Mai fidarsi dei terrestri

 Mai fidarsi dei terrestri

È un marziano e si trova a girovagare nei pressi dell’atmosfera terrestre. Si è perso. Colpa di  quell’aggeggio – il navigatore – che non ha aggiornato le rotte astrali e così, adesso, invece di starsene di fronte a 535665656565kkk, osserva stranito la superficie della Terra. Lo sa perché sta consultando google universal map. Sa che è qui, non ha però idea di come tornare indietro.

Dati i sopraccitati problemucci con le mappe, ammettiamolo, il marziano è una marziana. Perciò adesso sappiamo pure che no, non si è persa, ha solo seguito il suo istinto: una femmina è geneticamente predisposta a scovare i saldi, interstellari o no.

Punta verso la crosta terrestre, ché vuol sgranchirsi le estremità. Ha un fastidio tremendo al terzo piede, col tentacolo destro si tasta la punta dolente, ma cavoli! queste scarpe le stanno d’incanto.

Procede un po’ a casaccio poi, arrivata all’esosfera, dà un’occhiata dall’alto: intravede una buffa escrescenza di terra, sembra il modello di stivali che andava tanto la circonvoluzione scorsa e lo interpreta come un dato propizio. Così parcheggia la navicella (urtando un satellite ovviamente sbucato all’improvviso) e si cerebrotrasporta a Milano, anche se lei non lo sa, ma pazienza. Sarà il caldo, saranno le scie chimiche, ma il suo GPS interno deve essere un po’ sfasato, perché invece di piombare in una boutique del quadrilatero eccola lì. Cioè qui. Di fianco a me.

9435658-funny-concept-of-alien-invasionCredo di non aver mai apprezzato tanto la scelta vegetariana! Non può certo dire lo stesso il mio Ficus Benjamin… la faccio accomodare (sperando che non divori anche le orchidee). Parliamo del più e del meno – cioè ci si lamenta di questo e quello, mezze stagioni cosmiche comprese, e son cose che ti fanno davvero sentire cittadina dell’universo – poi mi mostra la foto dei suoi piccoli che radono al suolo una specie di foresta, io un video di SataNana alla recita che salta modello Keith Flint dei Prodigy.

Adesso che abbiamo appurato di essere delle madri bestiali munite di creature mostruose, ci sentiamo in sintonia e pazienza per tentacoli, nasi, uncini… che vuoi che sia?! Parliamo del nostro lavoro. Lei si occupa di programmare una specie di crio-serra dove si producono vegetali a me ignoti e altri prodotti strampalati, ma quando tento di spiegarle quanto buffo sia pure il mestiere dell’editor ecco che colgo una strana luce nel suo occhio.

Fruga nella tracolla (pure le marziane hanno borse che son peggio di un buco nero) ed estrae una specie di foglio elettronico, tipo tablet ma più gommoso e leggero. Penso che mi voglia donare un gioiello tecnologico e sono emozionata come Mosè di fronte alle tavole. Lei sorride e mi dice che suo marito, che adesso sta facendo il venditore porta a porta di alghe atomiche, è un vero talento. Un talento sprecato. E tutta quella creatività va condivisa e apprezzata. E il pubblico lo adorerebbe. E i lettori impazzirebbero come impazzisce lei. E i parenti e gli amici e la maestra delle elementari.

Entro in modalità standby (cosa che succede sempre in questi casi) ma una parola la rintraccio perché la scandisce, solenne: PO-E-SI-E.

Sto per emettere la risposta standard: “Non mi occupo di po…” ma la marziana è incontenibile. Dice che il marito adorato ha abbandonato i versi ché lo costringevano, lo limitavano e, finalmente, lo ha terminato: IL romanzo. 500 cartelle corpo 9, interlinea meno due, margini 0,1. E mentre blatera mi allunga il tentacolo con il dattiloscritto alieno. Ed è qui che succede.

A vederlo da fuori deve essere stato spaventoso: fauci spalancate, bava che gronda al pavimento, denti – aguzzi – che brillano in controluce e il povero corpiciattolo divorato in un sol boccone.

Dei terrestri non c’è da fidarsi, soprattutto delle editor carnivore.

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4 Comments

  • Quanto stanca sei di leggere manoscritti improponibili? Forza, le vacanze si avvicinano, potrai sempre trascorrerle su quel pianeta lì, ma dal racconto si capisce che nessun luogo è immune alla smania di pubblicare. Ahimè. Bacione

    • Traspariva un tantino una vaga insofferenza?
      Ma no, cosa dici mai… (cit. Topo Gigio)
      😉

  • Meraviglioso! Grande! Bellissimo. Mi è piaciuto tanto. Messaggio leggermente cifrato ma, mi disse un amico: “un giudizio buono ammortizza 100 sbagliati” che nel tuo caso postrei tradurre così: un capolavoro scovato ripaga di 100 manoscritti improponibili, o forse no?
    Buona estate, quando arriverà.

    • Ahahahaha son stata sottile 😉 Ovviamente ci gioco su, faccio un lavoro meraviglioso e lo faccio con tanta tanta tanta gioia.
      Detto questo: non vedo l’ora di andare in vacanza 😉

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