Agi Mishol per “DiVersi, solo le cose inutili sono poetiche” di Elisabetta Bucciarelli; oggi scopriamo il senso del chinarsi sulle parole (e salire e scendere per le scale minori).
Scrivere
La scrittura è la più tortuosa delle vie
per ricevere amore.Vivere per lei è
salire e scendere per le scale minori
dell’infanzia
con l’interno di fuori
e un microfono attaccato alla tempiaÈ chinarsi sulle parole
finché non si trasformano in porta
e allora farvi irruzione
come frattali
di broccoliè sbarrare sempre gli occhi
dalla seconda alla terza dimensione
sino a una danza di lettere
che si inchinano l’una di fronte all’altra con l’umiltà del tempo
di fronte all’eternitàvivere per lei è
cadere dai cieli
con una lucente coda di cometa
come un desiderio
di nessuno.
È settembre, riprendiamo a scrivere, continuiamo a leggere.
È la seconda volta che mi fermo su una poesia di Agi Mishol. Ragionando sulla lingua madre e sulla lingua che diventa madre (a pagina 198 di Ricami su ferro), sono arrivata di nuovo a Scrivere. Basterebbe il primo verso a saziarci. E non ci sarebbe nulla da aggiungere, tutto è già chiaro così. Siamo quelli che si ostinano a dare importanza alle cose inutili. Come la poesia, gli oggetti quotidiani, la retorica dell’amicizia, il poter fare tutto, l’illusione di non dover mai scegliere.
Per farci amare e quindi capire e quindi accettare e quindi abbracciare e quindi, continuiamo a scrivere, a leggere a regalare scrittura ad acquistare libri. Servirà a qualcosa? Non lo so. Nel frattempo, però, come la poesia ci racconta, è bene ricordarsi una lista di parole:
- chinarsi
- inchinarsi
- cadere
- umiltà
- nessuno
Sono queste a restare attaccate dopo aver letto, il microfono attaccato alla tempia serve per non perderne nemmeno una. Chi scrive lo sa, la tempia non dimentica niente.
Il libro è Ricami su ferro, Giuntina editore (La Mishol ne ha scritti sedici, forse di più, speriamo ne vengano tradotti altri, per il momento questo è l’unico).
Agi Mishol è nata nel 1947 a Cehu Silvaniei (Romania) da genitori di madrelingua ungherese sopravvissuti alla Shoah. All’età di quattro anni si è trasferita con la famiglia in Israele. Ha studiato all’Università Ben Gurion di Beer Sheva e all’Università Ebraica di Gerusalemme. Abita a Kfar Mordechai e lavora a Tel Aviv dove dirige la Helicon School of Poetry. Premio Lerici Pea 2014 alla carriera, Agi Mishol è riconosciuta come una delle più importanti e popolari poetesse israeliane contemporanee. Ha pubblicato sedici libri di poesie, antologizzati in inglese, francese, romeno, spagnolo e cinese. Questa è la prima raccolta in italiano. La biografia è tratta dal sito dell’editore La Giuntina.