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Elena Torresani, sentirsi accudita (non solo come autrice)

La storia di un esordio oggi ce la racconta Elena Torresani

Avevo promesso a Giulietta che avrei scritto la sua storia e avrei fatto di tutto per pubblicarla. Terminai il libro nel 2010, nonostante l’onere della memoria e dei sentimenti, nonostante la difficoltà di indossare la mente della malattia terminale avendo un corpo sano e un futuro davanti. Iniziai a inviare il manoscritto alle case editrici a cui sarebbe potuto interessare, ma le risposte furono il silenzio o il rifiuto. L’unica alternativa che ero disposta a valutare era l’autopubblicazione.

Feci uscire Giulietta prega senza nome come book-on-demand su “Il mio libro”, e in poco tempo riuscii a venderne duecento copie. Essendo molto attiva in rete, online arrivarono complimenti e recensioni, e in qualche modo questo forse attirò l’attenzione delle editrici di Voltalacarta che mi chiesero il manoscritto.

Lo inviai via mail alle 3 del pomeriggio, e alle 3 di notte mi scrissero di inviare loro il cartaceo, perché erano rimaste dodici ore incollate alle pagine di Giulietta senza riuscire a staccarsene. Qualche giorno dopo avevo il contratto di edizione in mano.
Nel frattempo però avevo iscritto Giulietta al concorso “Il mio esordio”, ed era stata selezionata tra le trenta opere in finale su 2.619 testi partecipanti: questo ne vincolava i diritti a Feltrinelli fino a fine concorso, e quindi la firma del contratto con Voltalacarta venne posticipata ancora di mesi.

Finalmente, nel giugno 2012, il libro dalla copertina gialla, con la sposa nuda e la valigia rossa, vide la luce.
Voltalacarta è una realtà editoriale sarda giovane, piccola e indipendente, che ha regalato a me e Giulietta grandi soddisfazioni ed emozioni stratosferiche. L’ospitalità, la competenza e la cura che mi hanno riservato, i bellissimi tour che hanno organizzato anche grazie alla collaborazione dei librai indipendenti che in Sardegna fanno ancora egregiamente il loro lavoro, le belle platee di lettori che mi hanno fatto trovare quando sbarcavo sull’isola: tutto mi farebbe scegliere di nuovo questa strada, nonostante le difficoltà di distribuzione che il sistema editoriale impone ai piccoli editori.

Pubblicare con Voltalacarta è stata prima di tutto una bella esperienza di vita, che mi ha fatto sentire amata, apprezzata e persino accudita, non solo come autrice.

Non so quanti altri autori abbiano avuto questa fortuna.
Nel 2014 conto di finire il mio secondo romanzo: vediamo come sarà questa ennesima avventura.

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1 comment

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sandraellery 15/01/2014 at 20:48

I piccoli editori di valore sono come gli alberghi dove amo andare, con poche camere, un servizio curato e personalizzato dove sei sempre un ospite non solo il numero di stanza, purtroppo il rischio in ogni settore è che il piccolo scada nella sciatteria per eccessiva familiarità, ma questo non è obbligatorio che accada e sono felice di sapere che Voltalacarta ti ha accudita con affetto ed entusiasmo. Ahimè quello della distribuzione è un tasto dolente, non è colpa dell’editore se il libro trova poco spazio, ma un romanzo ha sempre bisogno di visibilità e i lettori non amano faticare per scovarlo. Eppure puntare sui piccoli sono certa che puà dare ottimi frutti. Ti auguro il meglio.

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