozione che con la rapidità del web, e l’acquisto immediato in uno store online e la consegna sul dispositivo in un minuto, trasformi l’asettica vendita in un acquisto d’impulso. E su questo si può lavorare perché musica, parole, video, contesti, diventino la portante dell’emozione.

Ma anche lato social puro si potrebbero concepire nuove rotte. Strade inesplorate. Le idee potrebbero essere tante, ma… credo d’aver esaurito lo spazio del commento… e la pazienza di chi vuol seguire i miei vaneggi. 🙂

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sandraellery 01/04/2015 at 20:50

Grazie, sono commossa, no davvero, so cosa significhi dover scartare acquisti libreschi in favore di altri sperando di non doversi pentire, e tu mi hai fatto entrare nella tua libreria! Chiara, ti rendi conto di che belle amicizie nascono qui da te? E’ un blog di incontri basato sui libri 😀

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