Ecco i Libri a Colazione della settimana: Mantide di Julia Armfield e Animali non umani di Carl Safina.
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MANTIDE
di Julia Armfield, traduzione di Pietro Lagorio, Bompiani, 168 pagine, anche in ebook
“Ho la pelle di mia nonna” ci dice, sarà un eczema, qualcosa di genetico “è ereditario” incalza la madre. Lei, la protagonista, è solo una ragazza e va alla scuola cattolica. E come le sue compagne indossa calzamaglie beige e gonne di lana in quattro tonalità di plaid, si fa le trecce e parla a bassa voce.
È goffa come lo sono le sue compagne. Ma lei si sente diversa. Sarà per i capelli che cadono, i guanti che indossa, per il fatto che la chiamano la Mummia… ma sono tutte così dedite alle critiche feroci verso se stesse, in una sorta di gara al massacro, che finiscono per amarsi l’un l’altra per tutto quello che hanno trovato da odiare di sé.
Nel secondo racconto spuntano loro. I Sonni. Te li ritrovi in fondo al letto, magari sul cassettone, stanno lì agitando le gambe e canticchiando, altri frugano tra le tue cose, sistemano i libri, bisticciano tra di loro… all’inizio la gente pensava che fossero dei fantasmi. Ma era solo il tempo dei primi avvistamenti. Poi si è finito per parlare delle Grande Veglia e in tanti hanno cominciato a vedere il proprio Sonno.
Colpa della carne, dei cellulari, dei social… bah, chi lo sa, quale che sia la causa, tutto cominciava con l’insonnia e il sonno che smetteva di essere un’abitudine rassicurante e si trasformava in una creatura che si acquatta dietro alla porta. E se nessuno dorme più che cosa se ne farà mai la gente della notte?
Nel terzo racconto un gruppo di ragazze che ha perso fiducia, tempo, concentrazione nello studio cerca di far fronte alle delusioni amorose, finché una di loro suggerisce una soluzione al problema “maschio ideale” , diciamo così, molto molto creativa.
Non so se ti piacciano i racconti, qui ne troverai nove. Grazie alle serie tv sono sicura che hai capito perfettamente quanto una certa brevità possa regalare in termini di soprese, trovate narrative, idee… ovvio, devi imparare anche a fare i conti con tante piccole separazioni e Julia Armfield vale la fatica di variare il passo e di abituarsi a stanze più strette, diciamo così.
Le troverai popolate da creature spaventose e sorprendenti, ma quello che mi ha colpito è come sa stare nel punto di vista di questo mostruoso meraviglioso. Ci sta lei e ci fa stare te. È un esordio e dico wow. Si chiama Mantide lo ha tradotto Bruno Lagorio e Bompiani lo ha pubblicato.
ANIMALI NON UMANI
di Carl Safina, traduzione di Isabella C. Blom, Adelphi, 565 pagine, anche in ebook
Altro che istinto, altro che genetica! Gli animali imparano. Esplorano, tentano, migliorano, dialogano… e creano una propria cultura e la trasmettono. I membri di molte specie si osservano e imparano gli uni dagli altri, crescono e sono in grado di tramandare delle tradizioni.
Parliamo dell’abilità nella fabbricazione degli utensili, dell’insegnare una rotta migliore di un’altra, persino di uno slang (succede per i pappagalli che parlano una sorta di dialetto)… tutte cose che pensavamo fossero solo ad appannaggio della nostra specie. E invece no.
Questo spiega perché certi gruppi siano capaci di trasformazioni prodigiose, per la propria sopravvivenza. Per esempio in una tribù di babbuini, molto aggressivi, si è sviluppata una forma di tubercolosi che ha ucciso tutti i maschi. Nell’arco di un decennio i comportamenti aggressivi sono stati sostituiti da un modello di interazione pacifica e i maschi erano tutti in buona salute.
È così importante l’apprendimento che, spesso, quando si introducono degli animali in un gruppo – per tentare di combattere l’estinzione della specie – questi non riescono a integrarsi perché non hanno fatto una parte del percorso, manca loro la conoscenza sociale che di norma i genitori trasmettono ai figli. Un po’ come se fossero stati cresciuti in un altro pianeta e non avessero quindi le istruzioni necessarie per abitare questo!
Come si fa a scoprire tutta questa meraviglia? Bisogna osservare il comportamento degli animali in natura, nel loro habitat. Carl Safina, è un ecologo e ci racconta così ciò che hanno rilevato degli scienziati che studiano tre specie sul campo: i capodogli nei Caraibi, gli scimpanzé in Uganda e i pappagalli Ara in Perù.
Ecco perché Safina e molti suoi colleghi parlano sempre meno di specie e fanno sempre più riferimento a termini come la famiglia, comunità e individui (quelli che, all’interno del gruppo) hanno spiccate caratteristiche di personalità.
Per esempio i capodogli hanno sanno che cos’è il senso della loro vita, gli danno proprio un significato: è la famiglia, il gruppo, l’identità della loro tribù, un insieme di individui che vive in comunità per decenni. Tanto che quando gli individui adulti pescano i calamari in profondità, i piccoli restano in superficie mentre le nonne e le zie fanno da tata. La stessa cosa non succede in altre specie di balene. Ma l’aspetto più sorprendente è che sviluppano un linguaggio comune che riguarda il clan e prescinde dalla parentela.
Non c’è nulla di più efficace dell’osservazione delle specie animali per ridimensionare il nostro ego ipertrofico e il nostro senso di superiorità. Ma, soprattutto, non c’è luogo migliore a cui guardare quando si cerca la bellezza. Ecco una delle epifanie che l’ecologo Safina ha sperimentato e che tu vivrai leggendo questo libro e scoprendo questo spicchio di universo meraviglioso.