Come se l’è cavata il mercato editoriale nel 2017? Segna un +5,8% sull’anno precedente (pari a 1,485miliardi di euro) nei canali trade, sono 66.757 i titoli pubblicati e 88,6milioni le copie vendute.
Il mercato editoriale nel 2017? Finalmente un po’ di buone nuove. Anche se questi dati restano sempre e comunque incompleti perché mancano quelli – fondamentali ormai – di Amazon.
«Amazon è senza dubbio un amico del libro e del lettore, però deve giocare ad armi pari, senza braccio di ferro.» ha dichiarato Ricardo Franco Levi, il presidente di Aie. «Non va bene che non abbia mai diffuso i dati di vendita per molti motivi. Non è giusto per gli editori e impedisce all’autorità pubblica di decidere come impostare le proprie politiche. Avere una fotografia della realtà il più possibile precisa non è solo un diritto: è necessario».
Quindi come sono stati ottenute queste stime? Ai dati forniti da Nielsen (che monitora una serie di canali vendita sul territorio) sono stati aggiunti anche quelli di librerie più piccole e degli ebook. E sono state stimate (a ribasso) le vendite di Amazon.
Quanti libri sono stati pubblicati?
Nel 2017 gli editori hanno pubblicato 66.757 titoli, di questi 19.860 titoli sono di narrativa italiana e straniera. Nel 1980 la narrativa si fermava a 1.087 titoli. I libri per bambini, oggi stimati in 9.923 (erano 6.457 lo scorso anno), costituiscono un numero più che decuplicato rispetto a 17 anni fa.
Quante copie si vendono?
Sono 88,6milioni (al netto di quelle vendute da Amazon) le copie vendute e si registra così +1,2% sull’anno precedente. Ed è la prima volta dopo 7 anni che il risultato del mercato è positivo anche a copie.
E gli ebook?
Cresce anche il mercato degli ebook (ma cresce poco) e degli audiolibri, che ha ottenuto quota 64milioni di euro nel 2017 (+3,2% sul 2016).
Il mercato editoriale nel 2017 nel segno della ripresa
Il mercato (libri di carta, ebook e audiolibri e stima di Amazon) segna un +5,8% sull’anno precedente pari a 1,485miliardi di euro nei canali trade: librerie, librerie on line e grande distribuzione organizzata.
Dove si comperano i libri?
In libreria prima di tutto: le librerie fisiche, indipendenti o di catena, restano il canale principale per l’acquisto di libri, tanto da intercettare quasi tre quarti degli acquisti (il 69,6% per la precisione).
Diminuiscono però gli acquisti nelle librerie indipendenti (che pesano il 25,2%) mentre le librerie di catena si assestano sul 44,4%.
Avanza in modo significativo l’e-commerce, con un incremento del 37% sull’anno precedente. L’e-commerce oggi pesa il 21,3% (era il 16,5% nel 2016).
Proseguono le difficoltà per la grande distribuzione organizzata, che oggi pesa per il 9,1% del totale (solo lo scorso anno era il 10,7%).
E i lettori? Aumentano se non consideriamo la lettura un semplice diletto e teniamo conto delle nuove modalità di fruizione
Secondo i dati Istat pubblicati a dicembre 2017, soltanto il 40,5% degli italiani ha letto almeno un libro nell’anno precedente.
Analizzando però i comportamenti di lettura della popolazione tra i 15 e i 75anni, negli ultimi 12 mesi, emerge che il 62% della popolazione ha letto romanzi, saggi, gialli, fantasy, manuali e guide. Il punto? Quando si realizzano queste indagini si chiede agli intervistati se hanno letto per piacere, dimenticando che moltissimi lettori leggono – e molto – per formarsi e informarsi.
Se non si ragiona solo in termini di diletto, emerge che legge il 65% della popolazione italiana con più di 15 anni (e non vengono quindi contati i piccoli lettori dai 5/6 anni fino ai 14 anni, che rappresentano una importantissima fetta di mercato).
Quali sono i formati preferiti?
- Il 62% degli italiani legge libri di carta.
- Il 27% legge anche ebook.
- L’11% legge anche audiolibri.
Servono dati e serve uno sguardo nuovo
È evidente che per poter fare una fotografia reale della lettura nel nostro Paese, per fare delle riflessioni e stabilire delle strategie, è necessario guardare al mondo come è oggi, a come sono cambiati i lettori (se quotidianamente leggo longform sono un lettore, oppure no? E se leggo storie su Wattpad?). Così come è indispensabile conoscere i dati di Amazon, perché tutti sappiamo quanto il colosso americano pesi nella nostra vita di lettori e acquirenti di libri.
Allo stesso modo, sarebbe buona norma poter ragionare con i numeri reali di vendita alla mano e non con le solite proiezioni da classifica perfette per alimentare gli “entusiasmi da fascetta”. Comunque sia, è evidente che i dati del mercato editoriale nel 2017 ci facciano un poco sperare. Ma sperare va bene solo se alimenta la voglia di fare.
3 comments
Io non comprendo però il dato mancante delle vendite su Amazon. Perché è chiaro che gli editori mandano ad Amazon le copie cartacee e posseggono i report degli ebook venduti.
Tra l’altro, per un editore, calcolare il venduto su Amazon dovrebbe essere di gran lunga più semplice del calcolo del venduto in libreria. Perché con le librerie c’è la parte cospicua del reso a complicare i calcoli con i libri che viaggiano avanti e indietro. Con Amazon il fenomeno del reso dovrebbe essere parecchio limitato.
Basterebbe che Nielsen, per integrare i dati, chiedesse ai primi cento editori italiani il numero di copie vendite su Amazon e il conteggio, anche se non perfetto (e le proiezioni a prescindere sono imperfette), non sarebbe complicato.
A meno che gli editori non vogliano confessare il numero di copie su Amazon? 😛
E poi , manca sempre un dato interessante per capire il reale andamento delle vendite.
Se i volumi venduti sono 88 milioni e seicentomila, quante sono le copie stampate in tutto? A quanto ammontano le rese?
Perché, se per ipotesi, l’anno scorso le rese ammontavano al 50% e quest’anno al 55%, la situazione non è andata bene.
Insomma, i dati interessanti, non li rilevano mai. 😛
Sì ma qualcuno i dati interessanti li rileva! Ahahahahah
(Io li sto studiando da settimane. Confronto i tuoi, controllo le fascette… e rido).
Concordo con te che Amazon non sia impossibile da quantificare. Ma il guaio è che gli editori sono ben contenti dei dati nebulosi, perché li usano per le loro avanzate strategie di marketing. Le fascette.
Il dato sulle rese lo avevo messo da qualche parte…
Sono andata a controllare: è il pezzo sui numero degli editori) https://bookblister.com/2017/12/29/editori-quanti-sono-cosa-pubblicano-e-quanto-non-vendono/
A fronte della grande mole della produzione editoriale, il 23,2% degli operatori attivi del settore ha dichiarato che oltre la metà dei titoli pubblicati nel corso del 2016 è rimasta invenduta.
La quota, in leggero calo rispetto agli anni precedenti (quando superava il 25%), è risultata più elevata per i piccoli editori (28,5%) mentre ha dichiarato una giacenza e un reso superiori alla metà dei titoli pubblicati il 19,3% degli editori di medie dimensioni e il 10,8% dei grandi marchi.
Possono esserti utili?
Ah quei dati che ho interpolato mi hanno fatto comprendere tante logiche del mercato. Li ho fatti vedere solo a qualche amico, perché francamente non so nemmeno se siano pubblicabili o se in quel modo così completi li vendono solo agli operatori. Non so.
Santo cielo! Il tuo post di fine Dicembre, con i trambusti del capodanno che si approssimava, mi è sfuggito. Quei dati sono utilissimi, vado a gustarmeli per intero.
Fra le altre considerazioni simil fascette, c’è da mettere in conto ogni volta che sento che il libro è andato in ristampa. Ora il fatto che un libro si venda e vada in ristampa è una grande cosa. Ma se si dice che il libro è alla terza ristampa e non si dice nulla sulla tiratura come si fa ad esser felici? C’è differenza tra un libro che ha una tiratura di mille copie e fa dieci ristampe e uno di un autore affermato che parte con una tiratura da diecimila e si ferma lì.
Perché quando leggo su Facebook diciassettesima ristampa in sei mesi, dico BOOM! Ha fatto il botto. Ma poi vedo che il libro non è mai stato tra i best seller e ci rimango male. 😛
Comments are closed.