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Anteprima La ragazza del treno: come perdere il treno e fare un pessimo film

Esce nelle sale italiane il 3 novembre il bestseller di Paula Hawkins interpretato da una sempre brava Emily Blunt che, ahimé, nulla può contro una sceneggiatura del tutto priva di spessore.

Una legge del cinema dice che è molto più facile fare buoni film da pessimi libri. E questa volta la legge pare confermata.

La ragazza del treno è il bestseller di Paula Hawkins. Il libro, pubblicato nel 2015, ha incassato più di 10 milioni di dollari (8,97 milioni di euro). In Italia è uscito con Piemme, tradotto da Barbara Porteri, e racconta la vita di tre donne infelici, i cui destini si intrecciano pericolosamente.

Rachel Watson è separata da Tom e ha problemi di alcolismo. Ogni giorno per andare a Londra (il film è invece ambientato a New York) prende il treno e osserva la vita oltre il finestrino. Al di là intravede altre esistenze e si illude che siano felici. A cominciare dalla “coppia perfetta” che lei battezza Jess e Jason.

In realtà Megan e Scott Hipwell, questi i loro veri nomi, di problemi ne hanno eccome. E lo stesso vale per Anna, che è la nuova moglie di Tom e ha appena avuto una bambina e, forse, vestiva meglio i panni dell’amante.

Un giorno però Rachel dal finestrino del treno vede Megan abbracciare un altro uomo. E questa disarmonia manda in pezzi il suo già precario equilibro. Così quando Megan scompare, Rachel teme di essere coinvolta. Peccato che non ricordi nulla perché, come sempre, era ubriaca.

Erin Cressida Wilson, la sceneggiatrice del film diretto da Tate Taylor ha deciso di concentrare la narrazione su Rachel, interpretata da una notevole Emily Blunt che tenta disperatamente di tenere in piedi e assieme le storie. Fallendo.

La sfida in questo caso consisteva nel rendere al meglio una architettura notevole, un intreccio di vite e psicologie che sarebbe piaciuto molto a Patricia Highsmith e che avrebbe avuto bisogno di uno come Hitchcock per finire sullo schermo.

Qualcuno in grado di rendere le sfumature e le motivazioni psicologiche di ciascun personaggio. Solo che i protagonisti della storia sono rimasti nelle pagine del libro con tutti i loro drammi e le proprie contraddizioni. Sullo schermo abbiamo Megan (Haley Bennet) la ninfomane disturbata, Scott (Luke Evans) il possessivo che vuole una famiglia, Anna (Rebecca Ferguson) l’ex amante in versione desperate housewifelineari, granitici, quasi irritanti nella propria semplicità.

Ad avere la peggio sono gli uomini. Primo tra tutti lo psichiatra di Megan, il dottor Kamal Abdic (Edgar Ramirez) che pare una macchietta fuori forma. Scott più che un marito affranto sembra un modello di biancheria intima. Tom (Justin Theroux) ce la mette tutta ma nemmeno lui sa chi è, figurarsi noi.

Mentre il treno dirige verso il nulla la Wilson e la Taylor sono concentrate solo sul colpo di scena finale, dimenticandosi di avere per le mani un thriller psicologico.

Lo spettatore arranca fino ai titoli di coda e si fa pure una risata nella scena clou. Perché se non hai il controllo sulla storia, se manca la misura, rischi pure di scivolare nel comico involontario.

Voto: 4.5

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2 comments

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sandra 31/10/2016 at 12:09

E tu sul finale pare che chiedi proprio a me, non hai ancora letto il libro?
Eh no che non l’ho letto, anche col mio ritmo qualcosa resta fuori.
Intanto evito il film, sul romanzo si può ritornare, la cosa bella dei libri è che non scadono, al massimo vanno fuori catalogo.
Bacione

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Chiara Beretta Mazzotta 31/10/2016 at 12:22

Evitalo finché non hai letto, sì! Anzi, evitalo del tutto 😉
E anche se va fuori catalogo, te ne assicuro una copia.
Bacio!

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