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Il confessore – Jo Nesbo

Il nostro recensore atipico, © Aldo Costa, stavolta se la vede con l’effetto collezione.

A un certo punto sopraggiunge l’effetto “collezione”. È quello che spinge a continuare a leggere i libri di un autore pur sapendo che non ha più nulla da dare.

Per me è il caso di Jo Nesbo. Ha inventato un personaggio, il commissario Harry Hole e lo ha spremuto oltre il limite, fino a farlo diventare ridicolo. Qualcuno deve avergli detto: “E piantala!” e lui ha pensato bene di rinnovarsi. Ha cambiato nome al personaggio, ma si è portato dietro tutta quell’atmosfera di decadenza narrativa con cui cercava di mantenersi a galla negli ultimi episodi di Harry Hole. Esagerazioni, iperboli, complotti incomprensibili, personaggi alla Marvel, subdoli traditori e segreti ai quali si potrebbe rispondere “cazzomifrega?”

Il Confessore è di nuovo ed è ancora tutto questo: un thriller altamente improbabile in una Oslo che Nesbo vuol far apparireblank come la parte più pericolosa del Bronx.

Ma passi. Passi anche se mi sono divertito poco e sorpreso mai. Passi anche se questo libro non mi ha migliorato nemmeno un po’. Passi pure tutto, perché una collezione non si discute, si fa. Non posso però perdonargli la lunghezza: 407 pagine. Sono tantissime quando un libro prende e non prende, quando conti le pagine che ti separano dall’epilogo non perché ti dispiace, ma perché non vedi l’ora. Alla fine ti senti in colpa, come se avessi commesso un grave peccato, ed è così: tutto quel tempo, investito in un libro così inutile, poteva essere impiegato per una causa migliore. Servirebbe un Confessore. Ma non questo.

Il confessoreJo Nesbo, traduzione di Maria Teresa Cattaneo, Einaudi, p. 542, ebook

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6 comments

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glaurito 23/12/2014 at 12:45

Hai ragione! L’effetto collezione è sempre dietro l’angolo. Spesso è un’arma a doppio taglio, però. Mi è capitato di leggere un romanzo di un autore che non conoscevo e di apprezzarlo, e poi comprare “a scatola chiusa” tutti gli altri, per poi scoprire che l’unico bello era quello che avevo già letto! 🙂

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Aldo Costa 23/12/2014 at 13:22

dicci chi è, cpsì evitiamo! 🙂

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glaurito 23/12/2014 at 14:47

Non lo sai? Si dice il peccato, non lo scrittore! 😀

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Aldo Costa 23/12/2014 at 15:09

No, in verità io non guardo molto il protocollo e pubblico peccati e peccatori. 🙂 E’ per quello che non mi hanno accettato in seminario

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glaurito 23/12/2014 at 15:12

Ed è per quello che spesso scrivi fuori dal seminario 🙂

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Chiara Beretta Mazzotta 23/12/2014 at 16:16

No, anche io volevo sapere! Anzi, mandaci la recensione direttamente che la pubblichiamo 😉

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