Il Libro bianco sulla lettura e i consumi culturali in Italia è una ricerca che ha l’obiettivo di evidenziare lo stato del libro – ebook e audiolibri compresi – e aiutarci a riflettere sul ruolo della lettura e sulle mutazioni del mercato post Covid.
Come è cambiato il settore editoriale a causa del Covid? Come sono cambiati i lettori? Cerca di dare una risposta a questa domanda il “Libro bianco sulla lettura e i consumi culturali in Italia (2020-2021)” realizzato dal Cepell in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori (lo trovate qui).
Il rapporto è il frutto delle rilevazioni sui comportamenti dei lettori e di tre indagini quantitative sulle opinioni degli operatori della filiera del libro (editori, librai, bibliotecari) a cui si aggiungono dati periodici sull’andamenti del mercato, una serie di interviste a opinion leader del settore e delle istituzioni, analisi desk della letteratura e delle misure di intervento nel settore librario e in altri settori culturali, sia in Italia sia nel resto d’Europa.
Dopo il Covid
Il Covid ha aperto una crisi drammatica ma ha portato anche una crescita: sono aumentati i lettori e si sono venduti più libri. Si tratta di un fenomeno destinato a svanire, sono semplici strascichi, oppure è un dato che si consoliderà?
Senza alcun dubbio la pandemia ha accelerato un processo di digitalizzazione di cui il nostro Paese e il settore editoriale sentiva il bisogno. Il Covid ha spinto il digitale. La presenza in rete di editori, librai, autori e lettori è aumentata così come sono aumentati gli acquisti di ebook. Ma sono anche nate piattaforme di e-commerce e servizi preziosi per la distribuzione e la consegna dei libri.
Per questo è molto interessante che il mondo del libro si sia rivelato solido e rilevante e che il libro abbia dimostrato di saper resistere all’incredibile offerta di narrazioni, svaghi e alternative digitali. Un segnale prezioso per sfatare i timori che vedono il digitale come un nemico della lettura.
Il libro è stato uno strumento per affrontare le paure e le incertezze, per trovare risposte alle domande pressanti ma, soprattutto, è stato uno strumento di evasione. Si legge per conoscere e imparare, si legge per divertirsi.
La sfida? Ovviamente uscire dal Covid ma, soprattutto, dobbiamo consolidare ciò che di buono è stato fatto in questo periodo di grandi incertezze e costruire ciò che ancora manca.
I dati presenti sul Libro bianco
La ricerca parte da una analisi dello stato del mercato e del settore nel 2019, concentrandosi sulle criticità che preesistevano all’emergenza pandemica. Illustra poi cosa è accaduto nel 2020, in Italia, nei diversi anelli della filiera, e quali sono state le misure adottate dal nostro Governo, confrontandole con quelle degli altri Paesi. Si conclude con una serie di interventi che si concentrano sul come ripartire.
Il dato relativo alla lettura pare incoraggiante. Alla fine del 2019, i lettori (viene presa in esame la popolazione tra i 15 e i 74 anni) erano 26,3 milioni (58%). A ottobre 2020 erano 27,6 milioni (61%). Un incremento che, va detto, tiene conto di ebook e audiolibri. Il digitale di certo ha fatto un balzo in avanti: i lettori di soli ebook, per esempio, sono passati dal 3 al 6%.
Cambiano anche i comportamenti di acquisto. Ai lettori che prediligono e acquistano solo i cartacei, si affiancano persone che leggono solo in digitale o in entrambi i formati. Questi fruitori, complessivamente, passano dal 20 al 32%.
L’acquisto del libri a stampa è aumentato, nel 2020, del 0,3% e se si considerano anche ebook e audiolibri il mercato segna un +2,3%.
Perché il mercato ha tenuto?
Il merito in gran parte è dovuto alla capacità della filiera di riorganizzarsi. Gli editori hanno infatti rivisto i piani editoriali – inserendo nuove proposte e nuovi autori – hanno avviato lo smart working e incrementato le uscite in digitale.
I librai hanno attivato le consegne a domicilio e diverse modalità per consigliare libri e dialogare con i lettori.
Sono state attivate e sviluppate piattaforme di scambio di diritti per ovviare alla chiusura delle principali fiere professionali internazionali.
È cresciuto – i numeri sono notevoli – il prestito bibliotecario digitale: durante il lockdown segnava un +250% e, alla fine del 2020, un +103%. È cresciuta anche la disponibilità di piattaforme didattiche, scolastiche e universitarie, per la didattica a distanza. Sono stati ben 3,5 milioni i libri di testo in formato ebook messi a disposizione gratuitamente per gli studenti.
Le criticità
L’indice di lettura dell’Italia è il più basso tra i maggiori Paesi europei. La metà dei nostri lettori legge poco e solo occasionalmente.
Gli editori italiani sono soprattutto realtà di piccola dimensione: il 71% delle case editrici italiane non pubblica più di 9 libri l’anno. Si tratta di imprese di grande vitalità ma che spesso sono deboli finanziariamente. E ciò rende difficile lo sviluppo di progetti di più ampio respiro (innovazione, formazione, competitività).
Altrettanti problemi hanno le librerie: scarso assortimento, mancanza di un sito web, maldistribuzione sul territorio nazionale (non solo tra Nord e Sud ma anche tra città e provincia).
Come è partito il 2021?
Se consideriamo l’andamento delle sole vendite di libri a stampa di varia (adulti e ragazzi) nei canali trade, all’ottava settimana dell’anno abbiamo un valore del +25%. Ma ci sono molte questioni che richiedono attenzione e cura. E ci sono moltissime imprese in crisi nera.
Partire dai dati (valutando bene il campione e le modalità di rilevazione) è indispensabile per conoscere la situazione del comparto e, soprattutto, per fare meglio.