Tornano i Libri a Colacione, la rubrica di Tutto Esaurito su Radio 105! Questa settimana: Mamma in polvere di Pino Pace e Rumore di Daniel Kahneman, Olivier Sibony e Cass R. Sunstein.
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MAMMA IN POLVERE
di Pino Pace, illustrazioni di Cristina Portolano, Camelozampa, 208 pagine
Ormai ne hanno tutti una, o quasi, una Lio intendo. Basta andare al supermercato e comprarla. La vendono in comodi sacchetti, oddio, non proprio comodi, pesano come un sacco di patate… poi svuoti il contenuto nella vasca, mischi e voilà! Ecco la tua mamma Lio, cioè liofilizzata.
Puoi ordinarla come ti piace – bionda, mora, rossa… – e decidere anche che personalità darle, quanto farla essere severa o materna, oppure creativa. Quel che conta, soprattutto per le mamme Bio, cioè quelle biologiche, è che si occupi della casa, dei bambini e lo faccia come si deve.
Il guaio è che una Lia dura solo sei mesi. Potrebbe funzionare per molto più tempo ma la casa produttrice ci avrebbe guadagnato di meno, così ha fatto sì che dopo sei mesi le mamme Lio comincino a disfarsi: perdono un orecchio, una gamba… E poi basta un acquazzone per scioglierle tutte, anche se si dovrebbero portare sempre al cassonetto delle Lio, perché puzzano, caspita quanto puzzano!
A casa di Marta, che ha quattordici anni, di Lio ce ne sono state diverse. Quella più inquietante? Cristina che un giorno, senza alcun motivo è uscita di casa mentre diluviava e si è sciolta nel giardino, molto prima del previsto. Chissà perché lo avrà fatto…
Dopo di lei ne sono seguite parecchie altre e adesso ad aiutare mamma Agata, che voleva fare la cantante o la psicologa ma passa tutto il tempo a lamentarsi, e papà Guido, che lavora sempre perché vorrebbe la casa più grande, la macchina più grande come i vicini di casa, ecco ad aiutarli adesso c’è Iside.
Solo che questa Lio non è come tutte le altre. Tanto per cominciare Iside non si disfa, sono passati già otto mesi e niente: lei è lì tutta intera. Ma non è solo questo, e lo scopriranno presto a casa di Marta…
Scoprirete insomma un mondo in cui le non persone finiscono per essere più umane degli umani, dove i bambini sono orfani degli abbracci ma sanno ancora riconoscere benissimo l’amore, il calore e ciò che serve per rendere una persona, vera e viva.
RUMORE
di Daniel Kahneman, Olivier Sibony e Cass R. Sunstein, traduzione di Eleonora Gallitelli, Utet, pagine 524 anche in ebook
A chi non capita un errore di giudizio?! Ma un conto è sbagliare a valutare la coda più veloce al supermercato, altro è farsi guidare dai pregiudizi o dalle convinzioni erronee quando si devono prendere decisioni che riguardano più persone. Decisioni dalle quali, a cascata, dipendono comportamenti ed esiti decisivi (pensiamo alla politica, tanto per dirne una, alla medicina, alle decisioni che riguardano l’affidamento dei minori o a quelle di un ufficio del personale…).
Ma il guaio non sono soltanto i bias cognitivi. Il problema nell’accuratezza dei giudizi spesso è il rumore. Per esempio: se cinque critici hanno giudizi molto diversi su un libro; se tre medici, di fronte allo stesso paziente, indicano tre soluzioni e cure differenti; se dieci scienziati, di fronte al cambiamenti climatici, indicano cause e soluzioni differenti siamo sempre di fronte al rumore.
Parliamo cioè di una interferenza, di un difetto del ragionamento umano. Spesso, nelle decisioni che prendiamo ogni giorno, il tasso di rumore è scandalosamente alto. Cioè non prevalgono i criteri oggettivi nella nostra valutazione e le conseguenze vanno dal piccolo intoppo, al disastro!
In qualsiasi tipo di giudizio umano ci sarà, con buone probabilità, un certo grado di rumore, ma cercare di debellarlo e tentare di eliminare i bias è l’unico modo di migliorare la qualità dei nostri giudizi. Quindi la qualità delle nostre azioni.
In questo libro per prima cosa scoprirete qual è la differmano tra bias e rumore. Premessa fondamentale: si può effettuare il “controllo del rumore”, quindi misurare il livello di disaccordo tra i professioni che si occupano di un medesimo caso, possiamo valutare quanto variano i giudizi anche se non padroneggiamo la materia, anche se non possediamo le competenze dei professionisti in questione.
Scoprirete cosa significa giudizio umano, cosa accade quando giudichiamo e la “psicologia del rumore”; che cos’è il rumore occasionale che spesso si origina in seguito a fattori apparentemente irrilevanti (per esempio a chi, in una discussione, prende la parola per primo).
Scoprirete che quando si tratta di fare previsioni, è sempre meglio un algoritmo o una formula matematica di un essere umano (proprio perché il rumore è assente). E, ovviamente, imparerete come migliorare i vostri giudizi e come è possibile evitare di sbagliare anche attraverso delle tecniche di riduzione del rumore che favoriscono una sorta di “igiene decisionale”.