La storia di un esordio. Ce la racconta Mauro Marcialis. Ha pubblicato La strada della violenza (Mondadori – Colonado Noir), Io & Davide (Piemme) e, nel 2010, Spartaco il gladiatore (Mondadori), riscuotendo un notevole successo di pubblico e di critica.
Attese pressoché infinite e altissima possibilità di essere rifiutati. Gli avvertimenti (purtroppo legittimi, di norma) sono più o meno questi, quando decidi di proporre il tuo romanzo in giro. Credo che il mio esordio (definito così esclusivamente per necessità di sintesi) sia stato un “caso particolare”, poiché il mio disordinatissimo e sconclusionato noir non era stato ancora stampato, tantomeno proposto.
Succede comunque alla fine del 2005. Raggiungo alcuni amici (coi quali condivido la passione per la narrativa) in un bar di Milano per parlare delle nostre letture (per cazzeggiare, soprattutto). A questo incontro partecipa anche uno scrittore, Paolo Grugni. Alcuni di noi stanno abbozzando un romanzo o scrivendo racconti. Paolo mi domanda se anch’io faccio parte del “giro”. Io faccio spallucce: “Bah, ho una cosina”. Lui mi chiede se può dare un’occhiata (immagino lo faccia per generosità, o cortesia, o carità) e io gli invio il file word (senza una spinta, probabilmente sarei ancora lì a “ricamare” paragrafi). Dopo pochi giorni (siamo intorno al 15 dicembre), mi scrive che ha trovato il romanzo molto interessante e che lo ha “girato” a Sandrone Dazieri (ai tempi direttore editoriale della Colorado Noir, collana della Mondadori, con la quale lo stesso Paolo aveva pubblicato “Let it be”).
La mail di Sandrone arriva inaspettata il 29 dicembre 2005 (a meno di due settimane dalla consegna). C’è scritto: “Ciao, sono Sandrone Dazieri. Ho letto il tuo libro e mi piacerebbe incontrarti per parlarne”. Io non sono pratico di “lettere” e chiedo a Paolo l’esatta traduzione del testo. Paolo dice: vuole il tuo romanzo.
La gioia di questo momento è purissima, distillata: è un tipo di eccitazione che credo possa provare solo un esordiente (dopo ci saranno le aspettative, e si tratta purtroppo di malattie parecchio insidiose).
Si “balla”, quindi, e in effetti 10 mesi dopo il mio pargoletto stropicciato è davvero in libreria.
Certo: una botta di culo impressionante. La persona giusta, il momento giusto, una coincidenza, una casualità, insomma queste cose qua.
Altre particolarità: ho cominciato a scrivere direttamente il romanzo senza passare nemmeno da un racconto; a onor del vero, da giovanissimo, scrivevo poesie per tentare, vanamente, di rimorchiare. Sono un “predestinato” perché un mio amico, appena avuta la notizia della pubblicazione, mi dice: “Lo dicevi sempre, che un giorno avresti scritto un libro”. Ops, non lo ricordavo mica ma, se è vero, lo dicevo nel 1992, anno di bevute colossali…
Attese e rifiuti sono comunque arrivati dopo.
Dopo sei romanzi (quattro diversi editori, altrettanti generi) e un settimo in uscita, sono di nuovo a proporre titoli inediti seguendo il percorso dei “tento da”, “ci provo con”, “magari interessa a”. È come esordire a rate (al netto di quella gioia primordiale, però, ché ora sono “malato”). Ecco perché la determinazione (che io chiamo ferocia) e la pazienza diventano, alla lunga, rilevanti quanto il presunto talento e le supposte capacità narrative, soprattutto se non si viene “adottati” da un editore. La buona notizia è che ho finalmente un agente letterario degnissimo, quindi gli eventuali “no”, da adesso in poi, non mi arriveranno più in maniera diretta (dicono che il “no” di traverso faccia meno male!).
La fretta è comunque sempre sconveniente e mai, mai, bisogna cedere a frustrazione, rabbia e smania di pubblicare affidandosi a “ditte” che stampano testi richiedendo contributi, per il semplice fatto che, in questi casi, non siamo nel comparto editoria (per quanto a volte possa essere discutibile quella “ufficiale”). Altra amabile notizia è che, se il libro è davvero valido, prima o poi il cellulare suonerà, la mail arriverà, la “gioia” accadrà. Certo, magari noi non ci saremo più, ma vuoi mettere l’onore di un “postumo” per i nostri discendenti? Scherzo: mettendoci in gioco, accadrà. E un pezzo di noi sarà forse nei cuori di tanti meravigliosi sconosciuti.
5 comments
uuhhh che bella favola! Con una sorta di lieto fine spostato all’inizio. Bacione Mauro, è bello trovare la sincerità di riconoscere una certa botta di culo, non tutti lo ammettono, come le amiche che rimangono incinte al primo mese di tentativi e arrivano a incavolarsi! E chi ci prova da anni le ammazzerebbe. Occhei mi è partito il commento fuori tema. Ecomunque se il tuo manoscritto fosse stato penoso non credo che avresti ricevuto qulla mail da Sandrone. Ah fantastici anche i bar letterari un po’ da cazzeggio un po’ da palestra di parole.
Come sempre i tuoi commenti sono uno spettacolo!
Primo, perché sei sempre entusiasta. Secondo, perché i tuoi fuori tema sono calzanti 😉
Marcialis la fa semplice ma è un talento spaventoso. Leggere per credere.
Grazie Sandra, gentilissima! 🙂
Chiara: un bacione!
Ma Mauro tu non lo sai che io sono spietata e una stratega delle parole… commento tutti gli esordienti che si raccontano a Chiara, ma compro solo i libri degli autori che rispondono. Bene prenderò il tuo romanzo con piacere.
Diabolica 😉
E pure sincera!
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