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Crowdfunding: se il tuo libro diventa realtà grazie ai lettori

Continuiamo a parlare di crowdfunding del libro e lo facciamo con una autrice che ha deciso di tentare questa via e misurarsi con i lettori per provare a pubblicare il proprio testo. La seguiremo durante la campagna.

Ho incontrato Nadia Dalle Vedove diversi anni fa, abbiamo lavorato insieme a una sceneggiatura. Tempo dopo mi ha mandato un romanzo in valutazione. Buona penna, testo letterario. Teatrale, direi… mi ha colpita e l’ho girato agli agenti con cui collaboro, sapendo che collocarlo sarebbe stato arduo. Perché? Perché così va in un mercato terrificato dal dato “solo il 40 per cento della popolazione legge”. Ciò che è alto, è di nicchia e la nicchia da noi è stretta. Anzi, scomoda.

Oggi Nadia ha accettato di raccontarci la sua esperienza con il crowdfunding e quindi la seguiremo nel corso di questa impresa. Inutile dire che le potrete fare tutte le domande che vorrete.

Nadia, raccontaci chi sei in 140 caratteri.
Libraia per non perdermi nel mondo, scrittrice per l’esatto contrario: la prima coltiva l’animale sociale, la seconda… l’animale animale!

Quando hai deciso, e perché, di tentare la strada bookabook?
Dopo aver inviato il manoscritto alle case editrici più allineate alle sue caratteristiche, si resta in attesa. Così è stato per tre anni, finché ho deciso di cambiare percorso perché l’attesa è molto faticosa!

Non è che trovi il crowdfunding una strada migliore di altre ma la conoscevo perché avevo già sviluppato in questo modo un altro progetto (Il lupo in calzoncini corti ndr): laddove mancava qualcosa a convincere un produttore cinematografico c’era altro che ha stimolato i sostenitori a condividere con me la sfida.

La prima volta credo fosse stato il tema a scatenare l’interesse: il documentario raccontava la storia di famiglie omogenitoriali italiane. Era il 2008 e ancora se ne parlava pochissimo. Ora, con questo romanzo, tutto è più rarefatto: avere a disposizione il mondo intero da convincere mi disorienta un po’! Intendo dire che per il film c’era una serie di persone (genitori omosessuali, professionisti, associazioni…) che era coinvolta quanto noi nella lotta per i diritti umani e teneva alla realizzazione del progetto. Adesso, invece i lettori hanno a disposizione la biografia dell’autore, la possibilità di fargli domande dirette, una sintesi della trama ma niente di più. Perché dovrebbero pre-acquistare il libro di un esordiente?

La verità è che, anche se in Italia si legge poco, i lettori forti sono forti davvero! Riempiono i numerosi festival di letteratura da Pordenone a Mantova a Roma a Torino perché sono sempre curiosi di incontrare “nuove voci”. In fondo basta entrare nella maggior parte delle librerie di media grandezza per rendersi conto con un colpo d’occhio dell’omologazione imperante: titoli di editori diversi che si richiamano l’un l’altro; generi che impazzano adombrando il resto. Perciò, questo crowdfunding che risveglia i lettori e gli dice: “Guarda questa storia! Ti piace? Vorresti vederla pubblicata grazie a te?” gli trasmette libertà, perché è la possibilità di poter scegliere nella multi-proposta di copertine, titoli e trame che fa sentire libero un lettore.

Come hai trovato bookabook?
Era tra i miei contatti e un pomeriggio ho letto il loro appello di ricerca di testi da pubblicare. “Che cos’ho da perdere?” mi sono detta. Ho inviato Fino all’ultimo inverno e dopo una settimana mi hanno risposto che l’avevano selezionato.

Ho sentito fin da subito uno spirito di collaborazione e allo stesso tempo un senso di libertà: mi sento appoggiata ma posso agire in prima persona per arrivare alla pubblicazione non stare ad aspettare. Così ho preparato le schede richieste (sinossi, profilo professionale, social network), abbiamo lavorato sulla copertina, fissato le date d’inizio e di fine campagna e siamo partiti.

Prima di iniziare ti hanno chiesto qualche garanzia, voglio dire, una lista di contatti per esempio?
A parte il minimo di competenze in rete, non mi hanno chiesto nulla; né contatti né hanno fatto restrizioni di alcun tipo. Anzi… spazio a fantasia e passione.

Veniamo alla fase pratica. So bene che chi partecipa deve essere social e sapersi muovere bene in rete. Tu cosa fai di preciso?
Fin dall’inizio mi sono resa conto che devi essere tenace e tener sempre presente che, se non promuovi l’iniziativa, se non riesci a creare curiosità e a farti sostenere nella pubblicazione, non si muove niente e il team di bookabook lo sa.

È impegnativo per tante ragioni: richiede tempo; devi instaurare un rapporto di fiducia con chi dovrebbe acquistare un libro di cui non ha mai sentito parlare; devi essere originale perché ormai in troppi chiedono soldi per finanziare una propria idea o una startup; devi essere onesto perché la gente lo sente se gliela stai raccontando e siccome non sei un professionista del marketing e non sei esperto di vendita, non hai altra strategia che la tua passione per la scrittura. Se perciò ti senti pronto ad affrontare l’arena pur di far arrivare il tuo romanzo in mano ai lettori, bookabook è un modo per farlo.

La propria comunità in realtà serve perché deve generare contatti, quindi non è il referente primo. Detta in soldoni, non basta andare a batter cassa da nonni e zii… ché, poi, mi sa che succede come in politica, i parenti son sempre gli ultimi a votarti! O no?
Batter cassa proprio no, perché è il modo migliore per farsi detestare! Finora devo ammettere che hanno acquistato molti amici e parenti, colleghi di lavoro in libreria e colleghi di cinema.

E per stare sul tema soldi. Con grande sorpresa sto riscontrando che chi partecipa lo fa in nome del risultato: arrivare alla pubblicazione. Penso che sia una grande vittoria sull’individualismo che spesso segna la concorrenza in ambito artistico. Dico questo perché noto che i lettori stanno acquistando perlopiù la soluzione “cofanetto” cioè più copie del libro perché così “possono regalarlo”! Sentire che la tua opera è viva anche grazie ad altre persone, siano esse amici, colleghi o perfetti sconosciuti non cambia: tutti vogliamo la stessa cosa. Che lusso!

Quanto ti aiuta bookabook?
Per il primo periodo resta a disposizione ma non partecipa in maniera attiva. Mette in moto le proprie risorse solo quando il progetto avrà raggiunto il 70%. Nel frattempo ti lasciano libero d’inventare modi di promozione anche al di fuori della loro piattaforma ma sei solo: alcuni scrittori hanno organizzato la cena con l’autore o gadget da aggiungere come premio ma io voglio riuscire a portare a termine questa sfida usando solo e soltanto il mio romanzo. Come? Raccontando, attraverso i social media, i personaggi, il luogo d’ambientazione e le musiche legate alla visione di alcune scene e tutto quello che mi verrà in mente da qui alla fine di quest’esperienza. Il vero protagonista è solo lui: il romanzo.

In tutta franchezza: la cosa peggiore del crowdfunding è…
La controindicazione più pericolosa? Finora è l’alto rischio di dipendenza dall’indicatore della percentuale d’acquisto. Quella che segnala se tutto procede. Io sopravvivo così: ho a disposizione solo due click a giornata per controllare l’andamento. Oggi? 48% e siamo partiti solo un mese fa! Dove si mette “mi piace”?

Grazie, Nadia, e mentre tu corri a controllare se la percentuale è cambiata… volevo aggiungere che ho chiesto a Tomaso Greco (uno dei due cofondatori di bookabook) come si può essere certi che l’autore non si auto-finanzi o lo faccia tramite amici e parenti. «Vediamo in tempo (quasi) reale nome, mail e ultime 4 cifre delle carte di credito che sostengono le campagne (così non può neppure sostenersi sotto “pseudonimo”). Inoltre il sistema di pagamento ha un limite automatico per i pagamenti fatti dalla stessa carta di credito in un certo lasso di tempo, quindi, anche se riuscisse a farcela sotto il naso, potrebbe al massimo incrementare la sua campagna di qualche punto percentuale.»

In attesa della prossima puntata, attendo, come sempre il vostro parere e le vostre domande.

Se te la sei persa, leggi la prima puntata: Condividere un sogno o batter cassa?

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13 comments

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sandra 18/11/2015 at 18:06

Chiara, c’è un refuso che sta facendo divertire Freud, 40% della popolazione legge, no e lo sai meglio di me, è solo il 4! 😀 Prometto di tornare con calma a leggere questa esperienza, sono ancora in ufficio e voglio dedicarle l’attenzione che di certo merita. Intanto grazie per la condivisione.

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Chiara Beretta Mazzotta 18/11/2015 at 18:11

Ahahahha se fosse solo il 4 starei facendo un altro lavoro o mi starei facendo di rosso, il vino, con il conto dello stesso colore 😉

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sandra 18/11/2015 at 18:23

Quindi sono io in errore? 😀 dai ma è una notizia con i fiocchi, perchè il mio cervello ha – non so come – incamerato il dato 4% per cui mi sono rattristata per nulla. Figo. 40 oh è tantissimo. (Anche se io ho pubblicamente fatto una figura non proprio bella!)

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Chiara Beretta Mazzotta 18/11/2015 at 18:38

No ma perché?! Adesso cosa devi fare, avere le tabelle di lettura stampata sulla fronte?
E poi aspetta, magari ti confondi con i lettori forti… che stanno intorno al 9 (circa 12 libri l’anno). Il 40 che legge legge almeno UN libro l’anno. Uno solo… quindi l’ottimismo è moderabile 😉
Se consideri che Francia, Spagna e Germania stanno intorno al 72/80 per cento capisci che cosa voglio dire.

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Barbara 19/11/2015 at 12:32

Beh, quest’anno ci penso io ad aumentare la percentuale. Natale solo libri. Ce la sto quasi facendo! Non sono tutti narrativa, mi scappano due libri di cucina, ma almeno intanto li abituo all’uso del mezzo cartaceo.
…il bello che poi vengono da me e mi dicono “non so cosa regalarti!” Uhm, si accettano scommesse che quest’anno mi arriva un kindle, o un kobo…non so, me la sento…. 😀

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sandra 18/11/2015 at 22:02

Ok, rieccomi a commentare seriamente il crowdfunding: non mi piace tanto quando Nadia dice che fino al 70% l’autore è solo, mi sentirei davvero abbandonata e di sicuro l’ansia da controllo, che Nadia cita più avanti come dipendenza, raggiungerebbe massimi patologici, allo stesso tempo però la condivisione bella di un progetto si percepisce molto, perché in effetti quando lettori e autori, che in certi casi sono intercambiabili, decidono di non sentirsi rivali, bensì compagni, si ottengono grandi risultati di supporto.
Forza, Nadia!!!

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Chiara Beretta Mazzotta 18/11/2015 at 22:38

Te sei sempre una garanzia, in quanto a energia. Porca miseria la rima no… ma chiudi un occhio.
Sì, la piattaforma sostiene ma non traina la parte social. Vista individualmente, è una rogna, se calcoli che seguono tante campagne assieme, si spiega. Quello che conta è il lavoro di equipe (non c’è, ovvio solo la parte social) mi ha spiegato un’altra autrice (la prossima settimana, c’è una ulteriore sorpresa) ma se non crei la community, non te la cavi.
E comunque: forza, Nadia! 😉

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Barbara 19/11/2015 at 12:29

Beh, io credevo che non intervenissero mai. Già che al 70% si mettono in alert anche loro non è male!
Poi il crowdfunding è nato social, perciò se l’autore non è social per primo, non è il canale adatto per lui. E allora tocca attendere i vecchi canali ufficiali. Ma anche quelli tendono a dare maggior rilievo ad autori già social-conosciuti, che è una garanzia di almeno un po’ di copie vendute.
(ps. stamattina arrivata newsletter libraria: è uscito un romanzo di Vanessa Incontrada…uhm…mah…)

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Chiara Beretta Mazzotta 19/11/2015 at 12:36

Facciamo un gioco? Trova lo scrittore in queste prossime uscite 😉

Saranno in libreria nei prossimi giorni:
– Loredana Bertè, Traslocando. È andata così
– Vanessa Incontrada, Insegnami a volare
– Caterina Balivo, Il grande libro di Detto fatto
– Joe Bastianich, Te la do io l’America. Italia-New York 50 ricette andata e ritorno
– Alberto Angela, San Pietro. Segreti e meraviglie in un racconto lungo duemila anni
– Tommaso Cerno, A noi! Cosa ci resta del Fascismo nell’epoca di Berlusconi, Grillo e Renzi
– Beppe Severgnini, Signori, si cambia. In viaggio sui treni della vita
– Michael Lewis, La grande scommessa
– Gigi Proietti, Decamerino. Novelle dietro le quinte
– Renzo Arbore, E se la vita fosse una jam session? Fatti e misfatti di quello della notte
– Umberto Zapelloni, Vale! Il mito di Valentino Rossi nelle pagine de “La Gazzetta dello Sport”
– Bobo Vieri con Mirko Graziano, Chiamatemi bomber
– Guido Conti, Nilou e i giorni meravigliosi dell’Africa
– Maurizio Molinari, Jihad. Guerra all’Occidente

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Barbara 19/11/2015 at 12:57

….ma buone notizie mai??? 😉

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Barbara 19/11/2015 at 12:57

Oddio….speriamo anche che non me ne arrivi uno per Natale!!! O_O

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Chiara Beretta Mazzotta 19/11/2015 at 13:18

Io ci provo a trovarle le buone notizie, io ci provo davvero davvero, ma poi…

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Lisa 23/11/2015 at 15:52

Oddio… Ma che ho letto Caterina Balivo?! Oddio… Ma che ho letto bene?! Oddio… Ma che davero?!? Pietà, datemi un valium, lobotizzatemi, immergetemi nell’amaro montenegro. A tutto c’è un limite santo cielo!

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